Rhapsody Of Fire (Luca Turilli)


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Intervista Rhapsody Of Fire, Luca Turilli

Ci sarebbero davvero tantissime cose da chiedere a Luca Turilli, assieme ad Alex Staropoli mente dei Rhapsody Of Fire. Quando poi si ha a che fare con un Turilli così disponibile come in questa intervista ecco che le risposte si dilungano, per il piacere nostro e speriamo anche di tutti i lettori! A voi la chiacchierata:

Ciao Luca e bentornato sulle pagine di EntrateParallele! Partiamo subito con le domande legate al nuovo arrivato: ci puoi dire se c’è un concept legato a “The Frozen Tears Of Angel”?

Ciao a voi ragazzi! “The Frozen Tears Of Angel” è il terzo capitolo del concept che abbiamo iniziato con “Symphony Of Enchanted Lands – Part II” e prima ancora con il singolo “The Dark Secret”, che illustra appunto la Dark Secret Saga. In quell’album presentavamo il narratore d’eccezione Christopher Lee che illustrava il prologo, ora la saga sta proseguendo.

A che punto siete ora della saga? Sai già per quanti album ancora proseguirà?

La saga è già tutta scritta e completata, ma non ti so dire di quanti capitoli (intesi come album) sarà! Tutto questo perchè si tratta di un progetto lirico di ampie dimensioni ed è difficile decidere tutto sulla lunga distanza. In passato tante volte ho deciso man mano che proseguivo capitolo dopo capitolo, magari arriva una notizia che mi colpisce e allora ne approfitto per modificare la saga e per arricchirla.
Temporalmente la Dark Secret Saga comincia qualche anno dopo la conclusione della Emerald Sword Saga, ma la collocazione è la stessa.
Ho cominciato a scriverla subito dopo, anche se era arrivato un momento di pausa qualche anno fa, quando pareva che fossimo vicini a prendere i diritti di “The Lord Of The Rings” per un concept su Tolkien, ma non siamo riusciti a trovare un accordo con la famiglia Tolkien.

Intervista Rhapsody Of Fire, Luca Turilli

Ricordo anche un particolare curioso, cioè che tu fosti folgorato dal film senza aver mai letto il libro, cosa inusuale per un appassionato di fantasy!

Ahah! Ti devo dare una grossa delusione, perchè in realtà non sono per nulla appassionato di romanzi! Pensa che ho letto praticamente solo il “Dracula” di Bram Stoker, poi tantissimi libri di altri tipi, ma prediligo la psicologia e la spiritualità, nulla a che fare con quello che si potrebbe comunemente pensare!

Alla luce di quello che è successo negli ultimi anni, si può dire che “The Frozen Tears Of Angel ” sia nato in maniera più rilassata e che quindi possa essere migliore sotto tanti punti di vista rispetto a “Thriumph Or Agony”?

Certo! Questo è il mio album preferito e per tutti noi è denso di significati, è una sorta di resurrezione, una seconda giovinezza che arriva in un momento particolare, in seguito ai ben noti problemi legali. Ci siamo rifugiati nella composizione, abbiamo preferito isolarci dalla vita per poterci dedicare all’album e ne siamo orgogliosi, è stata una scelta veramente salutare. Anche io in questi quattro anni ho composto tantissimo, non solo per i Rhapsody Of Fire ma anche dal punto di vista solista. (di questo ci occuperemo dopo! n.d.r.)

Intervista Rhapsody Of Fire, Luca Turilli

Non avete perso l’abitudine di realizzare brani in italiano, perchè anche nel nuovo album c’è “Danza Di Fuoco E Ghiaccio”. Trovate differenze nella composizione? Come vengono accolti questi brani all’estero? C’è più o meno entusiasmo da parte dei fans?

Io l’ho sempre detto, ma vedo che questo aspetto non è mai stata sottolineato abbastanza: la nostra influenza principale è la musica italiana, io la adoro, pensa che il mio artista preferito è Adriano Celentano! Poi adoro Albano, Morandi, Ranieri, Caterina Caselli. In noi c’è grande amore per la musica italiana, mi riferisco in particolar modo a quella degli anni ’70, è molto epica. Fabio poi quando canta in italiano mi ricorda tantissimo Albano.
Tornando alla domanda, c’è tanta differenza di composizione: con l’italiano possiamo giocare, è una lingua fantastica e in particolare in “Danza Di Fuoco E Ghiaccio” mi immaginavo questa situazione intimista, un po’ come nelle canzoni di Branduardi, usando parole scherzose ma che sono anche riflessive. Apprezzo molto l’italiano, perchè posso nascondere nei testi dei messaggi introspettivi che mi piacciono molto.
Anche all’estero le nostre canzoni in italiano hanno un buon riscontro e alla Nuclear Blast ne sono entusiasti, per loro suonano molto esotiche e ci apprezzano tanto anche per questo.

