Autumn Black Caerimonia Fest 2024 – Slaughter Club


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Autumn Black Caerimonia Fest 2024: la recensione del 17-18 ottobre

La stagione autunnale si infiamma accogliendo sul palco dello Slaughter Club di Paderno Dugnano ben sette band del panorama europeo Black Metal sia storiche che recenti per le serate del 17 e del 18 ottobre 2024.

Ad aprire le danze la prima sera vediamo gli Afsky, promettente gruppo black Metal danese sperimentale capitanato dal polistrumentista Ole Pedersen Luk e dai turnisti Jonas Faghtmann al basso, Simon Skotte Krogh alla chitarra e Simon Frenning Sørensen alla batteria. Attivi dal 2015, gli Afsky propongono un genere cupo e depressivo che nasce dal classico Black Metal a cui vengono incorporate melodie acustiche moderne, creando una ricetta oscura e atmosferica perfettamente in sintonia con questa stagione autunnale.

Presentando al pubblico italiano ed internazionale i loro pezzi estrapolati dall’ultimo lavoro Ofte Jeg Drømmer Mig Død del 2020, da Sorg del 2018 e l’auto-intitolato EP Afsky del 2015, i ragazzi danesi urlano al mondo il loro dolore focalizzandosi su temi riguardanti morte e disperazione.

Il locale a questo punto non è ancora affollato ma la curiosità nei confronti degli Afsky inizia lentamente a riempire gli spazi del mitico Slaughter club.

A riscaldare nettamente il pubblico ci pensano gli storici Kampfar, quartetto norvegese di Fredrikstad già conosciuto da tempo in Italia grazie a lavori come Mellom skogkledde aaser del 1997, Heimgang del 2008 e Profan del 2015.

I Kampfar regalano agli ascoltatori uno spettacolo di Black Metal pagano particolarmente emozionante per festeggiare i loro trenta anni di attività sui palchi, suonando pezzi come “Daimon”, “Ophidian” e “Urkraft”.

Dolk, Ask, Ole e Jon festeggiano la serata con un’accesa accoglienza da parte del pubblico, presentando una combinazione di tematiche folcloristiche vichinghe e sonorità energiche ed atmosferiche tipiche del Black Metal classico.

I più attesi della serata – e probabilmente dell’intero festival – sono indubbiamente i norvegesi 1349, nome legato all’anno in cui la peste nera giunse in Norvegia, Paese natale del gruppo.

Con i loro tipici bracciali di pelle borchiati ed il trucco cadaverico, Olav, Idar, Tor e Kjetil-Vidar aprono l’esibizione infiammando letteralmente il palco con uno scenografico spettacolo pirotecnico.

La serata prosegue con brani storici del gruppo come “Slaves” dal disco Massive Cauldron Of Chaos del 2014 e Dødskamp e Through Eyes Of Stone da The Infernal Pathway del 2019, che presenta pezzi ritmicamente molto rapidi e orientati al thrash e al death metal.

Anche i brani “Ash of Ages”, “Shadow Point” e “The God Devourer” dall’ultima fatica The Wolf And The King uscito quest’anno, vengono accolti dal pubblico con entusiasmo.

 

Dopo il successo della prima serata del festival, la notte del 18 ottobre, dedicata soprattutto a musicisti italiani, viene inaugurata dal freschissimo gruppo Nel Buio, nato dall’idea del vocalist e bassista Clod the Ripper, già conosciuto in precedenza per il progetto Blasphemer, che propone un’ avanguardista  combinazione di black metal e darkwave anni ’80. Insieme al chitarrista Neil Grotti e al batterista Vellacifer, il gruppo si esibisce suonando i pezzi del loro omonimo EP di giugno, accompagnato dalle acclamazioni dei compatrioti e non solo.

Seguono le esibizioni di altri musicisti di origini trentine, che con una consapevole miscela di Death e Black Metal danno vita ad un’esplosiva creatura demoniaca chiamata Keres, nome dato alle divinità della morte nell’antica Grecia.

Nati nel 2015 a Pradazzo, i Keres movimentano la serata a colpi di Blast Beats e veloci riff in stile Death. Heresy é il primo lavoro del 2015 a tema mitologia greca, mentre HOMO HOMINI LUPUS esce nel 2024 e consacra i ragazzi trentini nel panorama del metal estremo italiano.

Giunge il momento degli Hierophant, mitica band emiliana Death/Black considerata tra le migliori nel nostro Paese, che presenta l’ultimo album live Gateway To The Abyss. La batteria é qui resa protagonista e richiama l’attenzione degli ascoltatori grazie alla sua postazione privilegiata sul palco.

“Death Siege”, pezzo del 2022 estrapolato dall’album omonimo, risulta un’esplosione mortale che con il suo incalzante ritmo doom cattura il pubblico dello Slaughter Club.

Seguono altri pezzi accattivanti e brutali di Death Siege e di altri lavori come Mass Grave del 2016, Peste del 2014 e Great Mother: Holy Monster del 2013.

La quantità di spettatori presente durante la serata é inferiore rispetto a quella del 17 sera ma ecco che con l’arrivo degli attesissimi Necrophobic gli animi si accendono ulteriormente, richiamando maggiore pubblico sotto il palco.

La mitica band svedese di Stoccolma torna in Italia per presentare l’ultimo lavoro In The Twilight Grey introducendo ai fan i brani “Stormcrow”, “As Stars Collide” e “Grace of the Past”. Seguono i pezzi vecchia scuola “Darkside” e “The Call” , estrapolati dall’album del 1997 Darkside che vengono particolarmente acclamati dagli ascoltatori e si continua con “Tsar Bomba” da Mark Of The Necrogram del 2018 per proseguire a ritroso verso i lavori di inizio anni 2000 come Hrimthursum. I Necrophobic chiudono col botto la serata ed il sipario del festival con il brano “Devil’s Spawn Attack”  dall’album Dawn Of The Damned del 2020.

L’adrenalina a questo punto é ancora palpabile nell’aria ed i membri del gruppo si intrattengono nel locale a lungo dopo il concerto, rimanendo a disposizione per chiacchierare e fare foto insieme ai fan, entusiasti della loro esibizione.

Questo festival autunnale si è certamente dimostrato un successo, accogliendo un  caloroso pubblico eterogeneo ed internazionale e grazie al lavoro dell’organizzazione  diversi gruppi emergenti del panorama sono stati sostenuti ed aiutati a farsi conoscere maggiormente dagli spettatori.

Anche noi di Heavy Metal Webzine ci dichiariamo decisamente soddisfatti dell’esperienza e speriamo di poterla ripetere assistendo presto ad altri festival internazionali di questo genere sul palco dello Slaughter Club ed altrove!

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