BRING ME THE HORIZON + A DAY TO REMEMBER + POORSTACY + STATIC DRESS


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EVENTO:  – BRING ME THE HORIZON + A DAY TO REMEMBER + POORSTACY + STATIC DRESS
LUOGO: Mediolanum Forum – Assago (MI)
DATA: 11/02/2023

 

Ore 23:40 di sabato 11 febbraio 2023. Nonostante la voce rauca e un freddo non indifferente, sono infine giunto in hotel e dopo un evento di questo calibro mi sembrava inopportuno parlarne a freddo, considerando che la musica è soprattutto emozione ed è proprio il sentimento ciò che mi pervade in questo momento. Andiamo con ordine.

STATIC DRESS 

Dopo un’attesa interminabile ed una fila chilometrica, io e il mio compagno di avventure Luigi (che mi ha gentilmente ceduto le sue foto data la mia incapacità di stare fermo anche solo per un istante durante un concerto) riusciamo finalmente a prendere posto. Nonostante ci siamo giocati il parterre, la vista è ottima e da qui possiamo subito ammirare cosa significano le parole “tutto esaurito”: il concerto non è ancora iniziato e già facciamo fatica a vedere posti ancora da occupare. Questo ci regalerà un’esperienza memorabile, ma ne parlerò più avanti.

Giungono le 19:00 e facciamo conoscenza con gli Static Dress, gruppo anglofono di genere metalcore. Nulla di nuovo ma un piacevole antipasto per quello che verrà dopo. Ottima presenza scenica del cantante, che cerca di incitare in tutti i modi un pubblico che sfortunatamente non contraccambia le richieste di mosh dell’artista. D’altronde, considerata l’assenza dei Lorna Shore (previsti al loro posto prima del rinvio del tour a causa della pandemia), è comprensibile la reazione dei presenti. Il gruppo ci fa comunque passare quaranta minuti piacevoli e il sottoscritto non può che ritenersi soddisfatto; dopo una partenza del genere sarà complicato abbassare il livello.

O no?

POORSTACY

Dopo una ventina di minuti, giusto il tempo di fare qualche veloce verifica, il palco si infiamma nuovamente in presenza di Poorstacy, autore di cui conoscevo poche canzoni ma che ho seguito con attenzione. Il ventitreenne esegue il compitino suonando le sue canzoni più famose (“Hills Have Eyes”, “Make Up” e “Don’t Look At Me”), brani che mescolano hip-hop di forte stampo trap, punk e un pizzico di metal; a parer mio un ospite piuttosto fuoriluogo, ma menzione d’onore ai musicisti che lo accompagnano, probabilmente molto più coinvolgenti di lui e che rattoppano un po’ la prestazione mentre il ragazzo si getta sulla folla e conclude i suoi pezzi. Comunque molto apprezzati il momento accendini al cielo, mentre partiva la canzone acustica, e la presentazione di un inedito. Esibizione quindi nella media per un artista da me non apprezzato ma che ci prepara per i grandi nomi che stanno per scendere in campo.

A DAY TO REMEMBER 

Sono arrivate le 20:oo e, pur messi alla prova da un certo languore di stomaco, siamo pervasi di eccitazione nell’attesa dei pezzi forti della serata. Dopo un momento di buio totale, entrano in campo i nostri eroi e, a suon di dededededede, aprono le danze con “Downfall Of Us All”, che risulta identica alla sua versione in studio – e non ci si poteva aspettare altro da una gruppo che suona da praticamente vent’anni. Eccezionali.

Il concerto prosegue con “All I Want”, un loro piccolo classico che il sottoscritto si sarebbe aspettato in chiusura, ma che comunque riesce finalmente a smuovere le masse e creare danze sottopalco degne del proprio nome.

La maggior parte dei brani eseguiti provengono da Homesick, album rappresentativo del loro stile e sicuramente il più conosciuto, ma c’è spazio anche per canzoni tratte da dischi più recenti, quali “Bloodsucker” e “Miracle” (che è anche la mia preferita).

Il culmine si raggiunge quando giunge il momento acustico, con “If It Means A Lot To You”, condito dalle innumerevoli torce dei telefonini dei presenti.

Siamo finalmente nel vivo dell’evento e per il sottoscritto sarebbe stato comunque un evento memorabile se ci fossimo fermati qui. Ma alla scaletta manca un gruppo. E che gruppo!

BRING ME THE HORIZON

Ore 21:45. sono passati almeno trenta minuti da quando gli A Day To Remember hanno finito di regalarci uno spettacolo imperdibile, lasso di tempo davvero lungo rispetto agli altri e che ci ha lasciati non poco sulle spine.

Nel mentre ci teniamo impegnati a creare il nostro concerto, quando dalla musica di sottofondo parte “Chop Suey” dei System coinvolgendo l’intero Forum e creando un’atmosfera unica: stavolta i protagonisti siamo noi e tutti cantiamo insieme all’insostituibile Serj Tankian. Una scena davvero indimenticabile, che ha unito tutti.

In ogni caso, via! Luci spente e la presentazione di un video: un’IA robotica si presenta a noi umani e ci ordina di creare un moshpit, dopodiché parte un conto alla rovescia e il palazzetto esplode quando, giunto allo 0, parte “Can You Feel My Heart”. Sono finalmente i Bring Me The Horizon!

Credetemi… ho assistito a diversi concerti in vita mia, ma un fomento simile non penso di averlo mai visto. Complici i BMTH stessi e soprattutto il cantante Oliver Sykes, maestro nel creare casino e coinvolgere tutti. Conclusasi “Can You Feel My Heart” si passa ad “Happy Song”, canzone presente in That’s The Spirit e che ci fa sapere che il concerto non sarà incentrato sul solo POST HUMAN ma verterà anche sui lavori precedenti.

Si prosegue con una “Follow You” acustica, che si presenta ancor più commovente grazie alla capacità di Sykes di empatizzare con il proprio pubblico, per poi giungere verso la fine dell’evento. Dopo una finta conclusione, il gruppo torna sul palco e suona “Obey”, affiancata, così come le canzoni precedenti, da interessanti grafiche sullo schermo (nonché dai video ufficiali) che accompagnano la parte che Yungblud esegue in studio sul brano. Poi tocca a “Sleepwalking”, tornata di recente in scaletta (e non potrei esserne più lieto), ed infine a “Throne”, con un Sykes che ci dimostra nuovamente la sua capacità di essere un mostro di intrattenimento allorché chiede agli ospiti di sedersi a terra e saltare proprio prima di intonare il loro ormai classico motto « every wound will shape me, every scar will build my throne ».

Dopo anni ed anni di cambi di stile, i Bring Me The Horizon sono riusciti a costruirsi un pubblico solido ed è innegabile che il loro nome sia ormai inciso su di un’ipotetica hall of fame dei gruppi classici del genere. Eventi di questo calibro non possono far altro che esserne la conferma e, come loro stessi affermano, “Bring Me The Horizon Just Rocked My Fucking World”.

 

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