GRUESOME – Silent Echoes

Titolo: Silent Echoes
Autore: Gruesome
Nazione: Stati Uniti D'America
Genere: Progressive Death metal
Anno: 2025
Etichetta: Relapse Records

Formazione:

Dan Gonzalez – Chitarra, basso e composizione
Matt Harvey: Chitarra, voce, composizione e testi
Gus Ríos – Batteria, composizione
Robin Mazen – Basso


Tracce:

01. Condemned Identity
02. A Darkened Window
03. Frailty
04. Shards
05. Silent Echoes
06. Voice Within The Void (Astral Oceans)
07. Fragments Of Psyche
08. Reason Denied


Voto del redattore HMW: 7,5/10

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La storia delle civiltà umane insegna che ciclicamente le società attraversano fasi ripetute di nascita, sviluppo, estremo benessere, decadenza ed infine collasso. Una delle principali avvisaglie che la fine è prossima è fornita dallo stato della creatività artistica asfittica espressa nelle sue varie forme. Per fare un esempio lampante ci basti guardare alle programmazioni cinematografiche che campeggiano sui tabelloni dei (pochi) cinema ancora esistenti e operativi. Seguiti, riprese di vecchie storie riammodernate e semplificate a sfregio della complessità che oggi spaventa il pubblico medio, rivisitazioni di fiabe distrutte e storpiate per assoggettarle a ideologie malate e collettiviste.

Il discorso si può estendere anche a libri, pittura e musica benché quest’ultima sia una tra le poche arti a riuscire ancora a resistere, quantomeno al di fuori dei canali principali che esaltano l’insensatezza del messaggio e l’ostentazione dell’irrilevanza della morale, dell’etica e della giustizia. Di fronte a tale mercificazione e alla progressiva eliminazione dei valori che la musica convoglia nel tempo e nei diversi spazi geografici, la tradizione giunge in soccorso incarnandosi in mezzi che le possano dare nuovamente voce.

Da questa riflessione si può partire per giungere a parlare dei suddetti mezzi rigenerativi di fiamme mai spente che per l’occasione sono gli strumenti e le abilità di tre tra i più talentuosi artisti del terzo millennio: Matt Harvey, Dan Gonzalez, Robin Mazen e Gus Rios ovvero i Gruesome! Il quartetto statunitense torna in sella alla grande a distanza di sette anni dal precedente Twisted Prayers, seguito di Savage Land, esordio risalente al 2015.

Per chi non avesse ancora avuto il piacere di conoscere i Gruesome possiamo senza rischio di smentita affermare che siano il complesso che più da vicino vuole seguire – e proseguire – il percorso sviluppato a cavallo tra anni ‘80 e 90’ da una delle band più amate di tutti i tempi, ovvero i mitologici Death e di conseguenza quel personaggio unico e eclettico che fu il compianto Chuck Schuldiner.

Rispetto alle precedenti pubblicazioni che ricalcavano con grande perizia il periodo più “primitivo” dei Deathster originali, quello di Scream Bloody Gore e Leprosy per intenderci, con Silent Echoes si approccia la seconda fase del fantasioso Death metal proposto in un’Opera Magna come Human del quale è possibile avvertire enormemente l’influenza e la ricerca di somiglianza senza che però questa si dimostri un mero esercizio di stile o peggio ancora, un plagio bello o buono.

Come dichiarato dal trio in varie interviste, lo scopo principale di Silent Echoes è quello di cimentarsi ovviamente nella scrittura di materiale più originale e complesso sotto il punto di vista compositivo ed esecutivo ma di seguito anche rendere giustizia e ricordo alla leggenda del metal Sean Reinert, batterista scomparso nel 2020 e mentore di Rios che fu proprio assoldato dietro le pelli per il periodo Human e nel corso degli anni passato a portare il proprio incredibile apporto anche ad altre band tra le quali i Cynic. Il dolore per questa grave scomparsa di un amico prima che di un maestro ha dilazionato e in qualche modo ispirato la musica contenuta nel disco oggetto della recensione.

Disco che sin dalle prime battute di “Condemned Identity” ci catapulta in un assalto sonoro composto da sezioni strumentali velocissime alternate a piogge di riff di grande gusto e intensità che suoneranno tanto classici quanto freschi e moderni alle orecchie degli estimatori del Death metal tecnico e progressivo. Ciascuna canzone del lotto può essere accostata alle rispettive sorelle presenti sull’album di ispirazione come nel caso di “Voice Within The Void (Astral Ocean)” che già dal titolo fa il verso a “Cosmic Sea” e come essa è uno strumentale intenso ed emozionante.

“A Darkened Window” e “Silent Echoes” pubblicati come singoli nelle settimane precedenti all’uscita del disco si differenziano per l’approccio più ritmato e pregno di Groove della prima e per la sezione ritmica coinvolgente e letale della seconda, sulla quale si staglia anche una prestazione vocale di altissimo livello soprattutto laddove le dinamiche di chitarra e voce combinate di Matt Harvey rasentano l’impossibilità esecutiva per dei semplici mortali come noialtri.

Spicca tra le altre la conclusiva “Reason Denied” per il suo andamento sincopato e dedito alla scelta di tempi dispari e riff di elevata complessità benché sempre fluidi e fruibili senza difficoltà. La performance degli artisti è prodigiosa e tralasciando la quantità enorme di assoli tanto godibili quanto pazzeschi nel loro svolgersi, il supporto fornito dal basso di Dan Gonzalez, secondo chitarrista in fase di registrazione, consente di sostenere con sostanza e qualità tutte le strutture dei brani, coadiuvato efficacemente dallo stesso Rios che per dover di cronaca ha avuto a disposizione il rullante originale impiegato da Reinert su Human.

Come si può notare dalla copertina, il rimando al disco del ‘91 è anche iconografico nonché lirico con svariati temi legati alla condizione umana e a ciò che alberga nel corpo, nella psiche e nella mente degli uomini.

Opere come Silent Echoes sono tentativi di reiterare un passato che ormai non esiste più, ma a differenza di coloro che semplicemente lo vagheggiano gonfi di nostalgia e passivo rigetto per la modernità, i Gruesome provano, riuscendoci, a consegnarci un possibile appiglio affinché non si continui a guardare alla tradizione come un peso di cui liberarsi ma e soprattutto come un testamento dal quale ripartire per costruire qualcosa di nuovo e di bello.

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