Drünkards (Marco Vetturi)


Visualizzazioni post:3373

Intervista Drunkards, Marco Vetturi

L’ondata di interesse che ha riportato in auge molti gruppi tricolori degli 80’s ha rappresentato l’occasione giusta per il ritorno sulla piazza dei thrashers bergamaschi Drünkards, grazie alla pubblicazione postuma di “No Trace Of Sanity”. Attraverso le parole del chitarrista Marco Vetturi sbarca su Entrateparallele.it un’altra ottima band proveniente dalla sottovalutata NWOIHM e che avrebbe meritato ben altra gloria: ecco quello che Marco ci ha raccontato nella nostra breve intervista. Buona lettura!

Ciao Marco, benvenuto su EntrateParallele.it! Comincerei questa breve intervista togliendomi un paio di curiosità: “No Trace Of Sanity” viene pubblicato dopo circa vent’anni d’attesa, cosa provi nel tornare a parlare ed a promuovere la musica dei Drünkards dopo tutto questo tempo? La seconda curiosità riguarda il monicker, particolarissimo: vuoi raccontarci la sua origine?

Grazie a voi per l’ospitalità.
E’ una vera soddisfazione per me essere riuscito finalmente a pubblicare questo album dopo vent’anni di silenzio.
E’ bello vedere come ci siano ancora molte persone che si ricordano di noi, perché avevano acquistato il vinile del primo album o addirittura la cassetta del demo “Lethal To Weak Ones”.
Non ti nascondo una certa emozione nel rispondere alle domande dei giornalisti e nel leggere le recensioni positive di “No Trace Of Sanity”…
Il nome Drünkards lo propose mio fratello Andrea, batterista della band. Credo lo abbia letto su un romanzo in lingua inglese; abbiamo deciso di aggiungere le dieresi perché l’effetto visivo del logo lo faceva sembrare più “metal”…

Prima di chiederti qualcosa sul disco, potresti raccontare ai nostri lettori la storia dei Drünkards? Chi erano e cosa facevano, dai primi passi fino allo scioglimento!

I Drünkards nascono nel lontano 1985 dall’unione mia, di “Jun” (amico sin dall’infanzia), di mio fratello Andrea e di Germano, amico di un nostro conoscente. Tre studenti e un operaio metalmeccanico (quest’ultimo).
Per un breve periodo di tempo abbiamo avuto anche un cantante solista, ma ci siamo “separati” di comune accordo quasi subito: non veniva quasi mai alle prove…
Dopo un paio di demo tape, “Drünkards” (1985) e “Lethal To Weak Ones” (1986), veniamo in contatto con la LM Records di Luigi Mazzesi (storica etichetta del panorama metal italiano per la quale hanno inciso Strana Officina, Morgana, Sabotage, Rex Inferi, Crying Steel e molti altri gruppi).
Nel 1987 partecipiamo alla compilation “Heavy Rendez Vous” (LM 014) insieme a Moon Of Steel, Adramelch, Creeping Death, M.A.C.E., Blackburn e Masterstrokee Napalm, con il brano “Trooper Of Death”, per l’occasione reinciso c/o i Much More Music Studio di Firenze.
Nel 1988 pubblichiamo il nostro primo album omonimo, sempre per l’etichetta LM Records (LM017), con tiratura di duemila copie e distribuzione in Italia e gran parte dell’Europa.
Nel 1989 registriamo il nostro secondo album “No Trace Of Sanity” c/o il Koala Music Studio di Senigallia (An).
L’album però non vedrà mai la luce fino ai giorni nostri, a causa di una serie di problemi indipendenti dalla volontà del gruppo che, nel gennaio 1990, si scioglie definitivamente.
In mezzo a tutto questo c’è una serie di concerti in tutta Italia: Milano (allo storico locale Sorpasso), Livorno (Topsy), due volte a Torino, Imola (special guest degli Skanners), Viserbella (Pussycat), Ravenna (insieme ai M.A.C.E.) solo per citare i più rappresentativi.
Tra i festival ricordiamo con piacere la partecipazione al Dangerous Meeting di Pantigliate insieme ad Extrema e Moon Of Steel e l’Heavy Metal Night di Sorisole (Bg) con Royal Air Force, Skanners e Touch Of Devil.

Intervista Drunkards, Marco Vetturi

Che cosa ha dato la giusta spinta per la pubblicazione di “No Trace Of Sanity” ? Non è un caso che esca per la New LM Records di Luigi Mazzesi, vero?

