Place Vendome (Michael Kiske)


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Intervista Place Vendome, Michael Kiske

Michael Kiske è uno dei personaggi storici più controversi della scena heavy metal. Dotato di una delle migliori voci mai sentite in campo heavy (e non solo), il protagonista degli storici “Keeper Of The Seven Keys” degli Helloween da parecchi anni ha dato vita ad una carriera artistica lontana dal metal tradizionale e negli ultimi tempi si è fatto notare per il progetto Place Vendome, che assieme a quasi tutti i membri dei Pink Cream 69 propone un elegante AOR.
Non sono mancate però comparsate in campo heavy metal, prima sotto lo pseudonimo “Ernie” nel primo Avantasia di Tobias Sammet, collaborazione che poi è proseguita negli altri due album, e recentemente nei Revolution Renaissance di Timo Tolkki, ex Stratovarius. Una intervista con Kiske non è mai facile: si rischia di farlo innervosire e di avere risposte monosillabiche. Noi ci prendiamo una volta tanto i nostri meriti, perchè riteniamo che, grazie alle domande preparate da Davide “Dee Wild” Bertozzi e Paolo “Scary666” Torluccio, alla supervisione del caporedattore Alessio “Thor” Torluccio e infine alla telefonata di Ivan “Ivol” Gaudenzi all’artista, tutto sia andato veramente per il meglio. Godetevi quindi la lettura riguardante un Michael Kiske estremamente disponibile, convinto che il cambiamento e le sue decisioni siano il frutto di un percorso artistico di grande maturazione, con tanti accenni al futuro e al passato che tutti conosciamo.

Ciao Michael! Innanzitutto complimenti per la stupenda performance sul nuovo “Streets Of Fire” (a cui abbiamo assegnato un bel 9). Come lo vedi rispetto al precedente “Place Vendome”?

Ciao! Direi che la differenza principale è che suona molto più AOR ed è completamente diverso dal precedente, soprattutto per quanto riguarda le parti vocali. Abbiamo rivisto le canzoni molte volte, specialmente per il cantato; a volte non ero sicuro di certe melodie e di certi brani, per cui li abbiamo ripresi dall’inizio e cambiati totalmente. E’ molto bello comporre in questo modo ed i brani hanno acquistato un valore particolare.

Il precedente “Place Vendome” era nato da una iniziativa di Serafino Perugino, della Frontiers, che ti aveva proposto la cosa. Per questo secondo capitolo si è fatto di nuovo sentire Serafino o hai deciso tu di continuare?

Sì, è nato tutto da lui. Quando Serafino ha avuto quest’idea volevo veramente fare qualcosa di nuovo e quando ho deciso di firmare il contratto con lui avevo già la sicurezza di fare più dischi. Anche lui aveva già pianificato di produrne più di uno!

Intervista Place Vendome, Michael Kiske

Una delle domande più frequenti che ti vengono rivolte è legata alle eventuali date dal vivo dei Place Vendome. Hai qualche novità da questo punto di vista?

Non ho novità, nel senso che non ho ancora pianificato di salire sul palco. Quando tornerò on stage voglio farlo essendo me stesso al 100%, è una cosa per me molto eccitante. La mia musica, il mio progetto, il mio ritorno sul palco dovrà essere il ritorno di Michael Kiske. Non voglio essere una marionetta dove il pubblico si aspetta che suoni solo i vecchi brani. Voglio che vengano ad ascoltare la mia musica.

Come hai mostrato magnificamente nel bellissimo “Kiske”, ogni tuo disco svela una parte di te, in quel caso quella più intima; quindi ogni album è pura comunicazione, trasmette qualcosa; cosa vuole comunicare il Michael di oggi?

A mente aperta, ti dirò che mi piacciono le canzoni semplici. Voglio essere ancora un buon songwriter e vorrei fare di più, scrivere canzoni nella maniera migliore possibile e sposarle con le mie ideologie. La superficialità dello show business non mi interessa più come una volta, ma sai… Quando sei giovane è diverso, è una questione di spirito. Le canzoni in qualche modo raccontano la tua storia ed io voglio scrivere quello che mi piace, lasciando un segno tangibile di me.

Sul tuo sito web abbiamo scoperto che hai scritto un libro “Kunst Und Materialismus”, uscito solo in lingua tedesca: ce ne vorresti parlare? Hai in mente qualche altra pubblicazione per il futuro?

E’ piuttosto vecchio, risale al 1995 se non vado errato, ma non sono molto soddisfatto di quello scritto. Ho già composto altre pagine, che potrai trovare sul mio myspace, molto più interessanti. Si chiama ‘No Humanity Without Freedom’ ed è scritto in inglese.

Intervista Place Vendome, Michael Kiske

In futuro si avrà la fortuna di ascoltare un nuovo album dei Supared?

Stavo cercando di mettere su una nuova band con i Supared, ma le cose non sono andate così bene. Quando cerchi di comporre in gruppo è sempre più difficile, invece con il progetto Kiske le cose sono diverse, mi diverto a scrivere, a mettere insieme idee per le canzoni. Scrivo molto meglio da solo. Tanti artisti preferiscono mettere assieme le idee, io sono molto più individualista.

Nel corso di questi anni hai cantato in numerosissimi album e hai mostrato tutta la tua voce in diversi generi e soprattutto sotto tantissime sfaccettature, segno di grande maturità; oggi sembra forse che quello che tu vuoi comunicare si “esprima” meglio in un range medio, piuttosto che in quello alto/estremo con cui hai esordito. C’è un particolare motivo, un sentimento personale o qualcosa del genere dietro questa coraggiosa e rispettabile scelta? Ci sono stati momenti e situazioni precise che hanno contribuito alla tua maturità artistica?

