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40 YEARS ANNIVERSARY TOUR
HELLOWEEN + Beast In Black
Unipol Forum, Assago (Mi)
19 novembre 2025
E via verso Assago per vedere gli Helloween e in Beast In Black. Questa sera ci sono le zucche tedesche dal vivo, non so se mi spiego. Come si fa a non voler bene a questi sette “giovanotti” che hanno scritto una pagina, anzi un capitolo, importante della storia del metal mondiale? Non si può, e infatti difficilmente trovi qualcuno che ne parli male in assoluto. Si può discutere di quell’album più o meno bello, della formazione con questo o quel cantante, ma alla fine li si ama e basta.
L’orario di partenza, tra l’altro da me caldeggiato fortemente, è abbastanza fantozziano, alle quattordici da Torino. Ma per evitare code e imprevisti optiamo per una partenza “intelligente”. Alle quindici e trenta io e i miei compagni di viaggio siamo al parcheggio e ci rimaniamo per altre tre ore a chiacchierare, mangiare, a bere e, soprattutto, a prendere un freddo che contribuisce a farci maledire tutte le eventuali divinità esistenti senza distinzione di religione alcuna.
Pensando agli Helloween, ricordo che la prima volta che comprai dei vinili, ben due e frutto di creste clamorose sulla spesa che iniziai a fare per “dare una mano” in casa, la tensione era altissima. La scelta fu ponderata e frutto di ore ed ore di raccolta dati e informazioni sulle varie, poche in verità, testate giornalistiche metalliche della penisola. Dalla mia ricerca vennero fuori due titoli, uno era Peace Sells… But Who’s Buying? e l’altro Keeper Of The Seven Keys Pt. I. Mi stupì la dicitura “Pt. I”, tant’è che domandai al negoziante, mio amico, se mi avesse venduto solo la metà dell’album. Ma quando sentii la prima nota uscire dalle casse fu amore a primo ascolto e, nonostante alcuni passi falsi (tra cui l’ultimo, potete pure insultarmi), non ho mai smesso di seguirli.
Capirete che il ricordo giovanile influisca molto sul mio giudizio, ma se il mio buon proposito di rimanere obiettivo è andato a farsi benedire dopo un secondo di live, questo è dovuto principalmente al fatto che insieme a me, questa sera, c’è mia figlia Sofia, alla quale ho fatto ascoltare la band quando aveva solo sette anni, e ora, dopo quindici, siamo qui abbracciati a gridare e cantare come dei matti sulle note di questo fantastico gruppo tedesco. Emozione bellissima che volevo condividere, scusate.
Ora che vi ho annoiato abbastanza con questa introduzione strettamente personale, passiamo al report cominciando dai Beast In Black, gruppo finlandese che accompagna gli Helloween in questo tour su e giù per l’Europa. Li conosco poco, non ne sento parlare benissimo, soprattutto dai vecchiacci come me. Dance metal o pop metal, con queste due descrizioni viene sommariamente identificata la loro musica. Per quanto riguarda i concerti, sono di bocca buona e non sto troppo a guardare che tipo di metal venga suonato. Per quanto riguarda un live, a me interessa la prestazione, il genere non sto a giudicarlo, non ha senso guardare un gruppo che suona un tipo di musica che non ti piace e poi dire “non mi piace”. Si giudica come quella musica venga eseguita sul palco e con quanto impegno. Io faccio così. Comunque sono curioso di ascoltarli.
Ore diciannove e trenta, si comincia.
I Beast In Black si presentano belli carichi sul palco. Molti suoni di contorno, molte basi, ma tutto sommato va bene, il loro genere richiede fondamentalmente questo. Basta non esagerare.
Partono in quarta con “Power Of The Beast” e “Hardcore”. Il pubblico apprezza e l’atmosfera generale è buona. Dopo i primi due brani dove sono impegnato a fare le mie solite pessime foto da uno smartphone non di ultima generazione, inizio ad ascoltare meglio e, per me che solitamente sono bravo e tollerante, mi sale la carogna.
Osservo il batterista che, magicamente, con le braccia alzate, le bacchette roteanti al cielo ed in posa con i capelli al vento riesce a far suonare comunque i tom e il rullante. Magia. O “qualquadra non cosa”, direbbe un mio amico. Il mio compagno d’avventura Gianni, batterista anch’esso, mi sottolinea anche lui questo fatto, sottolineando e rimanendo stupito di quanti suoni faccia la batteria e quanto siano essenziali invece i movimenti del buon Atte Palokangas. Va beh, probabilmente noi non ci capiamo niente, guardiamo troppe puntate di “Enigmi Alieni”, perché qui si tratta di tecnologia aliena.
