Focus Indulgens (Carlo “Master” Castellani)


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Intervista Focus Indulgens, Doom Metal from Tuscany

La Toscana: terra meravigliosa fatta di antiche città, splendidi paesaggi, vino e… doom metal?? Già, perchè a quanto pare sono proprio gli ingredienti citati ad aver dato così tanta ispirazione ai Focus Indulgens, che da Siena ci parlano del loro “The Past”, doppio debut album sia per la band che per l’etichetta. Nelle parole del cantante e bassista Carlo “Master” Castellani tutte le impressioni di una band che non guarda solamente al passato…

Ciao ragazzi, benvenuti sulle pagine di EntrateParallele! So che c’è una storia un po’ particolare riguardo al passato della band, con una data di fondazione che pare persa nei meandri del tempo, una demo fantasma, insomma una sorta di atmosfera misteriosa sui vostri esordi… ce ne volete parlare?

Salve a tutti e grazie per l’intervista! Sì, dunque non la tiro troppo per le lunghe, il demo del ’93 non esiste. Nemmeno quello del 2005. Ci sono state una serie di voci false poi purtroppo alimentate dalle persone che hanno confuso molto la situazione, comunque come già detto non esistono demo né formazioni dei Focus Indulgens precedenti a quella del 2008.

Nel disco ci sono sei brani, di cui l’ultimo è la cover di Jimi Hendrix, “condita” nel finale dal richiamo a “War Pigs” dei Black Sabbath. Mi piacerebbe avere da voi un breve commento su ognuno dei cinque brani inediti.

Allora i primi due pezzi mai stati scritti sono “Skull Full Of Diamonds” e “Night, Sentence, Silence”, nel 2008. Di quel periodo come già detto da altre parti ricordo molto poco, nella mia mente diciamo che è molto nebbioso per alcuni motivi. Posso comunque dire che quelle due canzoni sono il parto conseguente ad un massiccio abuso di alcol in sala prove. E visto che la formula aveva funzionato, quando nel 2009 decidemmo di rimettere su la band dopo un periodo di pausa la riusammo, ci trovammo in sala prove e ci ubriacammo ahahahah!
A parte gli scherzi, tutto ciò è molto vicino alla verità. “Skul Full Of Diamonds” e “Night, Sentence, Silence” non parlano di vere e proprie storie come le altre, ma piuttosto di situazioni e sentimenti in cui ci trovavamo in quel periodo, sono entrambe molto pessimistiche e il tema principale è la morte. Nel 2009 invece la prima che scrissi dopo la rinascita della band fu “Damnhail!” e visto che il vino ci aveva tanto aiutato a scrivere quei pezzi decisi di dedicargli appunto una canzone. Infatti il testo parla dell’incubo più grande che un viticoltore può vivere, ovvero la distruzione del raccolto da parte della grandine. Vivendo in campagna, in Toscana, Valdichiana, so cosa significa tutto ciò. Ovviamente nel testo tutto è romanzato e trascritto in forma di racconto fantastico. “The Idol At The Top Of The Mountain” invece ha un testo diciamo romantico, la struttura della canzone è stata rimaneggiata più e più volte fino alla definitiva. Ma i più bei ricordi fra le canzoni che ho scritto sono sicuramente quelli riguardanti “Sacrifice At Satan’s Cliff”. Mi ricordo precisamente come nacque l’idea del tutto. Ero in stato di ebbrezza e mi capitò di parlare al telefono con il chitarrista Federico Rocchi, per scherzo gli dissi che dalla finestra vedevo il mare, e una scogliera, e degli stalloni e uomini incappucciati che portavano una ragazza al sacrificio. Quando mi resi conto di quanto questa situazione fosse interessante ci scrissi subito la canzone. La prima parte del testo è un chiaro richiamo ai sintomi dell’ebbrezza, “I lost the route in the open sea / For a fog bank blinded me completely”.

