TEMTRIS – Queen Of Crows

Titolo: Queen Of Crows
Autore: Temtris
Nazione: Australia
Genere: Heavy/Power metal
Anno: 2025
Etichetta: WormHoleDeath

Formazione:

Anthony “Fox“ Roberts – Chitarra
Genevieve Rodda – Voce
Nicholas Bolin – Batteria
Vane Danov – Basso
Donovan Taylor – Chitarra


Tracce:

01. Evil Lies
02. Scars Of Betrayal
03. The Risk
04. Narcosis
05. Murder Of Crows
06. Dying To Believe
07. Carnival Of Tears
08. No One Is Listening
09. The World Is Bleeding Out


Voto del redattore HMW: 7,5/10

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Con una carriera venticinquennale alle spalle, gli australiani Temtris pubblicano il loro ottavo disco Queen Of Crows, terzo pubblicato dalla WormHoleDeath. E diciamocela tutta, se prima dell’arrivo dell’etichetta italiana il gruppo era noto limitatamente entro i confini nazionali, grazie al supporto della produzione nostrana, la loro fama ha valicato i confini nazionali e ottenuto un riconoscimento internazionale sudato e meritato.

Fondamentalmente sono un progetto della cantante Genevieve Rodda e del chitarrista Anthony Roberts, entrambi ex Labyrinth, e sono gli unici membri originari ancora in formazione, ai quali si sono susseguiti nel corso degli anni un numero notevole di musicisti. L’ultimo è il chitarrista solista Donovan Taylor. Un’aggiunta azzeccata, i suoi assoli sono ben fatti e intelligenti e mi piace quando un musicista si dimostra e non dà mostra.

Questo nuovo album si presenta insolitamente più aggressivo rispetto al loro normale standard. Questa particolarità, apprezzata dal sottoscritto, vede un cambiamento di scrittura dei pezzi più votato alla parte più dura, senza ovviamente tralasciare la parte melodica, marchio caratterizzante da sempre della band.

Genevieve possiede una voce incredibilmente heavy, che ricorda i mostri sacri del genere, ed è dotata di una capacità interpretativa molto personale e femminile che rende la sua prestazione caratterialmente ed emotivamente unica.

È comunque tutta la band ad essere in ottima forma. L’atmosfera generale del disco presenta un sound cupo, rappresentato anche in maniera maldestra (a non voler infierire) dalla copertina e dai loro testi incentrati su odio, dolore, guerra e morte. L’allegria, qui, non è di casa. Se ho fatto un piccolo appunto al disegno presente nella copertina del disco, ne farei un secondo al suono della batteria che mi è parso, a tratti, ovattato, o per meglio dire… “fustino Dixan”.

Il gusto retrò, o vintage come preferite, di alcuni pezzi, mischiati ai suoni moderni e a soluzioni più attuali, rende veramente interessante l’ascolto in tutta la sua durata. Quarantasei minuti di godibile e piacevole metal senza fronzoli. L’equilibrio è perfettamente raggiunto e siamo di fronte a degli ottimi professionisti. Mi piace.

L’apertura di “Evil Lies” è perfetta. Pezzo veloce, batteria in versione rullo compressore e un assolo di chitarra spaventoso, in senso buono. Iniziare con un brano così è una mossa, commercialmente parlando, da dieci in pagella.

Da un brano intitolato “Narcosis” ti aspetti un po’ di calma, cosa che avviene, ma solo per metà, perché poi i giri aumentano e di scrivere ballad, nel senso più stretto del termine, in questo disco non se ne parla. Orientaleggiante in alcuni punti e pesante al punto giusto con una bella e lunga parte strumentale è la sintesi di “Murder Of Crows”. Non ci si annoia mai.

“Carnival Of Tears” è il pezzo più nostalgicamente ottantiano. La voce della Rodda riesce comunque a dare quella personalità che lo distacca dai classici canoni old style.

E se l’inizio è stato travolgente, la chiusura non è da meno. “The World Is Bleeding Outha al suo interno riff decisi e melodie oscure per un pezzo pesante ed è, parere personale, il più rappresentativo di tutto l’album. Sarà un caso che ne abbiano anche fatto un video ufficiale? Citando il Trio Medusa (in versione “complottista sempre e comunque anche davanti all’evidenza contraria”): “Coincidenze? Non credo proprio!”.

L’Australia ha una scena metal veramente ampia. I gruppi underground di ottimo livello sono veramente tanti. Questo quintetto ne fa sicuramente parte e il suo Queen Of Crows è un lavoro impeccabile che conferma una volta di più la bontà della scena metal presente nell’altra parte del mondo. La loro celebrazione del metal nella versione più classica è riuscita molto bene. Soddisfano pienamente tutti i requisiti richiesti da questo genere. Possiamo considerare i Temtris come la massima espressione dell’heavy/power della “The Land Down Under”.

Consigliato a tutti quelli che amano l’heavy metal cantato da voci femminili.

Anzi, consigliato a tutti coloro che amano l’heavy metal.

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