L’anno scorso ho conosciuto un paio di persone, Davide e Nicola, grandi appassionati di metal italiano. E’ nata una bella amicizia e sono stati proprio loro, insieme a Giuliano della MyGraveyard Productions, a motivarmi per trovare il modo di pubblicare l’album; è bastata una telefonata a Luigi Mazzesi ed ora eccoci qua…
Mancava solo la parte grafica, della quale fortunatamente si è occupato Gabriele Nunziante di Italian Metal: anche a lui va il mio ringraziamento per tutto quello che ha fatto!

Come leggerai nella recensione, ho indicato “No Trace Of Sanity” come un disco molto eterogeneo e spontaneo, ottenuto grazie ad un songwriting frizzante e fantasioso ed in parte influenzato dal thrash di gruppi come Anthrax e Metallica: tutto questo eseguito da una band con una buona dose di personalità e tecnicamente valida. Penso di non aver dimenticato nulla, tu che ne dici? C’è qualcosa che ci tieni a sottolineare in particolar modo?

Se dovessi citare le maggiori influenze che si sentono in quest’album direi: Anthrax, Exodus, Slayer, Metallica, Megadeth, Mercyful Fate e Black Sabbath.
Il disco è molto vario, come lo sono sempre state le nostre produzioni, sin dall’inizio.
Le composizioni sono variegate ma il suono è unico e compatto: sono molto orgoglioso del risultato che abbiamo ottenuto e dopo vent’anni il disco spacca ancora!

Intervista Drunkards, Marco Vetturi

Come ho detto, “No Trace Of Sanity” è un album decisamente variegato e brani come “Say Goodbye”, “A Woman Like You” e “Tonight” lo indicano chiaramente: come funzionava il processo di composizione dei nuovi pezzi in casa Drünkards?

Di solito si partiva dall’idea di un riff (“Jun” ne macinava a centinaia, era un vero vulcano di inventiva) e si costruiva l’intelaiatura del brano; Andrea poi scriveva il testo, adattando la metrica delle parole alla musica e trovando la linea melodica del cantato.
Io rappresentavo la parte più “melodica” del gruppo e ultimamente mi occupavo più delle parti soliste.
Tutti i nostri brani risultano depositati a nome mio e di mio fratello solo per esigenze pratiche: eravamo gli unici iscritti alla S.I.A.E.
Mi preme precisare che “Trooper Of Death” è un brano nostro al 100%: A. Zazzeri ci ha fatto il favore di depositarlo a suo nome solo perché all’epoca della pubblicazione di “Heavy Rendez Vous” non eravamo ancora iscritti alla S.I.A.E.!

Vuoi parlarci dei testi delle canzoni? Qual era la vostra fonte d’ispirazione per gli argomenti da trattare?

Come dicevo prima, i testi sono opera di Andrea: a lui vanno eventualmente tutti i meriti e/o le responsabilità (ahahahah…). Ci sono testi un po’ spinti (“44151” e “Say Goodbye”) e oltraggiosi (“The Absurd Tale Of God”); ho preferito apporre l’etichetta “Parental Advisory” per evitare problemi.
Alcune liriche sono piuttosto goliardiche, ma sia sul primo che sul secondo disco non mancano tematiche “impegnate”: mi riferisco anche a “Human Vivisection”, “Don’t Search For The Answer” e “Nuclear Solution” ad esempio, tratte dal nostro debutto.

Tra i pezzi che preferisco ci sono sicuramente “Obsession (Part II)”, la devastante opener “44151” e la già citata “Say Goodbye”. Marco, tu hai qualche preferenza particolare? E come valuti “No Trace Of Sanity” a distanza di vent’anni dalla sua registrazione?

“44151” mi piace moltissimo (l’intro é opera mia); mi fa piacere che tu abbia citato “Say Goodbye”, perché secondo me è tra i più riusciti, ma vedo che non tutti gli altri giornalisti lo hanno menzionato tra i preferiti. “Obsession (part II)” è la degna continuazione della prima parte apparsa sul primo album. Mi piacciono tanto anche “A Woman Like You” e “The Absurd Tale Of God”.
Il disco mi piace veramente molto e trovo che la rimasterizzazione ne abbia esaltato le sonorità: è un tipico suono anni Ottanta, ma nello stesso tempo lo trovo ancora molto attuale.

