National Suicide


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Intervista National Suicide

La rivelazione dell’anno e non solo, almeno per chi scrive, non poteva che darci occasione per una succosa intervista subito dopo l’uscita del disco “The Old Family Is Still Alive”. Dei thrashers trentini National Suicide poco e nulla sappiamo, se non che stanno avendo un discreto successo grazie ad un’ottima attitudine sul palco: abbiamo infatti avuto l’occasione di vederli di spalla ad alcuni nomi di grosso calibro. Considerazioni sulla “vecchia famiglia” e tanto altro verranno scoperte leggendo tra le tante domande sottoposte all’intera band. Buona lettura!

Iniziamo a parlare del vostro album appena uscito, “The Old Family Is Still Alive”. Puro thrash old school grezzo e violento. Qualche dettaglio in più?

Si tratta di nove pezzi abbastanza variegati, anche se tutti assolutamente thrash: ce ne sono di molto veloci (“Let Me See Your Pogo”, “This Is A Raid”), altri più cadenzati (la titletrack e “Sucks’n’Artillery”), altri alternano stacchi e cambi di tempo, ce n’è addirittura uno costruito su di un riffone punk (“Wanted”). Le metriche sono sempre scanditissime, i ritornelli vengono resi piuttosto orecchiabili ora da accordi aperti, ora da cori semplici e diretti che possano essere cantati all’unisono con il pubblico in sede live.
I suoni sono scavati al punto giusto e la voce è arcigna, violenta, beffarda a tratti ed amara in altri frangenti; ma per apprezzarne appieno l’interpretazione bisognerebbe leggere attentamente i testi, coglierne il clima prima ancora dei contenuti.

La bellissima copertina da chi è stata disegnata?! Tra l’altro emerge uno zombie molto simile a quello già nella copertina del vostro mini (non Stefano… il disco!!!! ahah). L’avete adottato come mascotte? Ha un nome?

Volevamo un disegno fatto a mano e non alterato da rimaneggiamenti al computer, oltre che un prodotto di qualità: perciò ci siamo rivolti agli amici Mattia Dossi per l’artwork e Francesco Gazzini per il design. Così, considerato che abbiamo registrato da Tachy al Mago Studio di Avio (TN), il tutto è stato realizzato, per così dire, “in casa”.
Lo Zombie utilizzato per questo primo lavoro richiama il ritorno della Famiglia che si credeva morta e sepolta ed è anche una citazione dei Maiden come del fumetto d’annata, così come il logo lo è dei Nuclear Assault, band tipicamente ottantiana! Il tutto, naturalmente, è funzionale al concetto che “The Old Family Is Still Alive” intende lasciar passare; per cui lo Zombie difficilmente prenderà un nome o potrà diventare la nostra mascotte! Si tratta di un soggetto a tema.

Intervista National Suicide

Chi è la vecchia famiglia ancora viva e che importanza ha per voi? Un’allusione ai fans? Ai gruppi della vecchia guardia?

Per come la vediamo noi, l’heavy metal è un genere musicale codificato e chiaramente espresso da determinati canoni. Lo puoi suonare in modo lento, sostenuto o molto veloce, tanto nella pennata che nella battuta, ma resta sempre metal. Quando è molto tirato, parliamo di thrash metal.
Per più di vent’anni, però, si è utilizzato impropriamente il suffisso “metal” a definire la proposta artistica di musicisti spesso validissimi, ma che al metal si erano solo ispirati o che avevano mischiato al nostro genere una gran dose di apporti esterni. Per quanto interessante, non v’è “nu” o “post” che, proprio in quanto tale, possa aver CONSERVATO le caratteristiche essenziali del genere che intendeva innovare, superare, far evolvere.
La Vecchia Famiglia è quella del metal in senso stretto, che si riconosce come continuità rispetto alle proprie origini, sia dal punto di vista stilistico che attitudinale.
I National Suicide suonano come le band di venticinque anni orsono, somigliano loro come i figli legittimi assomigliano ai genitori, ne ricalcano fedelmente le orme senza però MAI plagiare! In effetti, noi facciamo nuovi pezzi nel caro vecchio stile. E ai ragazzi piace, perché anche molte delle vecchie band NON SUONANO PIU’ quel che suonavano all’inizio… Quel che, a dirla tutta, quei ragazzi vorrebbero ANCORA ascoltare…
Perciò, in buona sostanza, si tratta di ribadire l’appartenenza ad un nobile lignaggio e di riconoscersi nella continuità, con chi ci ha preceduti, con chi oggi ci accompagna e con chi domani, forse, ci seguirà.

