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Seguo musicalmente i Bejelit da diversi anni ormai, da quando cinque baldi giovanotti dovevano ancora pubblicare il loro primo album “Hellgate”. Da quel momento i cinque di Arona sono passati spesso su EP attraverso recensioni, studio report e live report, mai con un’intervista: questa grave lacuna andava colmata quanto prima! Appena concluso il loro ottimo show sul palco del Metal Brigade, sequestro i due chitarristi Sandro Capone e Daniele Genugu che, sotto la minaccia del mio nuovissimo voice recorder, hanno risposto con simpatia alle mie curiosità! Tra presente e futuro dei Bejelit, ecco quello che ci siamo detti!
Ciao ragazzi e bentornati su www.entrateparallele.it! “You Die and I…” è uscito a Febbraio: a diversi mesi dall’uscita come sta andando il disco? Sapete quante copie sono state vendute?
Sandro: Ciao Gianluca! Dunque, “You Die and I…” sta andando molto bene! Speravamo che andasse in questo modo, quindi siamo molto contenti: non ci aspettavamo certo di essere tra le top vendite di Andromeda, per noi è stata una bella sorpresa! Per quanto riguarda le copie vendute non so risponderti, questo è un dato difficile da sapere… di solito si sa qualcosa con cadenza semestrale, però posso dire che già il risultato raggiunto con Andromeda è una bella soddisfazione, visto che non siamo un gruppone superfamoso e visto anche l’andamento del mercato discografico!
Quali altri sistemi utilizzate per distribuire il disco?
Sandro: Potete trovare il nostro disco sulla maggior parte dei negozi digitali online come I-Tunes, Napster, ecc. Devo dire che siamo abbastanza soddisfatti anche delle vendite ai nostri concerti!
E per quanto riguarda le recensioni? Mi sembra che abbiate raccolto ottimi responsi!
Sandro: Sì, siamo molto soddisfatti anche da questo lato, la maggior parte delle recensioni sono state a dir poco ottime: molti recensori hanno capito il disco che, in un primo momento, immagino possa aver spiazzato abbastanza. I contenuti sono molto diversi da quello che abbiamo inciso sui due dischi precedenti e dalla critica eravamo pronti ad aspettarci qualsiasi commento, dato che molti dei recensori che si sono occupati di “You Die and I…” sono gli stessi che hanno recensito gli altri due lavori!
In effetti su “You Die and I…” è chiara l’evoluzione del vostro sound: ci sono stati dei passaggi particolari che hanno segnato questa vostra crescita?
Daniele: In realtà è stato tutto molto naturale. Come per i precedenti dischi, ognuno di noi ha portato agli altri il proprio materiale e, all’inizio, ci abbiamo lavorato come abbiamo sempre fatto. Memori di quanto avevamo ottenuto in passato, abbiamo deciso di stravolgere i pezzi: se tu avessi ascoltato “Rostov” nella sua prima incarnazione avresti potuto pensare che arrivasse da “Hellgate” (il primo album della band di Arona N.d.R), dopo che ci ho messo le mani io sembrava un brano accostabile a “Walls Of Jericho” e alla fine siamo arrivati a quello che puoi sentire. Ci abbiamo lavorato un sacco sui pezzi, stravolgendoli più volte… direi che è stata un’evoluzione naturale ma voluta!
Dunque possiamo dire che i contenuti sonori di “You Die and I…” corrispondono a tutti gli effetti al risultato che volevate ottenere?
Daniele: Assolutamente sì. Volevamo avere un suono il più personale possibile e devo dire che ci siamo riusciti! Questo disco per noi è un punto di svolta e visto che non ci piace stare fermi, ti anticipo che stiamo già componendo del nuovo materiale che si sta sviluppando seguendo una direzione molto personale su cui cercheremo di innovare i concetti già espressi su “You Die and I…” cercando di portarli ad un livello ancora superiore. Aspettatevi qualcosa di nuovo dai Bejelit già nel 2011!
Tutte queste novità nella vostra musica come sono state accolte dai vostri fans di vecchia data, quelli che vi seguono sin dagli esordi?
