BASILEUS – Inner Epopea

Titolo: INNER EPOPEA
Autore: BASILEUS
Nazione: Italia
Genere: ROCK/PROGRESSIVE
Anno: 2025
Etichetta: autoprodotto

Formazione:
Fabrizio Ricci – Batteria.
Francesco Ugolini – Basso.
Giacomo Lisotti – Chitarra, Voce.
Giorgio (Djork) Colucci – Voce.

Tracce:

1 – Egnathia
2 – Bartholomaios
3 – Emma
4 – Taenia
5 – Sultriness
6 – Rose
7 – From Tree To Tree
8 – Clouds


Voto del redattore HMW: 8/10

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Tra le tante proposte musicali dell’underground italiano, il nome greco antico mi attrae e così vado cercarlo.

La band orbita in Romagna, è il loro primo album: devo sentirli!

Tra i vari omonimi su Spotify vado ad istinto e scelgo una strana forma grafica da cui sono attratto per la sua leggerezza e sinuosità che, infatti, è quella giusta.

Attacco con il singolo, “Bartolomaios” – 8:39” – e mi eccito subito, perché sento Toolleggiare soavemente.

Evviva!

Il pezzo è convincente sin dai primi movimenti e la dinamica e la tensione generale di tutto il pezzo sono davvero ben scritti: provatelo, ed arriverete al ritornello in un’estasi mistica senza nemmeno accorgervene!

A volte si specula sulla durata delle canzoni: «il pezzo è troppo lungo qua…troppo breve qui»…sono tutte bischerate!

La musica quando è bella non vorresti mai che finisse ed un pezzo da 8 minuti è preciso mentre uno da 3’, dopo 30 secondi non vedi l’ora che finisca.

Al contrario, “Bartolomaios” è cucito su misura sullo stato d’animo di un viaggiatore in avanscoperta, dove il paesaggio non muta ma accadono cose.

Compaiono animali, fiumi in piena, si fa buio, si fa giorno.

Senza schemi di strofa/ritornello/strofa una bellissima canzone.

Quindi, è l’ora di addentrarsi nel disco: Inner Epopea.

46 minuti: perfetto! Viaggiamo insieme lungo le colline fiorentine.

Un altro pezzo che mi colpisce per il suo languore è “Sultriness”, ma non fatevi fregare dal suo caldo inizio: presto si scolpiscono le rocce del rock e, dall’alto delle montagne un mistico, forse d’Arabia, disegna incantesimi con una linea particolare di basso.

Ecco, il basso…quando c’è un bassista che rimodella scale e ritmiche come  Franceso Ugolini, fa la differenza!

A tutto questo, si aggiunge “Rose”, un brano che mi ricorda “3 Libras”, uno dei più belli mai scritti dagli A Perfect Circle.

Qui c’è tanto sentimento; scaturisce in modo veritiero, assolutamente non pacchiano, attraverso una bella simbiosi tra la voce e la distorsione friabile della chitarra elettrica.

 

In definitiva, «Inner epopea» è un poema antico re-intrepretato da quattro uomini naufragati sulla costa romagnola che si sono fatti prendere per mano dalle influenze rock e progressive più ammalianti.

Una bella sorpresa, una pietra preziosa che si aggiunge alla vasta scena rock italiana.

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