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Gli affezionati del gioco del pallone si ricorderanno senza difficoltà del termine iberico “Galacticos” – i galattici – impiegato per descrivere i giocatori che si alternavano sul campo nei primi anni ‘00 con la camiseta blanca del Real Madrid indosso. Tale epoca viene ancora oggi narrata ai posteri in quanto ogni anno la squadra madrilena ingrossava le proprie file acquistando soltanto campionissimi e nomi di spicco della scena internazionale del calcio. Mi pare un rimando corretto per provare a spiegare quello che una delle etichette più di successo del metal italiano sta facendo negli ultimi anni, ovvero aggiungere al proprio catalogo band di valore apparentemente senza nessuna fatica.
La nuova scelta “galattica” ricade questa volta sui maestri svedesi del Doom più rockettaro, i Witchcraft, strappati alla temibile concorrenza di una certa Nuclear Blast e posti nelle condizioni evidentemente più favorevoli per la creazione del nuovo capitolo discografico della loro ormai più che ventennale carriera, Idag. Il settimo album del gruppo che nel tempo ha sempre di più preso le sembianze di un progetto solista animato principalmente dal compositore principale nonché cantante e chitarrista Magnus Pelander, si colloca nuovamente in una direzione elettrica e attinente alla peculiare impostazione che unisce in maniera efficace un certo tipo di Occult Rock al Doom metal che ha reso nota la band.
A cinque anni dall’uscita di Black Metal, l’opera più straniante realizzata finora con la sua impostazione quasi totalmente acustica e profondamente negativa e pessimista che traspariva sia dalla voce che dai testi di Pelander, soltanto “Christmas” rimane a testimonianza di quel tentativo, a mio giudizio riuscito soltanto in parte, distinguendosi nel minutaggio complessivo per il suo andamento lento e evocativo, con poche parti di chitarra acustica a scandire l’andamento del pezzo sulle quali la voce del frontman si eleva quasi come se stesse scandendo una drammatica preghiera.
Il “Lato A” contiene le prime cinque canzoni della scaletta e in tutte la lingua impiegata è lo svedese. Superata la prima difficoltà dell’approcciare canzoni cantate ahimè con parole a me incomprensibili, si può dire con certezza che la decisione non è da annoverarsi nel catalogo delle “scelte balzane” fatte tanto per far parlare un po’ di sé ma piuttosto risulta coerente stilisticamente e ritmicamente sulle basi distorte e potenti create come accompagnamento strumentale. L’iniziale “Idag” è un brano che supera gli otto minuti di durata ma che sin dal primo giro di riff, maligno e ammiccante al punto giusto, consente di calarsi nell’atmosfera che permea la globalità dell’offerta del prodotto in questione. Le seguenti “Drömmar av is” e “Drömmen om död och förruttnelse” benchè valide spengono un po’ il tiro e non spiccano particolarmente a confronto della sì diversa e più malinconica “Om Du Will” così come con i brani che compongono l’ideale “Lato B”.
Difatti a partire da “Burning Cross” che già dal titola lascia intendere che sia avvenuto il ritorno all’idioma più spesso utilizzato nella propria storia, si ripresentano le composizioni che hanno contraddistinto l’epoca Legend e Nucleus con tante parti alternate tra più vibranti e potenti e altre – soprattutto in zona ritornello – più evocative e sentite. “Irreligious Flamboyant Flame” è il brano più “ballabile” con il suo andamento dalle influenze Stoner e per questo anche uno dei più riusciti del lotto.
In generale, Idag è considerabile come la sintesi di tutto il percorso fin qui compiuto dagli svedesi e una delle migliori incarnazioni dello spirito Witchcraft che anima un personaggio artisticamente eclettico come è Pelander, in grado di scegliere di volta in volta i giusti compagni a supporto della sua musica, in questo caso Philip Pilossian al basso e Pär Hjulström alla batteria. Un appunto che muovo è relativo alla voce che giustamente viene messa in grande rilievo all’interno del disco ma che in alcune occasioni come nell’apertura risulta essere fin troppo presente andando a coprire in maniera marcata l’insieme degli strumenti.