Dipende dalle canzoni. Non scrivo musica nei Place Vendome, mi occupo solamente di dettagli vocali per come vengono scritti i brani. Sai… La voce con i toni alti non fa di te un buon cantante per forza. Quando ho riarrangiato i pezzi per “Past In Different Ways”, ad esempio, ho preferito essere il più personale possibile facendo un lavoro molto diverso, ma senza dubbio molto più naturale. L’uso della voce spesso viene da sè, molto tranquillamente, senza pensare a delle tecniche particolari, ma seguendo la canzone e la musica principalmente.

A proposito di “Past in Different Ways”… E’ stato un album voluto, oppure un contentino per tutti quei fan che ti assillavano per sentirti tornare al passato?

E’ l’etichetta che mi ha chiesto di fare quel disco: non li posso biasimare, anche se all’inizio non mi sembrava una buona idea. Con il tempo mi sono convinto che poteva funzionare. A volte rifiuto la mia stessa musica, ma con questo disco ho riportato alla luce quei brani rendendoli più emozionali e miei ancora una volta. E’ molto personale e ho bei ricordi di quei brani, che sono parte di me anche se ora non mi appartengono più. Mi sono sorpreso di come sia venuto fuori riprendendo il mio materiale di allora e trasformandolo completamente. E’ molto diverso. Con gli Helloween ero un membro di una band hard rock e allora andava bene, ma avevo diciassette anni ed i testi, anche se buoni, erano un po’ naïf. Diventa tutto più bello quando riesci a riprendere le stesse canzoni e riproporle con un sound diverso. Sono molto contento di aver fatto quel disco.

Intervista Place Vendome, Michael Kiske

Ci sono un gruppo o un artista oggi che ti affascinano particolarmente? O un cantante che vedi come tuo erede?

Giusto prima di quest’intervista stavo ascoltando Sheril Crow in “Blue Ray”. Gran bella voce. Mi sto avvicinando a gruppi che non mi avevano mai interessato più di tanto prima e mi piace molto. Ascolto tanto anche i Beatles e gli Oasis. Ho scritto un paio di canzoni ispirandomi ai loro stili e ti dirò che è utile per fare qualcosa di diverso.

Qual è il tuo album preferito tra “Instant Clarity”, “Readiness To Sacrifice” e “Kiske”?

”Kiske” è senza dubbio il mio preferito. Capiamoci… Mi piacciono molto anche gli altri, ma quello è più forte e i testi sono migliori: adoro quelle canzoni. E poi essendo il mio ultimo disco solista è giusto che sia il più bello; in ogni disco cerchi di fare meglio, per cui è positivo che mi piaccia più dei precedenti.

Recentemente Sammet ha portato gli Avantasia in tour. Hai pensato di partecipare ad almeno una data?

Ogni tanto me lo chiede e mi hanno anche offerto molti soldi per andare in tour, ma ci vado molto cauto nell’accettare un incarico come quello. Mi piace molto Toby come persona e mi piacciono le cose che fa con gli Avantasia, ma è importante che quando tornerò sul palco sia solo io con il mio pubblico, con chi vuole veramente vedermi per quello che sono diventato e non per chi mi vuole vedere vivere nel passato solo per divertimento. Me l’ha chiesto, ma per ora non è una cosa di mio primario interesse.

Intervista Place Vendome, Michael Kiske

Sempre a proposito di Avantasia, è notizia di questi giorni che Tobias Sammet vorrebbe fare uscire il quarto capitolo entro fine 2009. Ci sarai anche tu, come sempre?

Dipende da come ha intenzione di evolvere la sua musica e se sarà un disco interessante. La mia prova vocale su “Lost In Space” non mi è piaciuta come resa finale. Ho fatto un errore con un sample vocale sbagliato che era troppo veloce, per cui è venuto registrato in una chiave più alta del previsto. Sarebbe stato meglio in una chiave più bassa. Beh… Ora come ora non saprei, ho molte cose per la testa, ma è un’idea che potrei prendere in considerazione, come è già capitato in passato.

Hai qualche previsione per il futuro che puoi svelare?

Quest’anno voglio di sicuro concentrarmi sul mio progetto solista e tornare con un altro album marchiato Kiske entro la fine del 2009. L’idea, sempre nata da Serafino, era di essere accompagnato da una voce femminile e visto che non mi è mai capitato di fare niente di simile, ti dirò che la proposta mi alletta. Ancora non si è pensato a niente di particolare, per cui non posso darti altri dettagli, ma preparatevi a gustare qualcosa di innovativo e assolutamente alla mia maniera!

Siamo giunti alla fine. Una considerazione finale: abbiamo preferito non farti nessuna domanda sugli Helloween in segno di rispetto verso di te. A nostro parere hai dimostrato nel corso degli anni di non essere solo “l’ex cantante degli Helloween” e tutta la tua carriera successiva fino al nuovo Place Vendome dimostra che tu sei prima di tutto Michael Kiske. A te l’ultima parola.

Ahah, vi ringrazio! Quando sei stato in una band come gli Helloween la gente ti vede e ti vuole per quello che sei stato e non per quello che sei. Ho imparato molto in tutti questi anni, ho imparato ad usare la mia voce, ad evolvere la mia musica… Io so bene chi sono. Le persone spesso si limitano a vederti come un cantante metal. Io sono un cantante. Ecco quello che sono. Non suono più quel genere di musica, ma sento di avere ancora qualcosa da dire come artista e come cantante al di fuori del genere della mia musica.

Grazie mille del tempo speso in questa intervista!

Grazie a te e ad Entrateparallele per lo spazio dedicatomi. Mi sono davvero divertito! A presto e… State sintonizzati! Di novità ce ne saranno… E tante!

Sito ufficiale: www.michael-kiske.de
Myspace: www.myspace.com/mkiske

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