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Mi ha molto colpito, il debut dei romani Chronosynthesis.
Non so quanto la cosa sia voluta (immagino molto), ma ascoltando la loro musica ho subìto un meraviglioso effetto ‘macchina del tempo’: le sonorità dei nostri (complice forse anche una produzione buona, ma non stellare) finiscono per ricordare moltissimo quelle del power italiano di 20/25 anni fa, quando tutta una nuova generazione di band si affacciava sulla scena. In Echoes Of Forlorn Tales ho trovato, appunto… echi di formazioni ormai dimenticate come i Cydonia, gli Holy Knights, i Desdemona, i Thy Majestie e tante altre, che non hanno avuto fortuna (o la cui fortuna si è esaurita da tempo), ma che hanno formato la mia generazione e che spero altri accanto a me ricordino… ecco, lo spirito è quello dell’Italian Power Metal degli anni vicini al cambio di millennio: se all’epoca c’eravate, e vi siete goduti la scena, questo disco è sicuramente per voi.
La band capitolina decide di dedicare questo disco al mondo delle fiabe e del fantastico. Si inizia con “What’s Beyond”, che ha un sound il quale, accanto ai riferimenti sopra citati, mi ha ricordato anche quello di act italiani ancora in pista, come i Flashback Of Anger o i Derdian di qualche anno fa. Il timbro vocale di Moreno Sangermano è abbastanza particolare e caratterizzante, e convince senza particolari virtuosismi; importante il ruolo delle tastiere, suonate dal bravo Matteo Riccia. Più aggressiva, ma ancora con un bel giro di keys, “Jester’s Soul”, mentre “Silence Of The Waves” si sposta su toni più pomposi e trionfali, ma sempre senza ‘strafare’, con un occhio, mi sembra, anche ai Vision Divine dei primi tre o quattro dischi. In “A Bird Of Gold” si affaccia qualche godibile accenno progressive; grintosa “The Sleeping Beauty”, che (almeno al sottoscritto) ha richiamato anche i redivivi Secret Sphere. In chiusura abbiamo il brano più lungo del lotto, “The Nightingale”, in cui fa capolino anche un clavicembalo che urla, ancora una volta, ‘power fine anni ‘90’.
Beh, quella stagione è inevitabilmente conclusa, ma è bello vedere formazioni che ancora tengono viva la fiamma… e chissà se, fra qualche anno, grazie a loro ci sarà un revival del power dei bei tempi come c’è stato con la NWOTHM!



