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Al loro nono album i DragonForce non hanno dimenticato come andare alla velocità della luce e restano ancora uno dei gruppi più discussi nella storia del power metal: o li si ama o li si odia. Warp Speed Warriors è l’ennesimo marchio distintivo del gruppo e come tale non riesce a salvarsi dal loro stesso destino. I seguaci di vecchia data e i nuovi ascoltatori (ovvero la fascia di giovani metallari nerd) ne saranno entusiasti, mentre i puristi del genere faranno fatica a masticarlo.
La traccia di apertura “Astro Warrior Anthem” è un tuffo nel passato sia dal punto di vista delle linee vocali che delle rapide sequenze e assoli di chitarra, con l’aggiunta di un tocco cinematografico in più. La simpatica “Power Of The Triforce” è ispirata al famoso videogioco Zelda e che ne siate appassionati o meno, si tratta di un brano molto piacevole pensato per essere coinvolgente, ricco di cori e melodie memorabili. Non riesce molto bene invece l’intento di proporre una ballad emozionante e la lenta “Kingdom Of Steel” risulta un po’ sciapa. Si recupera terreno con la turbinosa “Burning Heart”, un fiotto di chitarre e batteria a tutta birra per un brano che ricarica le pile. Il pezzo successivo è un tasto dolente: “Space Marine Corps” è l’intermezzo goliardico che molti gruppi della stessa scena hanno spesso ricercato, con il rischio di risultare troppo stucchevoli e infatti il momento è sicuramente divertente e offrirà spunti spiritosi per gli spettacoli dal vivo, ma i più seriosi ascoltatori non apprezzeranno, anche se io una risata me la sono fatta comunque (del resto i DragonForce pensano a divertirsi prima di tutto…e fanno bene). Un attimo di pausa per prepararci alla potente “The Killer Queen”, la mia traccia preferita del disco, un pezzo ben coordinato in tutte le sue parti e soprattutto vario, assolutamente non stucchevole e mai esagerato, sul quale il cantante Marc Hudson riesce a offrirci del suo meglio. Neanche i DragonForce sono sfuggiti alle influenze anni ‘80 che vanno tanto di moda ultimamente visto che “Doomsday Party” è appunto l’ennesimo inno al disco party su cui saltare tutti insieme. “Pixel Prison” è un buon brano in pieno stile della band e se ne può apprezzare la complessità, eppure niente di nuovo. In chiusura la folle cover del brano “Wildest Dream” di Taylor Swift, che non ha bisogno di spiegazioni.
Insomma, Warp Speed Warriors va preso alla leggera. Grazie alla combinazione di divertimento, velocità ed epicità gestite con maestria e ottima tecnica, è un buon disco. E’ il migliore fino ad oggi? Sicuramente no, ma per arrivare a fare di più senza diventare una noiosa copia di sé stessi bisogna sperimentare. I DragonForce non hanno certamente bisogno di rallentare, forse solo di correggere la rotta.