Intervista Focus Indulgens, Doom Metal from Tuscany

Leggo che avete fatto molti complimenti a Matteo Burico dei Rokkaforte Studio per (l’egregio, a mio parere) lavoro svolto in sede di registrazione. Volete raccontarci qualcosa di quei giorni passati a registrare?

Matteo Burico è davvero un grande, ci siamo trovati subito d’accordissimo riguardo ad ogni visione in quanto musica e registrazione. È un fan della vecchia maniera di registrare, uno genuino in questi termini, ed è stato fantastico lavorare con lui. Il primo giorno andammo lì, non sapevamo cosa ci aspettasse. Parlammo con lui una ventina di minuti e poi decidemmo “Bene, andiamoci a comprare il vino e poi iniziamo a registrare”. Tutto il disco è in presa diretta, tranne gli assoli e le voci, è stato divertentissimo registrarlo, è praticamente un live in studio, dentro quello studio di registrazione si respirava una magia anni ’70 ahahah! Aggiungo anche che, per mio volere, tutti gli assoli sono improvvisati, per catturare le sensazioni del live, del momento, quel tocco blues che sempre ci sta bene.

Il vostro disco rappresenta il debutto per l’etichetta Doomymood Records del bravo Pio Santobuono, da anni addetto ai lavori della scena heavy italiana. Come mai questa scelta?

Perché Pio è il migliore on the road, ahahah! A parte gli scherzi, non potrò mai ringraziare abbastanza Pio per averci fatto tutto questo, è stato davvero un grande, è una persona affidabile e serissima in quello che fa, ci si impegna al 100% e avere a che fare con lui è un piacere. Pio è una sicurezza al 100%. Per quanto riguarda il lavoro ci contattò lui, ci dette praticamente carta bianca su tutto, e ci aiutò molto. Spero possa trarre vantaggi da questa uscita e che continui alla grande con l’etichetta perché se lo merita.

Domanda anche per Pio (che tra l’altro è anche corista nel disco): come mai la scelta di creare un’etichetta e come mai i Focus Indulgens come prima scelta?

FI: Non avevamo una corista fica e scegliemmo lui che comunque ha dei bei capelli biondi e da dietro può sembrare una bonazza, AHAHAHAH!

Pio: Questo significa avere a che fare con dei ventenni dagli ormoni perennemente sotto anfetamine. In ogni caso confermo tutto: detengo il più bel fondo schiena della costa orientale.
Venendo alla domanda, la mia visione di Doomymood è stata fin dall’inizio quella di essere etichetta, o meglio partire come mailorder ed evolversi in qualcosa di più, peccato solo che dovetti mollare tutto ancor prima che iniziasse. Pagai l’inesperienza.
L’idea di tornare a fare qualcosa per questa musica me l’hanno data proprio i Focus Indulgens, ho soltanto colto l’occasione. Li ascoltai e capii che era arrivato il tempo di rispolverare Doomymood, stavolta finalmente sotto forma di etichetta. Grazie alla frequentazione dei ragazzi, ritengo di poter dire di condividere con loro una particolare visione delle cose che in alcuni casi va anche oltre la musica. In sostanza siamo degli idioti con la passione per gli alcolici e questo ci spinge ad essere d’accordo su moltissimi aspetti. Ma tengo a sottolineare che facciamo sul serio, su questo non c’è dubbio e credo si evinca palesemente dalla cura risposta in ogni aspetto di “The Past”.
Nel tempo ho maturato l’idea di etichetta non solo come mezzo per promuovere gruppi e dischi, ma anche come mezzo di espressione mia personale. Voglio dire, non vedo dove sia il senso nel pubblicare un disco di una band del Burkina Faso (per ottimo che possa essere e con tutto il rispetto per la scena heavy di quel Paese) o dell’ultimo gruppo occvlt magick rock di moda su Rise Above se non c’è occasione di uno scambio, se non c’è un minimo di condivisione attitudinale. La prima cosa che pretendo è incontrare i componenti di un gruppo per capire se si può collaborare, questo appunto perché Doomymood rispecchia una parte di me: il fine di Doomymood non è pubblicare dieci dischi all’anno o dischi di gruppi che già in partenza mi garantirebbero vendite dieci volte superiori rispetto a quelle dei Focus Indulgens, bensì avere in catalogo uscite con un valore aggiunto dettato dalla valenza “culturale” (passatemi la parolona). Sono cosciente di quanto questo ponga dei limiti, direi geografici prima di tutto, ma non riesco a vederla diversamente, davvero. Preferisco galleggiare nell’underground ed essere ignoto piuttosto che fare qualcosa che non sentirei mio la mattina dopo.
Pongo fine alla mia grafomania dicendo che a oggi ho contattato un altro gruppo, è tutto fermo perché non c’è ancora stato modo di vederci e discutere, ma si porrà rimedio presto e spero di ricavare qualcosa di positivo dall’incontro. Per futuri aggiornamenti rimando a MySpace.