Ero presente alla vostra prima data italiana ad aprile 2000 al Palalido, con Stratovarius e Sonata Arctica. Cosa ricordi di quella giornata?

(Luca ci pensa un po’ su prima di rispondere) Il primo tour, sì, man mano che ci penso me lo ricordo. Beh, che dire, i commenti furono così così, non abbiamo avuto all’epoca delle grandi recensioni, semplicemente non dovevamo fare un tour da supporto, non avevamo nemmeno il nostro tecnico del suono ma utilizzavamo ovviamente quello degli Stratovarius che non conosceva i nostri brani e non sapeva come dovevano suonare. Quello fu davvero un disastro annunciato!
Ci rifacemmo poi sin dal tour successivo in veste di headliner. Ci sono aspetti che sembrano banali, come quello che ti ho citato del tecnico del suono, ma che per noi fanno davvero tanta differenza. Alle volte dobbiamo fare veramente un lavoro stressante per ottenere le migliori condizioni tecniche possibili, che sono fondamentali per la buona resa della nostra musica. Pensa che uno dei commenti che si sentiva più spesso da quel primo tour di supporto al secondo da headliner era “I Rhapsody hanno imparato a suonare”. Non era propriamente così, sapevamo suonare anche prima, ma questa volta avevamo dalla nostra le persone più adatte alla nostra musica.

Intervista Rhapsody Of Fire, Luca Turilli

Con i Rhapsody Of Fire avete sempre portato avanti un messaggio molto positivo, non solo dal punto di vista umano ma anche legato al rispetto verso la natura.
Non è difficile far passare questo messaggio suonando un genere che pare salire alla ribalta solo in contesti negativi?

Ma guarda, per me è sempre stata una cosa strana: una parte del metal è legata a suicidi, violenza, distruzioni di massa e questa parte devo dire che mi ha sempre schifato, non sono mai stato vicino ad una simile scena. Questo infatti ci ha reso la vita complicata all’interno del mondo metal, perchè siamo stati spesso presi di mira dai fan di queste band diciamo “cattive”, che non ci hanno mai visto di buon occhio o che semplicemente ci prendevano in giro. Io penso che occorra saper godere di tutto nella vita, anche delle piccole cose. Poter respirare o guardare fuori dalla finestra, per esempio: ci sembra tutto scontato ma non è affatto così. Chi cerca emozioni in altri modi non è in sintonia con il nostro modo di vivere le cose. Specialmente dopo la mia malattia, ho avuto un grande aiuto dalla musica e ho sempre cercato di trasmettere attraverso di essa tanta energia positiva e con essa un messaggio di speranza, anche relativamente alla natura, a madre natura, verso la quale provo tanto rispetto. Io sono dalla parte delle donne che subiscono violenze, dei bambini che vengono rapiti o molestati e in particolare il brano “Reign Of Terror”, con la sua aggressività, lo vedo proprio come un perfetto esempio del grido di rabbia che vogliamo trasmettere contro la violenza che ogni giorno ci colpisce.

Intervista Rhapsody Of Fire, Luca Turilli

A che punto sono i tuoi progetti solisti?

Come ti dicevo prima, ho tantissime canzoni già pronte dentro il mio pc, il nuovo Dreamquest è già pronto, ora però voglio dedicarmi anima e corpo ai Rhapsody Of Fire!

La Nuclear Blast è interessata anche ai tuoi progetti solisti?

Pare proprio di sì! E’ incredibile come siamo stati trattati, pensa che quando ci sono stati i primi contatti la Nuclear Blast ci chiese di mandare un brano del nuovo album, un solo brano, capito? Solo per rendersi conto che non avessimo cambiato genere. Ci hanno dato una fiducia totale ed un grande supporto, con loro ci sentiamo parte di una grande famiglia.

Tu hai vissuto in Francia e da qualche anno sei tornato in Italia. Hai trovato delle differenze nello svolgere il tuo lavoro di musicista tra il nostro Stato e il loro?

No, direi nessuna differenza particolare. Per quanto riguarda il mio lavoro di musicista non ho riscontrato differenze perchè lo faccio da casa, quindi qui o là è assolutamente identico! Naturalmente ogni posto ha le sue peculiarità, mi piace tanto Trieste e mi piace per motivi che portano altre persone a non amarla, ahah! Tante persone si lamentano dicendo che a Trieste non ci sono locali, non ci sono posti per i giovani ed è troppo quieta: a me piace proprio per quello, amo la tranquillità! Qui poi abbiamo il mare e le colline, ho tanti posti per le mie ispirazioni, fin da piccolo mi muovevo qui nei dintorni, viaggiavo anche fino in Croazia o in Slovenia, dove c’erano i miei nonni. Sono affezionato a questi luoghi, mi danno delle sensazioni particolari, vicino alla natura e lontano dal cemento. Le persone qui, come del resto in Francia, sono introverse e riservate. Da questo punto di vista ho trovato sia qui che là lo stesso tipo di persone.

