NEPHYLIM – Circuition

Titolo: Circuition
Autore: Nephylim
Nazione: Paesi Bassi
Genere: Melodic death metal
Anno: 2025
Etichetta: Indipendente

Formazione:

Tijn Bosters – voce
Ralph Lentink  – chitarra
Rens van de Ven – basso
Kevin van Geffen  – chitarra, voce
Martin Paauwe  – batteria


Tracce:
  1. Travail Pt. I – Anima
  2. Travail Pt. II – Animus
  3. Amaranth
  4. Grand Denial
  5. Circuition
  6. Withered
  7. Inner Paradigm

Voto del redattore HMW: 7.5/10

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Circuition è il secondo album dei Nephylim ed è stato finanziato tramite crowfounding. Se avessi messo soldi in questa operazione, visto il risultato finale, ne sarei soddisfatto.

La band è nata in Olanda nel 2015 e dopo un EP e un buon primo album, riescono a ripetersi sullo stesso piano qualitativo proposto in precedenza mantenendo un livello altamente soddisfacente.

Purtroppo, nonostante i dieci anni intercorsi dalla formazione, la produzione musicale risulta così scarna a causa delle varie vicissitudini che il gruppo ha dovuto affrontare. Difficoltà soprattutto nella sostituzione alla voce che li ha praticamente bloccati fino al 2018. E soprattutto la tragica scomparsa nel 2019 del loro nuovo cantante Cézary van der Veen, che aveva da poco sostituito il precedente dopo una lunga ricerca.

Con grande forza d’animo e spirito battagliero, nel 2020 i Nephylim hanno pubblicato il loro esordio Severence Of Serenity con il nuovo e attuale frontman Tijn Bosters. Da allora la formazione è rimasta stabile e in questo nuovo disco si sente la maggior tranquillità e la grande padronanza vocale dell’ultimo arrivato. E’ davvero convincente in tutte le sue sfaccettature, growl, pulito e scream, e dà sempre la sensazione di sentirsi a suo agio in ogni passaggio. E’ veramente un bel sentire.

Come il precedente album, Circuition è un album concept. Si basa sull’elaborazione dei concetti del “ciclo della vita” e della “ruota del destino”.

Ogni pezzo è collegato a un significato sullo stato dell’essere, sull’ origine dell’esistenza, sulla nascita, sulla vecchiaia e sulla percezione del ciclo vitale. Il tutto viene esplorato attraverso gli occhi, la mente e il cuore degli autori dei testi.

Un classico melodic death metal che ricalca maggiormente il melodeath svedese di Goteborg, ma arrangiato in chiave Nephylim, ottenendo così un risultato molto interessante e personale.

Sono presenti anche parecchie orchestrazioni, non invadenti ma funzionali, che arricchiscono il suono in maniera equilibrata e, soprattutto, senza che esse arrivino a certe pomposità che si sentono in giro e che a volte sfiorano il ridicolo. Questo è un pregio considerevole. Perché è veramente un attimo lasciarsi prendere la mano e rovinare tutto con suoni sinfonici fuori contesto e in certi casi, pure irritanti.

Coerente con il genere proposto, la copertina ad opera di Giannis Nakos è un mix tra le due emozioni fondamentali che deve sprigionare questa musica, malinconia e tristezza. Solito albero spoglio deformato, ma con una bella colorazione. Diciamo promossa.

Dopo un’apertura strumentale il primo pezzo che mi colpisce è “Amaranth”, con il suo tono pesante accompagnato dalle tastiere che riescono a completare e ad ampliare il suono con la loro armonia.

L’orecchiabile “Grand Denial” è un pezzo caratterizzato dalla voce potente di Tijn e da riff malinconici che, come si sarebbe detto un tempo, strizza l’occhio alle classifiche. I momenti di pathos maggiore vengono raggiunti da “Circuition” e “Whithered”.  Le melodie hanno dei momenti addirittura quasi commoventi. Catturano e trasportano l’ascoltatore dentro una bolla di emozioni sofferenti isolandolo dal resto del mondo per una decina di minuti. Gran momento.

“Inner Paradigm” mette la parola fine a questo album. Il basso di Rens ha il suo momento di gloria rendendosi protagonista indiscusso nel corso della canzone. Canzone che forse è quella più sperimentale dell’intero disco con la sua contaminazione con altri generi (soprattutto groove).

Le atmosfere melodeath di Circuition si respirano a pieni polmoni. E questo è un traguardo raggiunto e non facilmente riscontrabile in tanti, troppi, lavori di questo tipo. Quindi un plauso alla band che è riuscita a mantenere e a trasmettere le proprie emozioni in modo coinvolgente e tutto sommato originale.

Bella e inattesa sorpresa dai Paesi Bassi. I Nephylim non hanno nulla da invidiare ai maestri scandinavi e, nonostante le avversità e difficoltà incontrate, sono qui a dimostrarci il loro valore. Il fatto che abbiano ricevuto l’aiuto dai fans per poter produrre questo disco la dice lunga sull’affetto e la stima di cui godono soprattutto in patria.

Per quanto possa contare, ora avete affetto e stima anche dal sottoscritto. Dall’Italia.

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