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Carissimi navigatori di Heavy Metal Webzine eccomi prontissimo a darVi conto dell’ottava fatica discografica degli ellenici Suicidal Angels, combo nato nel 2001 dall’unione del chitarrista, compositore e cantante Nick Melissourgos, del bassista Kostas Antoniou, del batterista Ungod, del chitarrista Makis Giousmas e del cantante Jason Valvis. Sin dai suoi esordi la band si è votata anima e corpo nella ricerca di sonorità che potrebbero essere assimilate alla nuova ondata di thrash. Dopo aver pubblicato quattro EP e otto album, compreso il devastante concerto del 2016 Conquering Europe e la raccolta del 2016 The Early Years (2001-2006), essere stati inseriti, nel 2004, nella compilation Bloodthirsty Humanity ed aver dovuto subire numerose e durissime mutazioni di line-up, finalmente, con una formazione più o meno “stabile” che include il cantante, chitarrista, compositore nonché fondatore della band Nick, il batterista Orfeas, il bassista Angel e il chitarrista Gus, dopo tre lunghissimi ed interminabili anni di attesa, ci regalano, sotto l’ala protettrice dell’etichetta Nuclear Blast, il glorioso ed epico successore di Years of Aggression.
Uno degli effetti positivi dell’aver trovato, finalmente, una formazione stabile è facilmente ritrovabile sia nei testi che nelle composizioni (sembra infatti che ci sia un filo logico che esula e si distacca dallo stucchevole e ripetitivo “spacca tutto, picchia e pesta duro e distruggi”), trovando anche il metodo migliore per inserire parti melodiche più intense che rendono il tutto un vero e proprio “poema” epico in musica. Questo grazie anche ad una tecnica che, seppur mantenendo un alto grado di ferocia, risulta essere meno istintiva ed a tratti molto sofisticata, senza tralasciare le ambientazioni cupe e tempestose che sono ormai diventate uno dei loro marchi di fabbrica.
Siamo dinanzi ad un album che, pur prendendo chiaramente spunto dai vecchi fasti di icone del calibro di Slayer ed Anthrax, contiene al suo interno anche l’irruenza e la sregolatezza dell’hardcore punk, il tutto, come già ribadito sopra, condito ed incorniciato da quella vena epica che dipinge i connotati dell’eroe umano che, nonostante sia cosciente di poter uscire sconfitto, affronta la battaglia con orgoglio e dà comunque sempre il massimo.
I nostri guerrieri ci propongono una continua alternanza di brani ritmicamente forsennati ed ad alto tasso di crudeltà, come ad esempio le terrificanti e scellerate “Crypts Of Madness”, “Purified By Fire”, “Profane Prayer”, “Guard Of The Insane’ e “Virtues Of Destruction” con esecuzioni che, nonostante non perdano assolutamente la loro graffiante potenza, riescono ad essere meno furibonde. Per farsene una chiara idea basta ascoltare le splendide, commoventi ed emozionanti “When The Lions Die”, “Deathstalker” e “The Fire Paths Of Fate”.
Per concludere non resta che fare i più sentiti complimenti alla band per essere riuscita ad evolvere il proprio sound senza correre il rischio di snaturarsi. Questo è un lavoro che, ne sono convinto, potrà piacere anche a coloro che non vivono solo di “pane e thrash”. Speriamo di poterli ammirare anche in sede live così da tastare con mano tutta la loro potenza.