RECORRUPTOR – Sorrow Will Drown Us All

Titolo: Sorrow Will Drown Us All
Autore: Recorruptor
Nazione: Stati Uniti
Genere: Death Metal
Anno: 2025
Etichetta: Time To Kill Records

Formazione:

Seth Earl – Chitarra
Clint Franklin – Voce
Josh Moore – Batteria
Alex Schmidt – Basso
Isaac Marier – Chitarra


Tracce:

01. Bathe In The Ashes Of Heaven
02. Sorrow Will Drown Us All
03. Bearing The Befouled Spawn
04. Within The Vault
05. Urn Of Verglas
06. Envenoming
07. An Unnatural Lust
08. Devoured By Centipedes
09. Insidious Rot
10. Putrid Aberration Of Malevolent Divinity
11. Death At The Hands Of His Image
12. Scourge Of Prometheus (ft. Enrico H. Di Lorenzo of Hideous Divinity)


Voto del redattore HMW: 6,5/10

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Terzo album per gli americani  Recorruptor e parola d’ordine presa in prestito dal Lord Dark Helmet: “velocità smodata!!!”. Eh sì, perché questa è la caratteristica che fa di questa band  e anche di Sorrow Will Drown Us All la sua peculiarità principale. Riff folli e ipersonici contorniati da assoli altrettanto spinti all’ennesima potenza.

Ora, va bene che il death ha bisogno di ritmi alti, ma qui l’acceleratore non viene mollato un attimo. Qualche raro rallentamento sparso qua e là, cosa che nel precedente disco non si sono nemmeno lontanamente sognati di fare, e poi via, si parte con la “death race”. Tutto sommato non sono neanche male, ma alla lunga potrebbe diventare “fastidiosa” questa continua ricerca di superare il muro del suono e questa voglia assillante di creare un sound troppo pieno di… cose.

Di idee ne hanno fin troppe e cercano di caricarle tutte su ogni brano. Il vecchio adagio, “meno è e meglio è“, secondo me potrebbe aiutarli. Ci sono pure le orchestrazioni!

Mi ha incuriosito il fatto di aver letto da qualche parte il nome Cattle Decapitation abbinato alla loro musica. Non esageriamo, siamo ancora lontani. Sebbene si ispirino al quartetto californiano, di strada ne devono ancora fare parecchia.

Per la produzione si sono affidati alla nostrana Time To Kill e l’etichetta italiana ha svolto un ottimo lavoro. I brani vanno dal minuto al mezzo ad un massimo di cinque. Quasi cinquanta complessivi che sinceramente risultano troppi. Sono presenti un paio di riempitivi che avrebbero fatto meglio ad eliminare.

L’ultimo pezzo vede la collaborazione di Enrico H. Di Lorenzo dei romani Hideous Divinity. Tricolore che vola alto in questo album.

Il cantante Clint Franklin ha un debole per Will Ramos e si sente. La voce ha comunque una sua personalità e non dispiace affatto. Selvatici al punto giusto e aggressivi all’inverosimile, con titoli abbastanza esemplificativi , segnalo tre pezzi che, stranamente, mi sono rimasti impressi e miracolosamente ricordo ancora.

Il primo è “Urn Of Verglas”.  Un sottofondo epico che regala una sfaccettatura diversa dal solito “troppo” degli altri brani e che, con qualche santa e gradita decelerazione, contribuisce a variare i ritmi folli sentiti fino a questo momento.

Il secondo,“Envenoming”, mette in chiaro che i Recorruptor adorano i sopracitati Cattle Decapitation a dismisura e praticamente rendono loro omaggio con questo brano in pieno cattle-style.

Infine “Scourge Of Prometheus” . Non fosse altro per la presenza del nostro Enrico (a proposito, per chi non l’avesse ancora fatto, si vada immediatamente ad ascoltare Unextinct, un album micidiale). Ma a parte la motivazione patriottica, il pezzo è il migliore. Orchestrazioni, death, velocità e cambi di tempo che si sposano finalmente in modo brillante senza risultare eccessivi. È l’ultimo pezzo e potrebbe diventare un buon punto di partenza per il prossimo lavoro.

Un disco alla fine godibile, ma non memorabile. Difficile ricordare i brani, sono ben dodici, e i passaggi che rimangono veramente impressi sono pochi. Comunque si riesce ad arrivare alla fine senza faticare troppo.

Non è propriamente un complimento dire che ho sentito di peggio, però posso affermare che tra la buona produzione, la bella copertina e la qualità dei brani (non eccelsa, ma nemmeno infima), una sufficienza abbondante se la meritano. Ovviamente, se riuscissero a rallentare e variare maggiormente, non sarebbe affatto male.

Per ora ci facciamo bastare questo, ma si richiede meno ansia e un po’ più di calma e tranquillità in fase di scrittura.

Gioverebbe sicuramente a tutti.

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