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Recensione scritta da Fabio Perf
Barbarians è la traccia d’apertura di questo EP d’esordio dei greci Dragon Skull: titolo che non potrebbe essere più esplicativo nel descrivere il sound dei Nostri! Fin dal primissimo riff veniamo infatti catapultati in un campo di battaglia, tra sangue, sudore, epicità e, appunto, una barbarica carica primordiale. Pezzo perfetto per un’orda di guerrieri pronti per scatenarsi in battaglia!
La voce del cantante Aris Labos è maschia, possente, risuona come un urlo di guerra, accompagnata da cori “grossi” e dannatamente incisivi. Il tutto contornato da una ritmica calzante e da riff metallici che si alternano ad armonizzazioni più melodiche.
Il fantasma dei Manowar (quelli più epici di inizio carriera) aleggia sicuramente tra le tracce di questo lavoro che sa però proporre anche momenti più intimi e folk, come la gloriosa Sons Of The Brave, traccia acustica che potrebbe richiamare i Blind Guardian di metà carriera.
Si ritorna prepotentemente ad un Epic Metal puro con Tyrant’s Doom, brano caratterizzato da un incedere battagliero guidato da un riff semplice e arcigno: non potrete fare a meno di scuotere le vostre teste!
Un ruggito di drago apre il brano che porta il nome della band stessa, evidentemente un inno d’acciaio che insiste molto sulla parte melodica del ritornello, senza però abbandonare la carica metallica dei Nostri.
Ormai stanchi e provati, sfiancati da mille battaglie, veniamo all’epilogo del nostro viaggio con Winter Night, breve strumentale acustico che non perde un grammo di drammatica epicità, giusta conclusione per questo positivo esordio dei Dragon Skull.
Se non siete mai sazi del metallo più classicamente epico, questo EP saprà sicuramente soddisfarvi. Ascolto consigliato.