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Che il 2024 sia un po’ stato l’anno dei Warlord lo dice il numero di produzioni tra album, compilation e singole uscite tramite la piattaforma Bandcamp e la tedesca High Roller Records.
Questa raccolta dal titolo altisonante From the Ashes to the Archives – The Hot Pursuit Continues arpiona brani presenti in Rising Out Of The Ashes del 2002 e li rimappa con i musicisti di oggigiorno (più l’immortale Tsamis).
Il cippo miliare / monumento contornato da autunnali alberi con un freddo Sole in secondo piano in copertina, acchiappa l’attenzione perché oggettivamente abbinando al nome del prodotto fa fantasticare la mente di chi si avvicina al disco.
Nulla da dire a riguardo dei suoni che risultano più pieni e pesanti rispetto all’album di riferimento, soprattutto per la differente cilindrata vocale di Lavery rispetto a quella di Cans, invece c’è da ridire su quest’ennesima raccolta dei Warlord della quale forse non ce n’era un impellente bisogno. Il calcio d’inizio è affidato all’epicamente galattica “Invaders” e la sua inquietante narrazione di colonizzazione aliena del pianeta Terra. Anche le lordianguardiane “Battle Of The Living Dead”, la triste marcia di “Winds Of Thor” o la biblica “War In Heaven” sono più muscolose rispetto alle musiche di inizio millennio; si lasciano ascoltare perché sono dei grandi classici ma non riesco ad innamorarmi come dovrei/vorrei. Nell’Iliade di Omero ci trasporta “Achilles Revenge”, canzone che adoro però, come detto nell’introduzione, già presente in Rising Out Of The Ashes e quindi perché prendere un frigorifero se si possiede già un frigorifero? “Sons Of A Dream” la criticavo ai tempi per mancanza di trascinamento e la critico anche in questa modalità; pezzo che continuo a trovare piatto e con poca anima. Penso che questa sia la 192esima versione di “Deliver Us From Evil” proposta dal gruppo americano e, per quanto sia iconica, credo non si debba aggiungere altro sulla funzionalità di questa scelta e selezione in generale. Della conclusiva “Winds Of Thor (Thomas Mergler mix)” dico solo che risulta utile come Koopmeiners alla Juventus.
Nella versione digitale giunta in redazione mancano le bonus contenute nel cd, per cui la recensione può risultare mutilata.
Sarebbe anche un buon lavoro se non fosse qualcosa di già sentito dei Warlord, gruppo che amo profondamente, ma questa collezione non raggiunge la sufficienza perché di positivo trovo sia da vedere solo come un tributo a Tsamis.
Sarò stato impietoso nel giudizio, ma i fan non sono dei bancomat con le gambe.



