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In occasione dell’uscita con l’attesissimo nuovo disco dei thrashers americani Exodus dal titolo “The Atrocity Exhibition” gustatevi una breve ma gustosa chiacchierata con lo storico chitarrista della band Gary Holt!
Dopo un’ora di ritardo, suona il telefono intorno alle 23.30… Fortuna che nessuno dormiva in casa… Ma forse il buon Gary stava finendo di mangiare… Ehhhh fuso dal fuso orario!
Ciao… come stai? Tutto bene? Benvenuto a questa intervista di EP… è un vero piacere parlare con una delle icone più importanti dei thrashers della bay area. Spero ci divertiremo in questa chiacchierata!
Prima di tutto, a proposito del nuovo album, cosa puoi dirci? Invitami a comprarlo e cerca di essere convincente!
Naturale… è il più fottuto, grandioso, pesantissimo, fuori di testa, pazzo e miglior album che abbiamo mai fatto (ride)… Oh, devi assolutamente comprarlo!
Avete optato per un titolo ed una copertina molto violenti e di impatto per questo vostro “The Atrocity Exhibition”: come mai questa scelta?
In realtà si tratta di un libro scritto da J.G. Ballard: è stato d’ispirazione per scrivere l’intero disco! Niente di più.
Che musica gira nel lettore di Gary Holte in questo periodo? A cosa ti ispiri, vecchie o nuove leve?
Oh sai… i soliti vecchi classici… Rainbow, Judas Priest, Venom, tutte cose old school… Niente di troppo innovativo o qualche stronzata new metal!
Sembra che in questi anni abbiamo avuto un ottimo ritorno al periodo thrash. Molte band hanno già fatto reunion, come voi. Finiti i soldi o pensi ad una nuova scena con i mitici di un tempo?
Mah! Io penso che sia tornato ad essere molto popolare di nuovo. Ci sono molte nuove band thrash, ma soprattutto si sono riformate tantissime band del periodo della metà degli anni ’80… Siamo sempre stati qua, solo che ora il look è diverso e chiaramente siamo tutti cresciuti, ma è bello essere ancora tutti sulla scena!
Qualcuno ha definito i vostri album dopo la reunion un po’ più “death svedese” come orientamento (io li ho trovati semplicemente geniali); cosa pensi della differenza dei suoni tra oggi e gli anni ’80?
Io penso che sia dovuto alla voglia di andare avanti, di passare al livello successivo e di evolversi. Questo ha cambiato il nostro suono e i testi. Crescere è un processo giusto ed è così anche per noi nella nostra musica, lo definisco progresso del thrash!
Parlando delle influenze del thrash… pensi ci siano molte differenze tra la scena europea e quella americana?
La scena europea è decisamente buona! Sai, in America stanno venendo fuori tante di quelle cagate con la musica new metal, cose che personalmente odio. Invece l’Europa ha avuto delle influenze decisamente positive, soprattutto con il death metal del Nord Europa. E’ una scena che seguo molto e ti dirò che mi piace moltissimo.
Come ti senti a suonare dal vivo oggi? E’ come suonare negli anni ’80 o è diverso? E perchè?
E’ stupendo suonare oggi, perchè hai alle spalle quell’esperienza che prima non avevi e ci sono un sacco di ragazzi “old school” che vengono a sentirci: questo è bello! Trovi molte persone davanti a te che ti seguivano quella volta e molti ragazzi che adorano un genere di musica che era sulla cresta dell’onda quando ancora non erano nati… Assolutamente splendido.
Cosa ne pensi della tua vita da musicista, diversa da quella della maggioranza delle persone?
Oh beh… Sai le cose belle sono viaggiare, la musica, le persone, tanta gente che viene a sentirmi suonare, bere, fare festa tutti i giorni…. Quello che mi manca, invece, chiaramente sono i bambini, la casa, la famiglia, tutto ciò che mi viene a mancare quando sono via… Il tempo della mia vita!
Ma questo è quello che comporta la musica. Sai, ora cerco di vivere solo con quello che mi dà la musica e non lavoro, quindi è uno stile di vita che devi accettare. Tuttavia o ti piace o no come tutto il resto delle cose e… a me piace!
Vi ho visti suonare lo scorso dicembre in tour in Italia: ottima esibizione! Avete in previsione un nuovo tour, suppongo…
Sì! Saremo in America per gennaio e penso in Europa all’inizio di marzo. Adoro essere in tour e poi hai la possibilità di conoscere tanta gente e soprattutto molti ragazzi delle altre bands con cui suoniamo. Sai, adoriamo suonare con altre bands… ci sentiamo sempre come una famiglia in tour ed è bellissimo! E poi c’è tanto alcool che ci lega tutti assieme eheh!
L’intervista è finita e io ti ringrazio! A te l’ultima parola per un saluto a tutto il nostro staff e ai vostri fans in Italia!!!!
Grazie per il vostro supporto a tutti i fans italiani, adoro tutto del vostro Paese: storia, cibo, vino e donne… Sto bene ogni volta che ci torno!
Sito ufficiale: www.exodusattack.com
Recensione dell’album “The Atrocity Exhibition” sul nostro sito: http://www.entrateparallele.it/modules/lykos_reviews/index.php?op=r&rev_id=756&cat_id=1