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Album One Alive World Tour 2025
W.A.S.P.
Live Music Club, Trezzo sull’Adda (Mi)
28 ottobre 2025
“E venne il giorno”. Ed era anche ora, aggiungerei io. Dopo due discussi annullamenti che hanno creato malumori e polemiche a non finire, gli W.A.S.P. riescono finalmente a raggiungere l’Italia per regalarci una data (di recupero) del loro tour mondiale.
Molti dei presenti di sesso maschile hanno passato gli ultimi due giorni a stringere le parti basse del proprio corpo in un rito scaramantico e doloroso affinché l’evento avesse luogo. Il dolore provocato da questo gesto arcaico ha comunque dato i suoi frutti visto che siamo riusciti ad ottenere quanto sperato. Non senza un brivido finale, quando l’entrata in scena di una ragazza dell’organizzazione con un microfono in mano (a spiegare cosa fare e non fare durante lo show) ha fatto venire i sudori freddi un po’ a tutti. Vuoi vedere che a qualcuno è venuto mal di “la qualsiasi”?
Appurato che tutto era a posto e il gruppo stava per entrare in scena, mi sono ricordato di quando acquistai la musicassetta dell’album che oggi viene proposto per intero. Ricordi di un tempo lontanissimo che fu ma, soprattutto, ricordi di un bellissimo acquisto. Piacciano o meno, questa band fa parte della storia del metal. E un esordio musicalmente e visivamente di questo livello ne è una piena dimostrazione.
Il pubblico presente è numeroso, non me l’aspettavo. Dopo le due “assenze” consecutive, temevo una forte diserzione da parte della gente e invece l’affetto per questo gruppo, soprattutto per Blackie, diciamo pure le cose come stanno, è molto forte. Giovani ne ho visti molto pochi, questa sera le persone presenti possiamo gentilmente definirle “âgée”. D’altronde la band il meglio l’ha dato decenni fa. Ma la voglia di vederli, l’eccitazione palpabile da parte di tutti è forte e sembriamo tutti dei ragazzini in attesa di idolatrare il proprio beniamino. Ma davvero tra poco vedremo il nostro Blackie a pochi metri da noi? Non ci sembra vero.
Ore ventuno e trenta, si dovrebbe iniziare.
Ore ventuno e trentasette. Ma io mi domando e dico, c’è solo un gruppo, è chiedere troppo iniziare puntuali? Il palco è pronto da ore, questi sette minuti… perché? Ma appena si spengono le luci e si accendono quelle rosse che illuminano la scenografia, tutto il nervosismo passa, tutto è perdonato, loro stanno arrivando… lui sta arrivando.
Entra Aquiles (che adoro) e già inizio ad agitarmi. Lo segue Mike e l’agitazione continua a salire. Tocca a Doug e ormai sono agitatissimo. Ora è il momento di Blackie e non mi trattengo più. Come tutti inizio a gridare il suo nome a squarciagola. La tonnellata di carisma che possiede ce la riversa addosso con un solo sguardo e allora tutti capiamo che stiamo per vivere un’esperienza che ci riporterà indietro nel tempo, a quarant’anni fa, quando quattro ragazzi decisero di suonare il loro metal scioccante fregandosene di tutto e di tutti, pubblicando un disco d’esordio che mostrò al mondo chi erano e cosa volessero fare gli W.A.S.P.
Mi sono ripromesso di stare calmo, di mantenere una certa dignità, di fare subito le foto in modo da gustarmi poi in santa pace il concerto.
Ma capirete anche voi che se si inizia con “I Wanna Somebody” il banco salta. E infatti non ci ho capito più niente, i buoni propositi iniziali sono andati a farsi f…regare e ho iniziato a saltare e cantare senza ritegno alcuno. Meno male che non c’erano i miei figli a vedermi.