Il pubblico è per metà entusiasta e per metà no, per i motivi elencati nella mia tediosa introduzione. Ripeto, non è il mio genere, non mi piace, ma non è questo il problema. Il problema è che adesso notiamo che i cori sono la perfezione assoluta. I due musicisti che li fanno, oltre ad avere la stessa identica voce del cantante, sono perfetti, sono… fate voi. So soltanto che gli W.A.S.P. hanno più pudore. Va beh, probabilmente noi non ci capiamo niente, guardiamo troppe puntate di “Il boss del paranormale”, perchè qui si tratta di cori “misteriosi”
Il cantante nei ritornelli ha una voce femminile che lo accompagna praticamente sempre. Sbaglia due entrate, ma la voce continua a sentirsi imperterrita, e quindi deduco che lui sia, probabilmente e come direbbe la signorina Silvani: “pure ventriloquo”. Va beh, probabilmente noi non ci capiamo niente, guardiamo troppe puntate di “Voci dall’aldilà”, perchè qui si tratta di voci “miracolose”,
Kiske ha sbagliato un’entrata e si è sentito eccome l’errore, il classico ingresso anticipato, al che ci ha guardati e si è messo a sorridere. Anche lui, soprattutto verso la fine, è stato aiutato, ma con un minimo di decenza e di buon gusto.
Ora sono in tanti tra il pubblico a disquisire su queste anomalie e da metà concerto in poi, diciamo da “Sweet True Lies”, il malumore serpeggia poco velatamente. E ripeto ancora una volta, se tanti ironizzano sulla musica, il mio fastidio non è dato dalla loro proposta, ma da come la propongono. No, così non va. Ok le basi, ormai è prassi diffusa, ma qui stiamo assistendo a un live poco live, non dico ai livelli di Sanremo degli anni ottanta, però… E questo non mi sta bene, mi sento preso in giro.
Cosa volete che aggiunga a questo report. Non sto facendo una recensione di un disco, quindi non ho altro da dire. A chi sono piaciuti perché li segue ed è un fan, posso capire che passi sopra o non ci faccia caso, ma io, che non sono un seguace e mi piace vedere e soprattutto ascoltare i musicisti fare il loro lavoro con gli strumenti a loro disposizione e con meno “aiuti” possibili, non mi va giù.
Basta, la chiudo qui. Se non si fosse capito, i Beast In Black non mi sono piaciuti. E visto che ci sono, aggiungo pure che preferisco di gran lunga i Battle Beast, ciapa lì.
Scaletta Beast In Black
01. Power Of The Beast
02. Hardcore
03. From Hell With Love
04. Blood Of A Lion
05. Cry Out For A Hero
06. Sweet True Lies
07. Enter The Behelit
08. Beast In Black
09. Die By The Blade
10. One Night In Tokyo
11. Blind And Frozen
12. No Surrender
Formazione Beast In Black
Yannis Papadopoulos – Voce
Anton Kabanen – Chitarra
Máté Molnár – Basso
Atte Palokangas – Batteria
Daniel Freyberg – Chitarra
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Il pubblico fa un’ovazione già al momento della calata del telone con il logo. Figuriamoci cosa ci aspetta e cosa ci aspettiamo dopo.
Gli Helloween festeggiano in grande il loro quarantennale con un mega tour e, con l’ormai consolidate formazione a sette, calano in Italia per, purtroppo, un’unica data.
Nervosismo e frenesia sono palpabili tra il pubblico e allo spegnimento delle luci, con di sottofondo “Let Me entertain You” di Robin Williams, l’entusiasmo è alle stelle. Sono le ventuno, lo spettacolo sta iniziando.
Giù il telone, breve intro e poi via con “March Of Time” e che il delirio abbia inizio. Michael e Andi la cantano insieme, un pezzo di storia che mette i brividi a tutti e mi fa mettere via il cellulare. Le foto per il report le farò quando le farò, ora mi tremano le mani e sto cantando come un ossesso. Lasciatemi in pace.
Segue “The King For A 1000 Years” e i magnifici sette continuano a tessere la loro tela di suoni incredibili e travolgenti, poesia ed esaltazione che si mescolano in un vortice che cattura e imprigiona tutto il pubblico. La scenografia con i megaschermi e le animazioni che accompagnano i vari brani è perfettamente adeguata. Uno spettacolo nello spettacolo. Ma per me potrebbero suonare in una cantina con dietro un muro marcio che non me ne fregherebbe nulla, sarei comunque sempre in paradiso.
“Future World” cantata da Michael, Andi e Kai precede la bellissima “This Is Tokyo”. Sascha, nella prima parte della serata, la fa da protagonista, si occupa della maggior parte degli assoli e, per la gioia della quota rosa presente, cattura le attenzioni di una parte del pubblico (non che avesse chissà che concorrenza, non me ne vogliano gli altri sei).
