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Non un album, ma una raccolta di ri-registrazioni tratte da alcuni dei precedenti lavori questo Levels Of Perception degli olandesi Pestilence, pubblicato da Agonia Records.
Operazione commerciale che vede come protagonista una delle band seminali del death metal europeo, che dalla reunion del 2009 in poi ha sfornato cinque album, con critiche miste fra chi apprezza e chi denigra. Ma su questo Levels Of Perception c’è poco da discutere, in primis sulla scelta della scaletta. Se si decide di ri-registrare delle canzoni non ha davvero senso basarsi sulla produzione recente quando si ha alle spalle album del calibro di Spheres (1993) o lo stupendo Testimony Of The Ancients (1991), i cui brani potrebbero godere di nuova vita con una produzione moderna.
E proprio la produzione è il vero anello debole di questa uscita firmata da Patrick Mameli, ultimo rimasto della formazione originale. Insipida, senza mordente e piuttosto caotica, al giorno d’oggi non è accettabile da un gruppo con una storia così importante e un’esperienza così vasta un sound indegno del nome dei Pestilence. Ci voleva poco a rendere questo lavoro più dignitoso dando alle chitarre lo spessore che dovrebbero avere e la sensazione di lo-fi che rende sin dalle sue prime note farà storcere il naso a non pochi fan.
Si aggiunga che la raccolta è nata sotto una cattiva stella, facendo cambiare la copertina originale creata dall’artista Peter Suchy con l’accusa da parte dei fan di aver usato (probabilmente) l’IA per realizzarla, sostituendola poi con un inutile montaggio di foto live. Risultato: uno sciame di commenti negativi. Se è vero che “parlatene male basta che ne parliate” ma pare che non ci sia limite al peggio.

Resta la musica. Le canzoni dei Pestilence sono quelle, niente da dire sulla parte compositiva, mi sento di criticare di nuovo la voce di Mameli, non sempre ben inserita, soprattutto nei growl, forse anche penalizzata proprio dalla già citata pessima produzione.
Un album che difficilmente accontenterà i fan dei Pestilence, figuriamoci gli altri. Attenderemo un nuovo vero studio album, sperando si riprendano da questa batosta.