Di cosa trattano i vostri testi e chi li scrive?

I testi li scrive Mini, perché ha trentanove anni, segue la scena da quando ne aveva dodici, ha messo su la sua prima band a quindici e tuttora è in circolazione. Ciò vuol dire che sa bene cosa significhi “difendere la linea” tracciata dai suoi coetanei. E anche come rendere nel migliore dei modi il nostro tributo e la nostra promessa a chi su questa via ha lottato e ha vissuto, ma purtroppo non c’è più (“National Suicide”), il senso della nostra differenza (“Nu Posers Don’t Scare Anyone”, “Let Me See Your Pogo”), il nostro vivere non nel passato, ma nella piena attualità della proposta di cui siamo convinti (“The Old Family Is Still Alive”), storie verissime di vita vissuta (“Wanted”), rappresentazioni immaginifiche dello sclero mentale che a volte ci attanaglia (“Please Welcome … My Friends!”, “Sucks’n’Artillery), o anche lo sfogo puro e semplice del senso del nostro stare on stage, ovvero il volerla fare finita con tutto ciò che si insinua nel nostro mondo senza farne effettivamente parte (“This Is A Raid”).
Sì… E’ così…Testi e musica sono inscindibili.

Parlando di live, avete sempre suonato con grandi gruppi della vecchia guardia… Bolle qualcosa in pentola per il futuro? E il Revenge of True Metal?

Al Revenge di quest’anno non suoniamo, ma in compenso ci sono i TANK! Per cui ci troverete al bancone più vicino o sotto al palco, come sempre. Per quanto ci riguarda, abbiamo appena suonato con Whiplash e Artilley, Bonded By Blood, Fueled By Fire e presto suoneremo con altre grandi band. Stay tuned…

Intervista National Suicide

Vivete puramente di thrash o girano altri dischi nei vostri lettori? Influenze?

Ascoltiamo tutti thrash, ma poi ciascuno si lancia anche in territori differenti, che però variano molto fra i cinque elementi della band. Ad influenzarci, comunque, resta sempre e solo il sound della Vecchia Famiglia! Magari aromatizzato da appena un po’ di R’n’R… Ahahah!!!

So che Stefano ha scritto persino un libro: di che si tratta?! Possiamo avere dei dettagli su questa curiosità?

Ecco, qui gli togliamo la parola, perché altrimenti non è più finita. Diciamo solo che si intitola “Il Principio Di Relazione”, che è edito da “M.I.R.” e che tratta in qualche modo del rapporto tra Mistica, Filosofia e Pratiche Sapienziali.
Questo aspetto di Stefano però ci ruga parecchio e lo preferiamo di gran lunga ai party in saletta o sul palco a gridare: “Defend the line!!!!!”. Ahahahah…

Avete avuto l’onore di suonare recentemente al Play It Loud con altrettante grandi bands. Una bella opportunità! Che mi dici di quella giornata?! E quali gruppi hai apprezzato di più?

