FALLUJAH – Xenotaph

Titolo: Xenotaph
Autore: Fallujah
Nazione: Stati Uniti D'America
Genere: Death Metal
Anno: 2025
Etichetta: Nuclear Blast

Formazione:

Kyle Schaefer – Voce
Kevin Alexander – Batteria
Sam Mooradian – Chitarra
Scott Carstairs – Chitarra
Evan Brewer – Basso


Tracce:

01. In Stars We Drown
02. Kaleidoscopic Waves
03. Labyrinth of Stone
04. The Crystalline Veil
05. Step Through the Portal and Breathe
06. A Parasitic Dream
07. The Obsidian Architect
08. Xenotaph


Voto del redattore HMW: 8/10

Visualizzazioni post:804

Con Xenotaph, in uscita il 13 giugno 2025 per Nuclear Blast, i Fallujah proseguono un percorso artistico che li ha resi tra i nomi più raffinati e riconoscibili del technical death metal. La band californiana si è distinta fin dagli esordi per una fusione unica tra aggressività, complessità compositiva e aperture atmosferiche, raggiungendo l’apice con Empyrean (2022). Oggi, con una formazione in parte rinnovata, il gruppo presenta un lavoro che non solo perfeziona la propria formula ma la eleva a racconto: Xenotaph è un concept coerente e stratificato, capace di immergere l’ascoltatore in una narrazione fantascientifica visionaria.

Il disco si sviluppa attorno ai temi dell’illusione e dell’esperienza extracorporea in uno stato di coscienza sospeso: il protagonista si risveglia in una dimensione ultraterrena, inizialmente spaesato, viene guidato da una figura angelica che si rivelerà in realtà una presenza ingannevole e parassitaria. Il viaggio, ispirato ai romanzi di “Dune” di Frank Herbert e all’arte di Peter Mohrbacher (già autore delle copertine di Dreamless e Empyrean), si snoda tra mondi alieni e paesaggi interiori, oscillando tra visioni metafisiche e il progressivo svelamento dell’inganno.

Colpisce come questa storia venga raccontata senza l’uso di orchestrazioni pompose o intermezzi narrativi: è la musica stessa a costruire l’universo sonoro, in un equilibrio perfetto tra brutalità, lirismo e raffinatezza. I Fallujah adottano una scrittura densissima, in cui ogni traccia è ricca di dettagli, cambi di ritmo, riff articolati, sezioni eteree e vocalità che spaziano tra registri aggressivi e puliti. Il cantante Kyle Schaefer, già convincente nel lavoro precedente, qui compie un ulteriore salto di qualità, alternando growl, scream e parti in voce chiara con naturalezza, diventando elemento centrale del racconto. Ogni pezzo rappresenta una tappa narrativa, ma mantiene anche piena autonomia grazie a strutture dinamiche e a una produzione cristallina curata nei minimi dettagli. Le chitarre di Scott Carstairs e Sam Mooradian si rincorrono in scale vertiginose senza mai perdere il senso melodico, mentre la sezione ritmica con Evan Brewer e il nuovo batterista Kevin Alexander è semplicemente micidiale per precisione e creatività.

Ciò che ho più apprezzato è proprio la capacità di rendere il concept attraverso la sola musica, priva di orpelli inutili. La presenza di una struttura narrativa ben costruita è fondamentale: senza di essa, il disco avrebbe sicuramente avuto un impatto minore. È come leggere un buon libro, dove ogni capitolo è indispensabile e nulla è superfluo. In quest’ottica, la durata contenuta dell’album a mio parere è una scelta intelligente: è il giusto quantitativo per interessare l’ascoltatore, senza rischiare di saturarlo. Tra i momenti più riusciti spiccano il singolo “Step Through The Portal And Breathe” e “The Crystalline Veil”, quest’ultimo caratterizzato da passaggi sognanti e stacchi ritmici incisivi.

Non è un album che stravolge i canoni del genere, che pretende ascolti compulsivi o che rivoluziona la discografia dei Fallujah, ma nemmeno vuole esserlo. Si tratta piuttosto di una conferma matura del loro stile, portato a un livello di consapevolezza superiore. Se si cercano novità assolute o rotture stilistiche, si rischia di rimanere delusi, ma se si apprezza l’eleganza del dettaglio, la cura nella scrittura e la coerenza tematica, allora Xenotaph è un disco da non perdere.

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