Intervista Focus Indulgens, Doom Metal from Tuscany

Penso che la vostra copertina sia meravigliosa, vi è rappresentato infatti il dipinto del pittore tedesco Gruenewald “La Tentazione Di Sant’Antonio”. Come mai questa scelta? A mio parere è molto azzeccata perché rispecchia quel senso di “antichità” che possiamo sentire anche sull’album.

Grazie, questa scelta l’ho fatta poiché prima di tutto la pittura è una mia grandissima passione insieme alla musica e poi come hai detto tu appunto perché rappresenta benissimo il concetto di “antichità” e passato. È come un manifesto a ciò che poi troverai dentro l’album, il passato.

Passato, presente e futuro. Il disco si chiama “The Past” e i vostri suoni guardano al passato. Nel presente il doom metal pare godere di una ritrovata giovinezza, anche in campo italiano (per citare i primi che mi vengono i mente direi Thunderstorm, Doomsword, Sesta Marconi, Trinakrius). Cosa vedete nel suo futuro? C’è anche il rischio di inflazionarlo?

Il doom metal sta vivendo un grande periodo, ma io non sono la persona più adatta per parlarne anche perché nel calderone del Doom ci classifico moltissima roba, come tutta la scena revival del Nord Europa, e ancora band come Ghost e Blood Ceremony, che non sono propriamente Doom. Comunque parlando di Doom classico allo stesso modo la situazione è ottima, pensa che mentre scrivo questa intervista mi sto sentendo il debutto, stupendo, dei Briton Rites. Sì direi che al momento la situazione è ottima, ma mi duole dirlo si sa che la ruota del tempo gira, e chi lo sa se da un momento all’altro anche questa onda finirà? Speriamo duri il più possibile e sforni altre ottime band come sta succedendo.

Voi venite da Siena, provenite quindi da una delle regioni più belle d’Italia sia in senso artistico che di bellezze naturali. Questo può aver aiutato lo sviluppo dei Focus Indulgens?

Certo, alla grande posso pure aggiungere. Vivere in Toscana, fra borghi e paesini sperduti e vecchie chiesette di campagna ti fa pensare e vivere in una certa maniera. Nelle nostre città troviamo ad ogni passo l’arte e così ci siamo cresciuti, quindi tutto ciò per noi è stato fondamentale e ci ha profondamente segnato.

Intervista Focus Indulgens, Doom Metal from Tuscany

So che portate avanti con successo anche l’attività live. Quali sono i brani che vi piace di più suonare e quali quelli che non possono mancare nella vostra setlist?

Per adesso in alcuni live abbiamo riproposto per intero il disco e alcune cover, ma dai prossimi inizieremo ad aggiungere nuove canzoni e purtroppo scartarne qualcuna dal primo. Sicuramente saranno per sempre nella nostra scaletta “Skull Full Of Diamonds” e “Sacrifice At Satan’s Cliff”, canzoni che a noi piacciono tantissimo e che sono anche le preferite da buona parte del pubblico.