“We Burn” è il primo pezzo ad una sola voce, e ovviamente, se ne occupa Andi. E qui iniziamo a litigare come dei ragazzini tra di noi su chi sia il “vero”, il “migliore” e “via dicendo”, cantante degli Helloween. E ma uno è stato il primo. E ma l’altro li ha salvati. A parte che il primo è stato Kai e probabilmente si sarebbero anche salvati da soli, mi piace sempre discutere animatamente di questi argomenti importanti della vita.
Si continua con “Twilight Of The Gods” cantata solo da Kiske prima di un intermezzo animato. Il tempo ai “ragazzi” di rifiatare e poi sotto con “Ride The Sky”, e rivedere per un momento solo Kai, Weikath e Markus è stato da “Libro Cuore”. “Into The Sun”, “Hey Lord!” (pazzesca!), “Universe (Gravity For Hearts)” dall’ultimo album, ‘nsomma, e “Hell Was Made In Heaven” sono un tripudio di musica metal senza tempo. Tutto bellissimo, tutto coinvolgente, ma forse, suoni non proprio prefetti. Da loro ci si aspetta il meglio del meglio come produzione, e, forse, l’unico nove, e non dieci della serata, è proprio il sound. Inezia.
Dopo l’assolo di batteria di Dani (un po’ noioso) che fondamentalmente serve a far rifiatare nuovamente le ugole dei cantanti, parte beh.. non so voi, ma “I Want Out” è un’iniezione di adrenalina pura che risveglierebbe un orso in letargo da un mese.
Momento acustico con “A Tale That Wasn’t Right” e abbraccio commosso con mia figlia con vistoso tremolìo del mio mento e appannamento della vista dovuto alla formazione di liquidi lacrimali.
Si accelera di nuovo con “Heavy Metal (Is The Law)” e poi l’apoteosi con “Halloween”. Scusate, ho dimenticato la maiuscola, Apoteosi! Non poteva mancare “Eagle Fly Free” e qui, il buon Kiske ha iniziato ad arrancare e ha lavorato d’esperienza facendo cantare la maggior parte del pezzo al pubblico.
“Power”, “Dr Stein” e parte finale di “Keeper Of The Seven Keys” a chiudere un concerto di due ore un quarto. Non ci sono parole, solo emozioni, e sono tante.
Quanto abbiamo visto stasera ci rimarrà impresso per sempre. Grazie ad una band che è sempre rimasta fedele a sé stessa e fedele a quel discorso iniziato ormai quarant’anni fa. Io, come tanti altri, sono cresciuto con loro. Non so se sono venuto su bene, ma ringrazierò sempre gli Helloween per la compagnia che mi hanno fatto, che mi fanno e che mi faranno sempre.
Scaletta Helloween
Let Me Entertain You
Interlude
01. March Of Time
The Keeper
02. The King For A 1000 Years
03. Future World
04. This Is Tokyo
05. We Burn
06. Twilight Of The Gods
The Keeper
07. Ride The Sky
08. Into The Sun
09. Hey Lord!
10. Universe (Gravity For Hearts)
11. Hell Was Made In Heaven
12. Drum Solo
13. I Want Out
14. Pink Bubbles Go Ape
15. In The Middle Of A Heartbeat
16. A Tale That Wasn’t Right
17. A Little Is A Little Too Much
18. Heavy Metal (Is The Law)
The Keeper
19. Halloween
Invitation
20. Eagle Fly Free
21. Power
22. Dr. Stein
23. Keeper Of The Seven Keys (solo parte finale)
Formazione Helloween
Michael Kiske – Voce
Andi Deris – Voce
Kai Hansen – Chitarra, Voce
Michael Weikath – Chitarra
Sascha Gerstner – Chitarra
Markus Grosskopf – Basso
Dani Löble – Batteria
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CONCLUSIONE
Il pubblico mi è sembrato numeroso nonostante fosse a metà settimana e soprattutto credo, anzi ne sono sicuro, sia rimasto completamente soddisfatto. L’ultima immagine è quella di Hansen che lancia plettri a manciate. A manciate! Credo si siano divertiti anche loro sul palco.
Ci dirigiamo verso la macchina con un sorriso ebete in volto e un compiacimento tale da mettere in secondo piano l’ansia da uscita in coda chilometrica dal parcheggio. Stranamente riusciamo a incanalarci abbastanza velocemente verso l’autostrada e tutto sommato in un tempo ragionevole siamo fuori da Milano. Ennesima nota positiva della serata. In macchina riviviamo le emozioni provate all’interno del Forum e concludiamo le nostre riflessioni ritenendoci fortunati ad essere tra quelli che hanno avuto il privilegio di poter assistere a questo meraviglioso show degli Helloween. Ad un concerto metal, solo, semplicemente puro heavy metal.
P.S.: sì, avete ragione, ho fatto le foto direttamente allo schermo gigante.


