I “ragazzi” sono in forma. Si vede e si sente. Senza aprire il solito dibattito sulle basi o no, l’unica cosa che dirò a riguardo è che a mio parere un aiuto ci sia, i cori probabilmente sono tutti troppo perfetti, ma quando praticamente ogni ritornello viene interamente cantato dal pubblico, credo che questo poco importi. Poi ognuno la pensi come vuole, sta di fatto che l’amore incondizionato a cui ho assistito questa sera e in questa occasione, fa decisamente passare in secondo, terzo, quarto piano il dilemma amletico (per alcuni) dell’utilizzo delle basi. Qui, ora, per questo concerto, per quanto abbiamo visto e goduto, un bel chissenefrega non fu mai meglio utilizzato.
L’album viene riproposto in ordine come su disco. Non ci sono sorprese ed è perfetto così. Blackie è imponente dall’alto del suo metro e novanta e fischia, si muove avanti e indietro sul palco, accenna a delle brevi corse, insomma, i cronici dolori di schiena, in questo momento, non lo stanno affliggendo.
Da “Hellion” in poi, alle spalle della band, ci sono tre schermi che proiettano I video musicali dei pezzi che vengono suonati. A rivederli sono abbastanza imbarazzanti, ma sono loro, sono gli W.A.S.P., quelli veri, quelli genuini. E allora ci si immerge negli eighties e si rivede in azione la band grezza e schietta che scandalizzò i benpensanti dell’epoca.
Terminato con il disco omonimo, i quattro musicisti si prendono cinque minuti di pausa (che effettivamente in un concerto sono un’eternità) e al loro ritorno presentano un medley del meglio che hanno fatto in seguito. E il livello rimane altissimo con un bellissimo momento in cui Blackie, solo con chitarra e voce, ci canta “Wild Child” e tutti noi che lo accompagniamo in un coro entusiasta e malinconico, perché sappiamo che siamo alla fine. Infatti “Blind In Texas” chiude uno spettacolo al quale è valsa la pena di esserci. Eccome.
Saluti finali e Blackie si arrampica sopra il totem/microfono ed è il tripudio. Ovazione.
Tutti in piedi, signore e signori, a voi gli W.A.S.P.
Tutti in piedi, signore e signori, a voi Blackie Lawless, semplicemente gli W.A.S.P.
Setlist W.A.S.P.
Intro W.A.S.P. Medley Remix
01. I Wanna Be Somebody
02. L.O.V.E. Machine
03. The Flame
04. B.A.D.
05. School Daze
06. Hellion
07. Sleeping (In The Fire)
08. On Your Knees
09. Tormentor
10. The Torture Never Stops
The Big Welcome
11. Inside The Electric Circus / I Don’t Need No Doctor / Scream Until You like It
12. The Real Me (cover The Who)
13. Forever Free / The Headless Children
14. Wild Child
15. Blind In Texas
Formazione W.A.S.P.
Blackie Lawless – Voce, Chitarra
Mike Duda – Basso
Doug Blair – Chitarra
Aquiles Priester – Batteria
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Non l’avrei mai detto, ma gli W.A.S.P. hanno vinto. Il loro concerto è stato un tripudio. Purtroppo la durata è stata di un’ora e venti (con cinque minuti di pausa) e nessun gruppo di spalla. A cinquantadue euro qualche pezzo in più si poteva suonare e aggiungere almeno una band di supporto pure. Avrebbe giustificato la spesa che, dal mio punto di vista, ho trovato eccessivamente alta. Questo è l’appunto negativo che mi sento di evidenziare, troppo caro. Per il resto gran divertimento e grandi emozioni.
Non so se avrò altre occasioni per rivederli, ma quello che so e che ho sentito da conoscenti presenti al live e super seguaci del gruppo, è che questa è stata sicuramente una delle migliori esibizioni di Blackie e soci. E allora mi ritengo fortunato di esserci stato.
Nelle foto, ovviamente brutte come al solito, ce n’è una fatta ad uno degli schermi che proiettava i vecchi video. L’ho fatta ad un vecchio componente della band. Non me ne voglia nessuno, ma il chitarrista degli W.A.S.P. per me rimarrà sempre lui.















