LORD OF THE LOST – Opvs Noir Vol. 1

Titolo: Opvs Noir Vol. 1
Autore: Lord Of The Lost
Nazione: Germania
Genere: Gothic Metal
Anno: 2025
Etichetta: Napalm Records

Formazione:

Chris Harms – Voce, chitarra
Pi Stoffers – Chitarra
Benjamin “Benji“ Mundigler – Chitarra, tastiere
Klaas Helmecke – Basso
Gerrit Heinemann – Piano, tastiere, percussioni
Niklas Kahl – Batteria


Tracce:

01. Bazaar Bizarre
02. My Sanctuary
03. Light Can Only Shine In The Darkness (& Within Temptation)
04. I Will Die In It
05. Moonstruck (& Stimmgewalt)
06. Damage (feat. Whiplasher Bernadotte)
07. Ghosts (feat. Tina Guo)
08. Lords Of Fyre (& Feuerschwanz)
09. The Things We Do For Love
10. The Sadness In Everything (feat. Anna Maria Rose)
11. Dreams Are Never Alone


Voto del redattore HMW: 7/10

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Dopo aver conquistato il pubblico internazionale con Blood & Glitter, arrivato al primo posto nelle classifiche tedesche e dopo essere saliti sul palco dell’Eurovision Song Contest 2023, i Lord of the Lost non si sono accontentati di proseguire su una strada già vincente. Reduci da due tour europei al fianco degli Iron Maiden, dalla loro prima serie di date nordamericane in oltre dieci anni e da una fitta stagione di festival, il sestetto di Amburgo inaugura una nuova fase della loro carriera con Opvs Noir Vol. 1, uscito l’8 agosto 2025 per Napalm Records. Questo primo capitolo segna un ritorno al lato più oscuro della band, unendo atmosfere gotiche e industriali ad una produzione sontuosa realizzata nei leggendari Chameleon Studios.

Opvs Noir non è un semplice album, ma l’inizio di una trilogia concettuale che si svilupperà nell’arco di poco più di un solo anno, con il Volume 2 atteso per la fine del 2025 e il Volume 3 previsto per l’inizio del 2026. Chris Harms descrive questo ciclo come una “guida di viaggio” nell’animo umano, che esplora il confine sottile tra ciò che percepiamo come positivo o negativo. La scelta della trilogia risponde a un’esigenza artistica e strategica: dare il giusto respiro ad un concept complesso, offrendo all’ascoltatore un percorso in tre atti che ne mantenga viva l’attenzione e permetta alla band di sperimentare senza fretta o tagli. In questa visione si inserisce anche la presenza di numerose collaborazioni con musicisti esterni di alto profilo.

Ascoltato nel complesso, Opvs Noir Vol. 1 lascia la sensazione di un lavoro solido, ma non privo di limiti. L’apertura con “Bazaar Bizarre” cattura subito l’attenzione, combinando orchestrazioni ricche e pulsazioni ipnotiche con la voce baritonale di Chris Harms in un mix di teatralità e potenza. È uno dei brani più incisivi e rappresentativi del disco, insieme alle tracce che accolgono gli ospiti esterni e che ne inglobano lo stile. “Light Can Only Shine In The Darkness” con Sharon Den Adel dei Within Temptation è il perfetto equilibrio tra luminosità e ombra, mentre “Ghosts” (la mia preferita), nonostante il violoncello di Tina Guo è audace e grintosa. “Damage” viene trasformata da Whiplasher Bernadotte (Deathstars) in un vortice industriale, mentre il coro a cappella degli Stimmgewalt in “Moonstruck” crea un’atmosfera quasi spettrale. “Lords of Fyre” anticipa l’imminente co-headline tour autunnale con i connazionali Feuerschwanz, in una fusione di energia gothic e folk metal assolutamente irresistibile. Anche “The Sadness In Everything”, impreziosita dalla voce eterea di Anna Maria Rose, si distingue per la sua solennità e sensibilità. 

Opvs Noir Vol. 1 è un primo capitolo ambizioso, curato nei dettagli e supportato da una produzione impeccabile. Il contributo interpretativo degli ospiti si rivela prezioso, arricchendo in modo evidente il tessuto sonoro e creando momenti in cui la band appare più audace e ispirata rispetto ai brani esclusivamente interni. Le tracce prive di collaborazioni risultano infatti più prevedibili e meno coinvolgenti, creando un netto contrasto, ma contemporaneamente ampliano la gamma espressiva del disco. Il rovescio della medaglia è la sensazione che il potenziale creativo del gruppo non sia stato pienamente sfruttato. Un lavoro che merita l’ascolto, soprattutto per i momenti in cui la formazione osa di più, e che pone basi solide per i prossimi volumi, dai quali ci si augura un ulteriore slancio verso soluzioni ancora più coraggiose e sorprendenti.

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