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Quando ho letto Chemicide stavo per passare oltre, ma quando ho visto la provenienza e il produttore mi è scattata la scintilla. Proviamo a sentirli.
Thrash metal vecchia scuola, niente di nuovo, ma fatto abbastanza bene e prodotto meglio. Già, perché i Chemicide, dalla Costa Rica, hanno fatto uscire il loro quinto album Violence Prevails con la produzione di Martin Furia, chitarrista dei teutonici Destruction.
Coerenti con lo stile thrash sudamericano dei principali gruppi brasiliani e compagnia bella, la band non ha inventato né stravolto nulla, ma si è limitata a riproporre un sound classicamente brutale e aggressivo senza compromessi. Niente di nuovo sotto il bel sole delle loro parti, un onesto disco thrash a cui dare un ascolto con la giusta predisposizione. In parole povere, ascoltare quando si ha necessità di scapocciare.
I testi riflettono l’opinione della band sul fatto di come oggi non ci sia più dialogo tra le persone di qualsiasi rango sociale, sul fatto che ci sia troppa disparità di classe (soprattutto tra la loro gente) e troppa povertà dilagante. E che alla fine ogni problematica venga affrontata sempre e solo con l’utilizzo della violenza. Purtroppo il loro pensiero ha un grande fondamento di verità, oggi attuale più che mai.
Ma cerchiamo di dare un’idea del lavoro e della musica che offrono i quattro costaricensi (ammetto che ho dovuto cercare su Wikipedia, costaricani mi suonava male) partendo dalla copertina. Ottantiana dai colori vivaci e allegri, attira l’attenzione in un ipotetico scaffale di dischi. Ma osservando meglio il disegno, di allegro e vivace ha ben poco. Tutto sommato non è male.
Lasciamo perdere le tre cover non necessarie, quella dei Metallica poi… e magari non farle proprio e aggiungere un pezzo originale non avrebbe guastato, ma probabilmente dovevano raggiungere un certo minutaggio per il cd, non avevano più idee e hanno trovato una scorciatoia. Anzi tre. Senza queste sarebbero stati non so quanti minuti, ma sarebbero andati bene lo stesso.
Quindi limitiamoci agli otto brani originali, che è meglio. Per tutta la durata del disco ti assale la voglia di buttarti in un vorticoso mosh. Sono pezzi che dal vivo sicuramente hanno una resa notevole e coinvolgente. Classici cambi di ritmo, rullate improvvise di batteria, riff pesanti e veloci e voce che se la cava in tutte le sue sfaccettature umorali.
La sezione ritmica è stata completamente cambiata. Mossa azzeccata. Sia Chalo che Daniel offrono una prestazione notevole e robusta andando a migliorare (anche grazie alla produzione) quello che era il tallone d’Achille del gruppo. Sebastian e Frankie si confermano, come direbbe uno spot televisivo, degli artigiani di qualità.
È costante e continua l’aggressività e non ci sono cedimenti e rallentamenti. Ma non ci sono neanche picchi tra un brano e l’altro. Più o meno si equivalgono tutti. Personalmente, molto personalmente, “Violence Prevails” e “Prey Of Failure” mi hanno colpito leggermente di più.
La curiosità di ascoltare i vecchi dischi, comunque, me l’hanno fatta venire. E devo dire che il cambio di etichetta, combinata alla più che buona produzione, ha tracciato una linea di separazione netta, qualitativamente verso l’alto, rispetto ai lavori passati. Un passo in avanti è stato fatto. Se i precedenti quattro dischi erano sufficienti o poco più come valutazione, ora con Violence Prevails il risultato si può considerare buono. Certo il thrash non è un genere a cui si possano apportare chissà quante variazioni o novità, però riuscire a fare un prodotto piacevole è sempre qualcosa di positivo.
Dai Chemicide ci aspettiamo un ulteriore miglioramento con il prossimo album e nel frattempo ci immaginiamo in qualche spiaggia costaricense (non vedevo l’ora di riusarla) in compagnia di una fredda bevanda colorata in mano e del buon vecchio thrash metal nelle orecchie.
Vestiti solo e unicamente con l’intrepida tenuta a due pezzi: occhiali da sole e infradito…