Daniele: Beh, temevo un po’ la reazione delle persone che a suo tempo avevano acquistato ed amato “Hellgate” ed “Age Of Wars”… invece devo dire che praticamente tutti hanno apprezzato maggiormente questo nuovo corso aperto con “You Die and I…”. C’è stato qualche caso sporadico dove l’ascoltatore non si aspettava queste modifiche nel nostro sound, ma credo che in generale questo cambio sia stato apprezzato da chi ci segue! Lo dimostra anche il responso che abbiamo adesso dal pubblico, decisamente superiore rispetto al passato anche dal vivo: siamo maturati, riusciamo ad essere più coinvolgenti e quando ci fanno un complimento per una canzone è sempre per uno dei pezzi nuovi! Mi fa molto piacere questa cosa perché abbiamo lavorato sodo per ottenere questo disco!
C’è qualcosa che temete possa non essere capito di questo disco? Secondo voi quanto va ascoltato prima di riuscire ad assimilarlo per bene?
Daniele: La cosa che più temo è che le persone cerchino di inquadrare il disco rimanendo troppo fissati con le etichette dei vari generi invece di ascoltare ciò che le canzoni hanno da trasmettere! Partendo dal presupposto che la cosa è molto personale, direi che per iniziare ad assimilare il disco servono almeno tre/quattro ascolti… il primo è quello che stimola la curiosità, al secondo cominciano ad entrare in testa i pezzi, che sono comunque complicati, al terzo giro inizi ad apprezzarlo, alla quarta volta non lo togli più, ahahah!
Tra questo disco e l’uscita precedente sono passati quattro anni: “You Die and I…” non ha portato solo un cambiamento a livello di sound generale, ma avete cambiato il vostro modo di presentarvi, il logo…
Sandro: Il fatto è questo: dopo quattro anni, con il rientro di Fabio, abbiamo deciso di avere un nuovo inizio. Siamo orgogliosi di quanto fatto in passato, ma abbiamo deciso di intraprendere una nuova strada in modo più serio e professionale: è quello che stiamo cercando di fare con questo disco! Ci siamo rinnovati molto e ci stiamo presentando per quello che vogliamo fare: poco fa lo hai visto, vogliamo portare sul palco uno spettacolo di un certo tipo, per esempio abbiamo inserito l’uso delle maschere, utilizzate al Metal Brigade per la prima volta!
Possiamo dire che i Bejelit sono una band in rapida crescita…
Sandro: Sì, ad ogni concerto cerchiamo di aggiungere qualcosa e poi siamo sempre meno insicuri sul palco, il che ovviamente ci fa sentire più a nostro agio! Rispetto al passato il divertimento è lo stesso, ma ora si sale sul palco per dare al pubblico qualche emozione in più con la nostra musica e non ha prezzo vedere la gente cantare con noi le varie “Shinigami” o “Saint From Beyond”!
Ho visto che negli ultimi mesi vi state muovendo parecchio per promuovere la vostra musica. Penso che sia un bel segnale di quanto credete nella nuova direzione che avete preso!
Sandro: Guarda, lo scorso anno abbiamo suonato, in totale, tre date… non avevamo niente di nuovo da proporre ed eravamo impegnati nella stesura del nuovo disco…
Daniele: Ora vogliamo promuovere al meglio “You Die and I…”, vogliamo che arrivi a più persone possibili!
Cambiamo argomento: “You Die and I…” è stato lavorato interamente negli studi di Giulio e Sandro Capone, gli Old Ones Media. Quali sono i vantaggi e gli svantaggi di lavorare “in casa”?
Daniele: Faccio una piccola introduzione. I primi due dischi non abbiamo potuto lavorarli in questo modo: eravamo in uno studio dove avevamo delle tempistiche da rispettare e quindi, in un modo o nell’altro, eravamo sotto pressione. Quando hai una scadenza quello che hai registrato non si può più ritoccare, migliorare… perché non c’è niente da fare, un disco lo si definisce mentre lo stai registrando, se il giorno dopo ti viene un’idea che può rendere ancora più efficace il brano ormai è andata, così è e te lo tieni! Il vantaggio è quindi tutto questo, la possibilità di riprendere, modificare e migliorare il proprio lavoro. Un altro vantaggio è dato dall’amicizia millenaria che ci lega, con il risultato di lavorare in un ambiente assolutamente rilassante in cui si può dare il cento per cento! L’aspetto negativo di tutto ciò è che non avendo un produttore esterno ci dobbiamo fidare delle nostre orecchie e possiamo anche sbagliare: per questo album abbiamo cercato di essere il più possibile obiettivi, ma per il futuro cercheremo di avvalerci di un produttore, sempre appoggiandoci agli studi dei fratelli Capone!