Intervista Rhapsody Of Fire, Luca Turilli

Se ti chiedessi di nominarmi un album di cui vai particolarmente fiero saresti orientato più ai Rhapsody Of Fire o alla tua carriera solista?

E’ veramente difficile rispondere! Ogni album ha in sè un quid, un’emozione particolare legata al periodo, devo dire però che sceglierei un mio album solista e in particolare il primo Dreamquest. Devo dirti tra l’altro che ho apprezzato molto la vostra recensione. Nel mio Dreamquest ho riversato un electro metal sinfonico che per me era davvero qualcosa di diverso, del resto avevo da poco sviluppato un nuovo amore verso le colonne sonore più evolute in stile “Matrix” o “Resident Evil”. L’uso della voce femminile e delle parti elettroniche e sinfoniche mi ha esaltato.

Curiosità mia, conosci gli Ancient Bards? Sono un gruppo di Rimini che si ispira molto ai Rhapsody Of Fire, tra l’altro hanno appena fatto uscire il nuovo album sotto Limb Music, “The Alliance Of The Kings”.

Hanno firmato con Limb? Allora hanno fatto certamente la scelta migliore! Purtroppo non li conosco, ma non perchè li snobbi, semplicemente perchè seguo pochissimo la scena heavy metal. Sai chi conosco in Italia? Labyrinth, Visione Divine ed Eldritch! Del resto quando componi da tanti anni e fai un certo tipo di musica viene difficile sentire altre band. Ci sono tanti artisti heavy metal che di fatto non ascoltano questo tipo di musica. Io ascolto musica heavy, in particolare certi chitarristi come Malmsteen, Jason Becker o Marty Friedman (specialmente nei Cacophony), ma anche tanta musica folk, giapponese, russa, medievale, rinascimentale, addirittura tibetana. Ti faccio un altro esempio, mi hanno parlato in tanti dei Dragonforce, ma non conosco le loro canzoni.

Intervista Rhapsody Of Fire, Luca Turilli

Andiamo al passato remoto, cioè al vostro librone di “Dawn Of Victory” del 2000. Ti chiesero i tuoi brani preferiti di allora e la tua risposta fu: “Emerald Sword”, “Holy Thunderforce” e “The Last Winged Unicorn”. Ancora oggi sono tra i tuoi brani preferiti o nel corso di dieci anni sono stati sostituiti?

Ahah! Assolutamente no! In dieci anni si cambia, ma non rinnego affatto il passato, è normale maturare ed evolversi! Ti dico subito quali sono i miei brani preferiti di adesso e sono tutti del nuovo album, perchè ci sono legatissimo, come ti dicevo all’inizio. Parto con “Reign Of Terror”, e sai perchè? Hai presente quando Gesù entra nel tempio e rovescia tutto con rabbia? Ecco, quello è un esempio di un messaggio positivo fatto con modi violenti, noi con la musica estrema di quel brano vogliamo urlare tutta la nostra rabbia cercando di mandare un messaggio positivo. A tal proposito, queste erano le basi anche del progetto Rhapsody In Black di qualche anno fa; io poi sono l’anima innovatrice e moderna dei Rhapsody mentre quella di Alex è più conservatrice, chissà che questo progetto non possa vedere la luce?
Torniamo a noi, continuo con “Sea Of Terror”, che tra l’altro è il primo brano dove Fabio Lione ci ha aiutato nel songwriting, tanto è vero che esce dai binari tipici dei Rhapsody, e come ultimo brano direi “Raging Starfire” o la già citata “Danza Di Fuoco E Ghiaccio”.

Ok, l’intervista è finita, grazie di tutto e sopratutto grazie per la tua disponibilità! Speriamo di vedervi presto live e un saluto a te da parte di tutto il nostro staff!

Grazie a voi ragazzi! EntrateParallele ci ha sempre trattati benissimo e questo non può che farci piacere, perchè specialmente in passato in Italia c’era sempre il giornalista che per distinguersi ci criticava in maniera diciamo “non giornalistica”.
Devo dire che questo non è successo con “The Frozen Tears Of The Angels”: finora le recensioni sono ottime e siamo contenti anche perchè in altri Stati, come la Finlandia, le band locali sono osannate (come i Nightwish del mio amico Tuomas), sono quasi un fenomeno pop, e mi piacerebbe che accadesse questo anche in Italia. Ultimamente la stampa ci ha aiutato molto e di questo sono contento, io sono orgoglioso di essere italiano e mi piacerebbe che gli italiani fossero contenti della nostra nazionalità, senza troppi pregiudizi o preconcetti.
Speriamo come dici tu di incontrarci presto in tour, ormai manca davvero poco! Abbiamo rinunciato ai festival estivi perchè vogliamo essere protagonisti come headliner, penso che già da settembre/ottobre potrete vederci!

Sito ufficiale: www.rhapsodyoffire.com
Recensione “The Frozen Tears Of Angels” su EP qui

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