BLOODLETTER – Leave The Light Behind

Titolo: Leave The Light Behind
Autore: Bloodletter
Nazione: Stati Uniti d'America
Genere: Thrash Metal
Anno: 2025
Etichetta: Wise Blood Records

Formazione:

Peter Carparelli – Voce, Chitarra
Pat Armamentos – Chitarra
Zach Sutton – Batteria
Tanner Hudson – Basso

 


Tracce:

01 A World Unmade
02. On Blackened Wings
03. Eternal Winter
04. Terminal
05. Unearthing Darkness
06. Hunting Horror
07. The Black Death
08. Call Of The Deep One
09. The Burial
10. Night Terrors


Voto del redattore HMW: 6,5/10

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Leave The Light Behind è un album thrash con venature death e sussurri black, ma in versione melodic. Con in più una copertina fantastica. La curiosità non poteva che essere alle stelle e le aspettative non potevano che essere anch’esse alte per questo quarto disco degli americani Bloodletter. Curiosità esaudita e aspettative soddisfatte a metà.

Sono attivi dal 2012 e tutti e quattro I dischi usciti sono concentrati negli ultimi sette anni. Una produzione prolifica e tutta più o meno sullo stesso discreto livello. Si ispirano al thrash americano dei primi Exodus e Death Angel, ammorbidendolo poi con i Kreator post 2010. I riff sono abbastanza orecchiabili e la parte malinconica del melodic death  viene fuori soprattutto nella parte centrale del disco che ben si sposa con la parte più strettamente thrash presentata all’inizio e alla fine del disco. Mescolato tutto insieme direi che funziona. Abbastanza, anche se sentir parlare di thrash melodico mi fa venire l’orticaria. Lo ammeto, non sopporto il termine.

Si respira un giusto equilibrio tra l’underground crudo e “cantinaro” e la ricerca di qualcosa di più ambizioso e raffinato. Voglia e capacità sono sullo stesso piano. Struttura dei brani meno.

I martellamenti classici iniziano dal primo brano e proseguono in maniera costante con “A World Unmade” e “On Blackened Wings”. Due brani dove risalta la rocciosità di Zach Sutton alla batteria e la scrittura più tradizionalmente thrash dei pezzi.

Già con il titolo “Eternal Winter” si intuisce che ci stiamo addentrando nelle melodie più inquiete del melodic death. Il basso di Tanner, quando decide di mettersi in primo piano, è un’esplosione interna alla cassa toracica dell’ascoltatore.

I due chitarristi, Peter Carparelli e Par Armamentos forma una valida coppia e, mentre “Hunting Horror” e “The Black Death” hanno i migliori riff, “Terminal” e “Call Of The Deep One” hanno i migliori assoli. La voce, forse, è il tallone d’Achille, nel senso che non ha quel guizzo o quella particolarità che possa penetrare così a fondo nei pezzi più rallentati. L’interpretazione la trovo un po’ piatta. Voce da rivedere.

“The Black Death” è un ritorno alle sonorità del passato, alla vecchia scuola, e “The Burial” è il pezzo più aggressivo dell’album. Qui di melodico c’è ben poco.

Alla lunga Leave The Light Behind  risulta leggermente ripetitivo, non noioso, ma con poche variazioni e … sì, indiscutibilmente ripetitivo. Per il thrasher puro questa musica non è thrash, idem dicasi per puristi del death. Essendo il black appena accennato, non lo considero neanche. E’ però apprezzabile questo tentativo di fare qualcosa di diverso e di proprio.

Hanno fatto un lavoro similare al precedente A Different Kind Of Hell. Non male, ma manca quel qualcosa che lo faccia passare da discreto a buono. Non so se, forse, sarebbe il caso di rallentare il numero di  uscite per raccogliere tutte le buone idee in meno dischi, ma più qualitativi. Anche perché sono bravi musicisti, è innegabile.

Si può affermare che I Bloodletter facciano un thrash più leggero o, detto in maniera più aberrante, melodic thrash. Ribadisco il concetto che questo sia un termine che mi faccia accapponare la pelle. Non vorrei che diventasse un nuovo filone metal, perché, fin che è una band a farlo, lo posso accettare, ma una miriade di gruppi che iniziano a suonare “melodicamente” un genere che ho sempre adorato proprio perché è da anziano, proprio perché ha cambiato poco, proprio perché si è evoluto ancora meno, beh … mi farebbe uscire di senno.

Ho poche certezze nella vita. Per favore, non toglietemi anche quelle.

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