“You Die and I…” è un titolo che si presta a più letture, come la copertina che accompagna il disco. Volete parlarcene?
Sandro: E’ un gioco di parole: “Tu muori ed io…” oppure può essere inteso come una specie di rafforzativo: “Tu muori e muori..”. In realtà il titolo può essere interpretato in tanti modi, soprattutto grazie a quei puntini: in modo egoistico, “Tu muori ed io…no”, in modo mistico come nella frase all’interno della canzone “Astaroth”, “Tu muori ed io… ti aspetto”, oppure in modo più malinconico tipo ““Tu muori ed io… ed io?”! Poi la frase “You Die and I…” la puoi mettere in ogni nostro pezzo su questo album: calza a pennello! Anche la copertina ha un’immagine che può essere letta in tantissimi modi: rappresenta un uomo piegato su se stesso, quindi sofferenza e dolore, può essere l’uomo che parla attraverso le canzoni o l’uomo inteso in senso generico, infatti non si vede il volto; ci sono dei chiodi conficcati nella schiena ma non c’è sangue: rappresentano il dolore dentro e il fatto che a volte queste sofferenze non possono essere superate…
Alcuni sono abbastanza intuibili, ma quanto c’è di personale nei testi delle canzoni?
Sandro: Personalmente c’è di mio nelle due canzoni di cui ho scritto il testo, “Saint From Beyond” e “Goodnight My Shade”. In “Saint From Beyond”, nel testo e nella musica, ho messo tutto me stesso, ho cercato di trasformarmi in una canzone cercando di comunicare tutto quello che ho dentro. Anche per “Goodnight My Shade” ho fatto la stessa cosa, ma con un testo decisamente più diretto! “2k12 Nails” invece è tratta da un sogno che ha fatto Fabio!
Penso che ogni canzone del nuovo disco abbia una sua anima… sono dieci episodi che brillano di luce propria!
Daniele: Sono d’accordo con il termine “episodi”. Come dici tu, pure io trovo “You Die and I…” un disco episodico… ci sono canzoni molto diverse tra di loro, nonostante partano tutte dalla stessa base: ogni brano è stato poi sviluppato in modo diverso e ciò che esprimono sono sensazioni ed emozioni differenti una dall’altra… questo è un altro degli aspetti che abbiamo fortemente voluto!
Dani, qual è la canzone che ti rappresenta di più del nuovo disco?
Daniele: “Shinigami”! E’ il brano di cui sono più soddisfatto in assoluto!
E dell’esperienza del live acustico che mi dite? Ero presente alla presentazione del disco e ricordo che il set acustico mi era piaciuto tantissimo!
Sandro: Dopo la prima esperienza abbiamo replicato a Novara ma non con gli stessi risultati. Anche io ho un bellissimo ricordo di quel 23 Febbraio: quella sera ci siamo divertiti un casino, poi più che un concerto era una festa!!
Daniele: Avevamo anche dei bei suoni, c’era un gran calore da parte delle persone presenti…
Pensate di ripetere l’esperienza?
Sandro: Solo se ci saranno dei locali strutturati in modo giusto per un concerto di questo tipo!
Cosa c’è nel futuro dei Bejelit, a medio e a lungo termine?
Sandro: Da settembre fino a dicembre abbiamo già un bel po’ di date fissate e stiamo pianificando alcune date in Europa: una a Zurigo con gli Orden Ogan ed una a Budapest! Inoltre stiamo pianificando qualcosa di più sostanzioso, sempre in ambito live, in Europa per il prossimo anno!
Daniele: A lungo termine direi che l’obiettivo è creare un disco ancora più bello di “You Die and I…”, e viste le prime cose su cui stiamo lavorando direi che le premesse sono molto buone!!
Siamo ai saluti ragazzi: a voi l’ultima parola!
Sandro: Che dire… su EP siamo di casa… un saluto a tutti quelli che ci leggono ed un saluto a te!
Daniele: Grazie ad Entrateparallele.it per il grande supporto che ci ha dato sin dagli inizi e per quello che continua a darci tuttora! Un saluto a tutti i lettori e supportate il metal italiano!
Sito ufficiale: www.bejelit.com
MySpace: www.myspace.com/bejelit
Recensione “You Die And I…” su EP qui