In passato avevate ricevuto ottime recensioni anche con gli Spartacus, band in cui militavate mi pare tutti voi che ora siete nei Focus Indulgens. Quella band ora è da considerarsi sciolta?

Sì, con gli Spartacus è stata una bella avventura e ci ha rodati al punto giusto, i responsi erano buoni ma siamo arrivati purtroppo ad un punto in cui non aveva più senso andare avanti perché non ci interessava più davvero continuare con quella band lì. Nonostante ciò gli Spartacus rimarranno per sempre nel mio cuore, ho molti bei ricordi riguardo quel periodo, e sono felice che gli stessi compagni di lì ora mi seguano nei Focus Indulgens.

Il vostro disco parla di magie, streghe ed oscurità, di un mondo carico di superstizioni che come l’incedere lento del doom sembra non voler far spazio alla luce. Tutto pare appartenere al passato, ma se guardiamo l’attuale situazione mondiale troviamo ancora tanti paesi nei quali l’insulto alla religione è punito con la morte. Si può dire che non è cambiato nulla e che forse mai cambierà?

Esattamente come hai detto tu il disco parla di streghe e magie ed oscurità. Non c’è spazio per la luce, o meglio, è filtrata da grandi ombre dal passato. La gente penserà che quello che canto sia tutto fantastico e inventato ma in realtà io scrivo canzoni sulla mia terra, su storie che ho sentito raccontare dai vecchi, sulle superstizioni, sulle storie di fantasmi e streghe che ancora le vecchie nella Valdichiana la sera raccontano. Gli amanti del doom dovrebbero venire qua, ci sono ancora “case infestate”, vecchie chiese abbandonate e persone tacciate di stregoneria dalla gente. Tutto ciò mi affascina e mi piace raccontarlo in musica. Per quanto riguarda la religione molti non ci crederanno ma tutti noi tre componenti siamo credenti, cattolici, quindi non ci sono messaggi di sorta contro chi crede o chi professa la propria fede. Nella musica non voglio mettere messaggi che vanno al di fuori di ciò che semplicemente racconto, niente cose politiche, niente critiche. Ovviamente dei paesi in cui l’insulto alla religione è punito con la morte è meglio non commentare. Ognuno è libero credere in ciò che vuole e questo è fondamentale, pensarla diversamente significherebbe essere completamente pazzi, perché non siamo più nel 1600.

Ho letto che siete già al lavoro su nuovi brani, composti addirittura in italiano. Potete dirci qualcosa di più su questo e sulle prossime mosse della band?

Esattamente, stiamo per registrare alcuni pezzi solamente allo scopo di farli sentire a Pio, della Doomymood. I testi di questo nuovo lavoro sono in italiano, mi trovo più a mio agio nella mia lingua madre e spero che la risposta del pubblico a ciò sia positiva. Musicalmente non voglio anticipare niente, soltanto dico che non saranno un copia e incolla dei vecchi pezzi. Le prossime mosse della band sono suonare live il più possibile. Quest’anno parteciperemo al Malta Doom Metal festival e sarà un ottimo trampolino di lancio.

Ok ragazzi, siamo giunti alla fine. Chiudete come volete la nostra intervista, a tutti voi un ringraziamento da parte del nostro staff e un grande e doppio “in bocca al lupo” per voi e per l’etichetta Doomymood Records! Ci si vede sotto il palco!

Grazie mille a voi! Un ultimo annuncio, è uscita da pochi giorni l’edizione in vinile di “The Past” in numero limitato, se vi interessa fatela vostra prima che finisca! Grazie ancora e crepi il lupo, spero di vedervi numerosi sotto il palco!

Myspace: www.myspace.com/focusindulgens
Sito etichetta: www.myspace.com/doomymood

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