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Il duo belga Neuroblade purtroppo ci propone questo EP dal titolo Desert Claw. Dico purtroppo perché hanno fatto talmente un bel lavoro che appena ventitré minuti sono troppo pochi, accidenti, avrebbero dovuto produrre un album intero!
Heavy metal con forti richiami ai Judas Priest, Crimson Glory e Sanctuary, ma tutto più pesante, a volte thrash, e in chiave moderna. Jochen fa parte degli Enchantress e David degli Shocker. Hanno deciso di unire le forze alla ricerca di nuovi e differenti stimoli e sono riusciti a regalarci quello che considero senza ombra di dubbio il miglior EP, ad oggi, del 2025. Non vi posso assicurare che un album intero, e con il doppio della durata, sarebbe stato allo stesso livello, ma lasciatemi illudere che sia così e lasciatemi incensare il gruppo.
E’ il giusto mix tra musica anni ottanta e contemporanea che permette alla band di essere apprezzata sia dai nostalgici che dalle nuove leve. Potenza e melodia, velocità e armonia, quattro parole per riassumere il loro suono. Non lasciatevi ingannare dalla copertina di Desert Claw, tremendamente mediocre, e incamminatevi in questo percorso nel deserto dove sarete dissetati unicamente dalle note di questi cinque, ahimè esigui, brani. E sempre riguardo la copertina, ad una prima occhiata, il fuggitivo mi è sembrato Pinocchio, tutto dire. La drammaticità della situazione non l’ho proprio percepita.
Jochen riesce a “giocare” molto bene con la voce e il suo cantato con note sia basse che alte negli stessi pezzi eseguite in maniera egregia in entrambe le fasi, e verso le quali probabilmente qualche purista dell’heavy classico avrà da ridire, sono quel tocco che danno personalità al suo operato. Hanno un’anima, un’identità. David per non annoiarsi ha deciso di occuparsi di tutta la parte musicale e di conseguenza di tutti gli strumenti. Che dire, si sono divisi i compiti “equamente”.
“Endless Slaughter” è il primo brano, heavy metal dalle sonorità tipicamente statunitensi in chiave duro e puro. Quindi, direi bene. L’intro acustico di “Avalon” è una breve interludio al cambio di ritmo e al suo immediato ritorno al metal classico americano, giustamente non è saggio allontanarsi dalla retta via. “Desert Claw” è il pezzo più epico, con ritmi martellanti e una pesantezza heavy che me la fa preferire alle altre anche per la sua parte vocale che rasenta la perfezione. Con le dovute proporzioni, la voce mi ricorda molto quella di Warrel Dane. Aggiungendo un tocco di thrash al loro stile ecco servita la bellissima “In the Darkness Of My Mind”, il brano forse più immediato e “semplice”. E con “Lef Behind”, che si ricollega alla prima canzone, il cerchio si chiude, finisce il loro EP e si ricomincia daccapo.
“Endless Slaughter” è il primo titolo e richiama … ah no, scusate. E’ che sono entrato in un loop dal quale non riesco ad uscire.
La nostra fuga dal mostro-serpentone in copertina è finita. Non ci sono notizie riguardo al fatto che i Neuroblade faranno mai apparizioni dal vivo, e questo è un peccato, ma la cosa che al momento mi preme maggiormente è che si siedano a tavolino e comincino a scrivere altri brani perché sono tremendamente curioso di sentire altra loro musica.
Non posso andare avanti ad ascoltarlo sempre due volte di fila. Perché, ripeto, ventitré minuti sono troppo pochi. Come gli infortunati nello sport che stanno rientrando in attività, ho bisogno di minutaggio, ho bisogno di altri pezzi!