Guarda: abbiamo cominciato a bere la mattina, prima di partire da Trento; e a Bologna eravamo già piuttosto “secchi”, per così dire… Sai: dovevamo festeggiare il debutto di Zeta al posto di Ema alla batteria… Però l’organizzazione ci è parsa ottima, il palco ben allestito e la risposta del pubblico calorosissima. Certo, ci sono stati alcuni problemi audio sul palco ed i suoni non erano il massimo, ma è normale, quando suoni per secondo ad un festival tanto importante! Ci mancherebbe: neppure i ragazzi nella hall mi pare si siano lamentati più di tanto, o no?
Non c’è stato un gruppo che si sia distinto, a nostro parere. Erano tutte band meritevoli e determinante è stato più che altro il grado di attesa per la loro performance: questo rendeva l’atmosfera più o meno elettrica, come sempre succede.

Qual è il gruppo con il quale avete suonato con più piacere e quello con cui vorreste assolutamente suonare in futuro?

Con Onslaught, Assassin ed Artillery ci siamo divertiti un sacco… Bob tiene ancora tutti i contatti… Al momento, siamo ansiosi di suonare le date in programma: seguitele tutte con attenzione sul nostro myspace e non mancate!

Intervista National Suicide

A proposito di futuro… Progetti a breve termine?

Vediamo se vale la pena di spostarci a suonare un po’ anche all’estero, impegni personali permettendo. Le proposte non mancano… Stiamo vagliando. Nel frattempo, Bob e Tiz stanno buttando giù del materiale per un eventuale prossimo lavoro.

Giuliano della My Graveyard sta lavorando molto per il metal italiano e per portare avanti il metal in Italia. Puoi spendere due parole su di lui?!

Ti basti sapere che quando abbiamo messo i quattro pezzi del “Promo 2007” sullo Space, nell’arco di venti giorni avevamo già quattro proposte di contratto discografico, dall’Italia e dall’estero. Ma noi abbiamo scelto Giuliano, perché è un uomo che vive della propria passione per l’old school, perchè ha creduto in noi sin dal primo momento benché ci rendiamo perfettamente conto di non dare l’idea di essere persone affidabili al 100%, perché non ha mai preteso di influenzarci, perché ci ha fatto un’ottima proposta (considerato che eravamo al debutto) e perché ci dovete dire chi si sbatte come lui in Italia per portare a galla l’underground in quanto SCENA A SE’ STANTE e non semplice “anticamera” di un improbabile successo del cazzo!
Insomma, per noi è un grande e c’è poco altro da dire…

Chi sono i National Suicide nella vita comune fuori dal palco?

Siamo esattamente come ci vedi on stage. Ci vestiamo così, ci comportiamo così, viviamo così e se vogliamo scendere nello specifico Bob e Tiz sono malati di musica, Ivan e Zeta sono malati di… “donna”(?)…, mentre io sono un biker. Le varie passioni però si mischiano e ciascuna viene a sommarsi a ciascun’altra, più o meno in tutti gli elementi della band.

Intervista National Suicide

E ora una serie di domande a raffica a Stefano-Mini:
Qual è il tuo gruppo preferito?

Rose Tattoo!

La cover che ti piace suonare di più?

“A Lesson In Violence”

Il miglior brano dei National Suicide?

Come puoi chiedermi di ammazzare otto figli per salvarne uno?

Il libro più bello che hai letto?

“L’Anello Del Ritorno”, di Emanuele Severino.

La persona che ammiri di più?

Sempre la stessa: l’ultimo che mi ha offerto da bere ieri sera.

La tua bevanda preferita?

Ma birra, no? Ahahah…

Lascia un messaggio per i tuoi fans e chiudi quest’intervista!

Questo è da parte di tutti noi ai Veri, Veri, Veri Amici dei National Suicide: JOIN US! DEFEND THE LINE! THE OLD FAMILY IS STILL ALIVE!!!

Intervista National Suicide
Il redattore Ivan “Ivol” e Stefano Mini dei National Suicide

Myspace: www.myspace.com/nationalsuicidethrash
Recensione “The Old Family Is Still Alive” su EP qui
Recensione Promo Cd su EP qui

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