MIDJUNGARDS – Ravens And Eagles

Titolo: Ravens And Eagles
Autore: Midjungards
Nazione: Finlandia
Genere: Thrash/Heavy/Melodic Death Metal
Anno: 2025
Etichetta: Dark Rails Records

Formazione:

Antonio Cano – Voce, Chitarra
Timmo Salakka – Batteria
Guillermo Roig – basso


Tracce:

01. Intro
02. Ansi’s Wrath
03. Ermesinda
04. Teiws’s Sword
05. Ravens And Eagles
06. Roderick’s Revenge
07. Hraudung
08. Cross And Hammer
09. From Slaves To Kings
10. Great King’s Farewell


Voto del redattore HMW: 6/10

Visualizzazioni post:83

Con un titolo come Ravens And Eagles mai e poi mai mi sarei aspettato una copertina così eccentrica e assolutamente originale e soprattutto… non scontata. Tant’è che ho avuto il timore che anche la band fosse così innovativa e audace che avrei faticato a coglierne tutte le sfumature.

Lasciando da parte il sarcasmo, parliamo di questi finlandesi Midjungards e della loro ultima fatica. Fatica un po’ per tutti, sia per loro che ci hanno lavorato sopra, e sia per noi che dobbiamo ascoltarcela tutta. E per ben un’ora e fischia.

Insolitamente norreni nella loro narrazione, il loro genere è un misto tra thrash e heavy, con aggiunta di death melodico, che negli ultimi mesi ha visto la pubblicazione di parecchi dischi, soprattutto underground, di questo tipo. Se fatto bene ha un suo motivo di esistere, se fatto male indovinate un po’ voi, ma se fatto mediocremente ti catapulta in un limbo anestetico simile ai rumori della natura in cd che ti fa porre le solite domande finali: “Che è successo? Dove sono? Ma veramente ho dormito tutto questo tempo?”. A me è successo questo. Ripresomi dal torpore, ho fatto fatica a ricordare l’ora trascorsa.

Non ho spento il lettore, ma non c’è stato verso di farmi rimanere concentrato sul pezzo. Sbadigli, distrazioni, sguardi all’orologio, ricerca di risultati sportivi on line, insomma, non è riuscito a coinvolgermi praticamente mai. Un album sufficiente. Banalmente sufficiente. Forse alle volte è meglio un album brutto, per lo meno ti spinge ad ascoltare fino a che punto la sua nefandezza possa arrivare ed è più facile che diventi oggetto di discussione. Denigratoria, ma sempre di discussione si tratta.

Odi guerresche, inni alla battaglia e tutto il solito corollario che, badate bene, a me non dispiace per niente, ma quando c’è una musica di fondo banalotta, il tutto diventa più tiepido e insapore e decisamente meno epico.

Terzo disco in tre anni per il trio di Helsinki nato nel 2022. Di sicuro hanno una voglia matta di produrre album.

La voce del cantante è gutturale per tutto il tempo. Non è per niente piacevole da ascoltare ed è in assoluto la nota più dolente. Tra il suo suono e l’omogeneità totalizzante dell’interpretazione, che non esula mai dallo schema fisso e preimpostato mantenuto sempre e costantemente durante la performance, c’è di che storcere il naso e soprattutto di che tapparsi le orecchie. In parole povere, canta sempre uguale.

La produzione non è un granché. Ma tranquilli, hanno anche dei difetti (va bene, ora basta sarcasmo).

Non è un concept, ogni canzone ha una propria storia che inizia e finisce. Si racconta di Goti, di Visigoti (non sto scherzando), di re caduti in disgrazia, di scontri e saccheggi. I testi sono comunque avvincenti.

Il tentativo di immergere l’ascoltatore nei meandri oscuri della storia, abbinato a queste sonorità, però, non funziona bene. È… piatto. Segnalo “Roderick’s Revenge” per la bella e lunga introduzione strumentale, interrotta purtroppo dalla voce di Toni, e “Great King’s Farewell”, dove si racconta del re visigoto Alarico I, che saccheggiò, tra le altre, anche Roma.

Forse con un’altra voce, forse con una produzione diversa, forse con… non lo so. So soltanto che è finita. E va bene così. Non ho sofferto, altrimenti il voto sarebbe stato peggiore, ma non mi ha lasciato nulla, se non un certo non so che di indifferenza.

In teoria, dopo che ascolti un album di questo genere musicale epic/thrash/heavy/melodic death, dovresti aver voglia, spinto dall’entusiasmo, di andare a conquistare lande sperdute a petto nudo, nella neve e nella tormenta, brandendo spade gigantesche e gridando inni di guerra e di coraggio.

A me, ha talmente entusiasmato, che mi è venuta voglia di riordinare il cassetto dove tengo la cancelleria.

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.