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Ho un legame particolare con la musica della cult band americana Steel Assassin. Tutto è cominciato tanti anni fa quando, spulciando nella montagna di cd in vendita in un banchetto, trovai ed acquistai la raccolta di demo “From The Vaults”: l’infuocato US metal contenuto in quel dischetto mi conquistò immediatamente, e potete ben immaginare la gioia con cui salutai il ritorno discografico dei Nostri grazie all’ottimo full lenght “War Of The Eight Saints” – uscito nel 2007 – e la grande soddisfazione per averli visti in azione in occasione del “Play It Loud” atto II.
A suo tempo, penso di aver impiegato meno di una frazione di secondo per accaparrarmi la possibilità di ascoltare “In Hellfire Forged”, pubblicato in edizione limitata a 500 copie dall’etichetta tedesca High Roller Records!
Era il 1984 quando l’assassino d’acciaio rilasciava il suo primo demo, bissato l’anno successivo da una seconda uscita: questo “In Hellfire Forged” venne realizzato proprio per celebrare il venticinquesimo anniversario di quei pezzi, divenuti nel tempo di difficile reperibilità, ed accogliendone al suo interno ben sei scelti dai musicisti stessi, oltre ad un paio di gustose sorprese.
La prima è la presenza dell’inedita “Burn Witch Burn” – brano velocissimo e letale risalente al periodo delle registrazioni del primo demo – mentre la seconda risponde al titolo di “Breakout At St. Lo” ed è una rovente anticipazione di quello che avremmo potuto ascoltare su “WWII : Metal Of Honor”, L’ultimo album in studio che la band di Boston pubblicò nel 2012. Interamente ri-registrati con l’ausilio di strumentazione moderna, i pezzi provenienti da “From The Vaults” si presentano rinnovati nella veste ma non nella loro essenza: un sound generale in linea con quello di “War Of The Eight Saints” non ha intaccato minimamente l’anima ottantiana di gioielli sonori come “Spartacus”, “Phaeton”, “Attila The Hun” e l’innarrivabile “Executioner” (peccato non ci siano anche “Retaliation” e “Falling Steel”), ma ne ha amplificato il potenziale distruttivo anche grazie al cantato di John Falzone, più ruvido ed aggressivo rispetto al suo predecessore Doni Escolas, vocalist accostabile per estensione al Metal God Rob Halford.
Su questo disco non troverete nient’altro che devastante US Metal, ispirato, potente, massiccio e dalle grandi melodie: personalmente, ho apprezzato questo “remake” dei vecchi pezzi; se “In Hellfire Forged” manca nelle vostre collezioni, beh, mettetevi in caccia!