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Pare che i finlandesi Blind Channel abbiano definitivamente deciso dove puntare con la loro carriera: tutta a dritta verso le classifiche mondiali a bordo del genere autodefinito pop violento (in riferimento al loro terzo album Violent Pop). Se il nuovo disco intitolato Exit Emotions è appunto un manifesto esplicito di tale audacia, non possiamo esserne troppo sorpresi, dato che queste intenzioni erano chiare già da un pezzo. Sono stati loro stessi ad accollarsi l’etichetta di boy band nu metal e con un appellativo simile è lampante la volontà di voler raggiungere con la propria musica il maggior numero di persone possibile.
Ma è tutto oro quel che luccica? La risposta già la sappiamo. Purtroppo, detto fuori dai denti, gli elementi di originalità in Exit Emotions sono davvero pochi e i suoi esigui 36 minuti e poco più di durata ci lasciano troppo in fretta con l’impressione di avere tra le mani solo un copia e incolla abbastanza fatto bene di tutti i più famosi nomi del settore alternative – nu – emo – degli ultimi decenni. Non a caso dietro la produzione di questo materiale troviamo i nomi di Johnny Andrews (Three Days Grace, Motionless In White, In This Moment) e Dan Lancaster (Don Broco, Bring Me The Horizon, One OK Rock), nonché il missaggio di Zakk Cervini (Blink-182, Machine Gun Kelly, Good Charlotte).
“Where’s The Exit” è il primo brano in lista e quello che ho trovato tra i più interessanti, è un grido liberatorio che ben introduce il tema del disco, incentrato appunto sull’affrontare (o meno) le proprie emozioni, che scorre piacevolmente tra scream e rap, su un giro di chitarra potente e aggressivo. “Deadzone” ci ricorda inevitabilmente “Dark Side”, il singolo che ha portato in auge i Blind Channel all’Eurovision 2021, essendo costruito praticamente allo stesso modo e sfruttando gli stessi elementi da ritornello (melodia gradevole e coretto facile da seguire).
È molto affabile anche “Wolves In California”, che mescola di nuovo rime serrate e motivetti accattivanti, andando ad intricarsi in un’espressione più violenta verso una fine che sembra dover esplodere, senza però riuscirci. “XOXO” che vede la collaborazione con gli americani From Ashes To New è un pezzo carino, ma che puzza tremendamente di trito e ritrito. Purtroppo anche “Flatline” e “Happy Doomsday” danno lo stesso effetto di qualcosa di troppo familiare, seppur sia ovvio lo sforzo dei musicisti di voler produrre del materiale bombastico e al di sopra delle righe, che è proprio la sensazione che si deduce dall’ascolto della maggior parte dei pezzi.
Ciò che mi ha stupito di più è che nonostante i Blind Channel strappino a piene mani dalle discografie dei loro fratelli maggiori di genere tutto quello che possono, i brani migliori dal punto di vista dell’efficacia d’impatto a mio avviso sono proprio quelli più pop di tutti. “Keeping It Surreal” e “Phobia”, entrambi dotati di bei ritornelli, immediati e semplici da ricordare, sono tutto quello che servirebbe al gruppo per finire in radio e restarci, eppure non sono stati scelti quali singoli.
Nel complesso ciò che viene proposto in Exit Emotions è godibile e anche dal punto di vista di contenuti dei brani, ha un valore sensibile che potrà interessare soprattutto i più giovani, il quali sono probabilmente anche l’obiettivo principale del disco. Nonostante questo, il rischio nel voler riproporre il meglio del nu metal e del metalcore dei primi anni duemila è evidente. Qui non si tratta infatti di evocare qualcosa che è ormai considerato d’epoca (reminiscenze anni ‘80, disco, anni ‘70 o simili), ma di elementi che sono ancora estremamente freschi, appartenenti a un genere ancora molto battuto, il cui pubblico originario non è troppo vecchio per guardarlo con così tanta nostalgia, né troppo giovane per apprezzarne appieno il riadattamento contemporaneo. Per colpire invece un pubblico del tutto nuovo bisogna mandare a segno un colpo non facile; è chiaro che i Blind Channel hanno intenzione di piazzarsi al centro del mercato musicale rock/metal mondiale e ne hanno la stoffa, ma Exit Emotions ha messo in evidenza qualche punto ancora un po’ acerbo all’interno del meccanismo. Con qualche aggiustamento di rotta e un pizzico in più di originalità, l’obiettivo non è lontano.