Intervista Drunkards, Marco Vetturi

In chiusura di recensione, ho scritto che se fosse uscito quando previsto forse “No Trace Of Sanity” – per quanto valido – non avrebbe sconvolto la scena metal di quel periodo. Ascoltando i brani estratti da “Lethal To Weak Ones” e paragonandoli a quelli dell’album, è innegabile che i Drünkards fossero una band con gli attributi ed in piena crescita. Se non ci fossero stati i problemi che vi hanno portato allo scioglimento, dove pensi che sareste potuti arrivare?

Paradossalmente si potrebbe dire che il fatto che “No Trace Of Sanity” venga pubblicato solo oggi potrebbe essere addirittura un vantaggio.
In questi ultimi anni c’è una grande riscoperta del metal degli anni Ottanta e sono piacevolmente sorpreso per il ritrovato interesse nei nostri confronti mostrato dagli appassionati, dalle testate specializzate e dai giornalisti.
No so dirti se e cosa avremmo potuto fare di più se le cose fossero andate diversamente.
Resta solo il rimpianto per non aver potuto comporre e registrare un terzo album: chissà come avrebbe suonato?

Cambiamo argomento: oltre al ritorno discografico, possiamo aspettarci anche un ritorno on stage? Cosa c’è nell’immediato futuro per i Drünkards? E per Marco Vetturi, musicalmente parlando?

No, purtroppo non è prevista nessuna reunion del gruppo. Gli impegni familiari di “Jun” ed Andrea non lo permetterebbero.
Nelle prossime settimane inizierò a lavorare alla ristampa in cd del primo album omonimo. Ho provato a riversare il vinile in digitale ma il risultato non mi soddisfa; dovrò mettere mano ai nastri originali (ne ho a casa alcuni ma non so se sono le versioni finali mixate o quelle ancora da mixare).
Ho riversato in digitale anche i due demo: da “Lethal To Weak Ones” abbiamo preso cinque tracce e le abbiamo inserite come bonus in “No Trace Of Sanity”. Penso che faremo altrettanto per il primo album, attingendo al primo demo.
Per quanto mi riguarda, ho recentemente partecipato alla realizzazione di una cover dei Finntroll (“Trollhammer”) a scopo benefico, insieme gli amici Tool Silence di Bergamo.

Intervista Drunkards, Marco Vetturi

Marco, tu hai vissuto “da dentro” la mitica NWOIHM. Quali ricordi conservi di quel periodo? Hai qualche aneddoto da raccontarci?

Conservo bellissimi ricordi, come la scoperta dei primi due album degli Iron Maiden quando ancora ero alle scuole medie.
Tra i primi vinili acquistati ricordo: “Let There Be Rock” degli Ac/Dc, “Tokyo Tapes” degli Scorpions, “One Night At Budokan” degli Msg, “Long Live Rock’n’Roll” e “Rising” dei Rainbow, “British Steel” dei Judas Priest, “The Eagle Has Landed” dei Saxon e molti altri ancora…
Che emozione vedere per la prima volta dal vivo a Milano nel 1985 gli Iron Maiden con i Motley Crue (bravissimi dal vivo): avevo solo diciassette anni.

Rispetto ai tuoi esordi la scena metal italiana odierna è tutta un’altra cosa: secondo te, cosa è cambiato in meglio e cosa in peggio?

Devo ammettere che oggi i gruppi sono mediamente molto più preparati di noi dal punto di vista tecnico.
Certo, hanno dalla loro parte la tecnologia, cosa che noi non potevamo assolutamente permetterci con i pochi soldi a nostra disposizione. Forse oggi manca un pizzico di originalità, ma ci sono comunque un sacco di gruppi veramente validi in giro: un amico mi ha appena parlato molto bene degli Hyades, che da poco si sono esibiti a Milano come special guest dei Tankard. Io purtroppo non ho potuto essere presente al concerto.

Ok Marco, purtroppo siamo arrivati in fondo. Come da consuetudine su Entrateparallele.it, l’ultimo spazio è tutto tuo! Grazie per la pazienza e la disponibilità, alla prossima!

Grazie a te Gianluca e alla tua prestigiosa testata per l’opportunità che mi avete concesso di promuovere la nostra musica. Ringrazio fin d’ora tutti coloro che si metteranno in contatto con noi ( www.myspace.com/drunkardsitaly ) e che ci daranno fiducia acquistando il nostro album.
Supportate il metallo italiano!
Marco Vetturi

Recensione di “No Trace Of Sanity” su EP qui

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.