16/03/2013 : Testament + Dew Scented (Gualtieri, RE)


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16/03/2013 : Testament + Dew Scented – Tempo Rock (Gualtieri, RE)

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Un paio di anni fa il Tempo Rock di Gualtieri (RE) aveva ospitato un concerto dei Nile di cui serbo ancora buoni ricordi e il mio primo passo al’interno della gremita sala concerti (il Tempo Rock è una storica discoteca metal a più sale) è stato certamente un piccolo balzo indietro nel tempo.

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Sul palco infatti, proprio come in quel febbraio del 2011, salgono i tedeschi Dew-Scented e i successivi quaranta minuti abbondanti sono la stessa autentica mazzata di thrash moderno un po’ monotono ma dal tiro micidiale. La cosa curiosa è che i pezzi che mi sono rimasti più impressi dopo questa serie di fucilate thrash che di certo sono state ben accolte dalle prime file sono gli stessi da me citati nel live report di due anni fa, e cioè “City Of Dead” presentata come la città dei “fottuti” morti, un titolo che in piena Zombiemania fa la sua caracollante e cadaverica figura, “Soul Poison” e la conclusiva “Acts Of Rage” tutte estratte da “Impact”.

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I casi sono due. O le citate granate deflagrate on stage dalla band trascinata al solito dal frontman Leif Jensen rappresentano davvero il top del repertorio dal vivo della band o sono semplicemente i brani che meglio ricordo senza ricorrere al caro amico www.setlist.fm . Per onor di cronaca, l’ultimo disco di studio della formazione è “Icarus” uscito lo scorso anno che si aggiudica la palma di disco più saccheggiato di questo concerto con quattro tracce eseguite. Una delle bonus tracks del nuovo album è una cover dei Prong che simboleggia l’amore della formazione per un certo guitar sound dannatamente saturo ed ultraheavy tipico dei primi anni ’90, con rimandi anche a Pantera e a certo industrial, in pratica un cero acceso al produttore Terry Date. A maggio è in uscita una collection, intitolata “Insurgent”, a festeggiare i venti anni suonati di carriera, sempre rispettando lo stesso modus operandi quando si tratta di trovare il titolo di un nuovo disco, cioè che inizi con una “I”. Intensi ed intransigenti.

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Dopo una pausa piuttosto lunga l’attesa per rivedere i Testament dal vivo dopo la pubblicazione e l’assimilazione del nuovo, pregevole, capitolo discografico “Dark Roots Of The Earth” è decisamente alle stelle. Molto meno positiva è la situazione all’interno del locale per così tanti dei fans che gremiscono ogni sala adiacente a quella del palco con la speranza di avere anche solo una minima visuale sullo stage. Se il Tempo Rock come discoteca rock-metal rimane una garanzia ed un esempio fulgido di come si possa riempire un locale suonando musica heavy rock anche in tempi di crisi, con un ricambio generazionale continuo e realmente impressionante, per i concerti dei grandi gruppi questa location è davvero troppo limitante quando costringe così tanti spettatori paganti a piccoli salti mortali pur di vedere almeno uno dei propri beniamini a distanza. Quello che avrebbe potuto essere un motivo di lamentela soprattutto per coloro che, venuti da fuori, non conoscessero ancora le caratteristiche del locale, viene quasi del tutto spazzato via all’ingresso sul palco del grande capo Chuck Billy e dei suoi partners. I Testament sono spettacolari anche se visti a distanza, con i piedi sopra dei divanetti, accalcati sotto un palco o a fianco dello stesso per intravvedere la maestria e l’apparente facilità con la quale il mastodontico Gene Hoglan riprende alcuni dei più storici cavalli di battaglia della band e si cimenta anche in eccellenti renditions di quattro dei pezzi da “The Gathering”, incisi in studio da un altro mostro sacro del drumming come Dave Lombardo.

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Questi thrashers a stelle e strisce rimangono sempre impressionanti anche a rivederli per l’ennesima occasione. Suonano pezzi per nulla facili, farciti di cambi di tempo resi da una solidissima sezione ritmica trainata anche dal superbo riffing del sempre intenso Eric Peterson, con un esemplare frontman come Chuck Billy sempre sugli scudi e con assoli dotati di gusto compositivo ben superiore alla media grazie ad un Alex Skolnick motivatissimo. Lo show è quindi una gioia per gli occhi e le orecchie per qualsiasi appassionato di thrash. Personalmente sono sempre stato legato al materiale più melodico del gruppo ma visto che l’indurimento dei suoni ha portato a pezzi come “D.N.R.”, un vero e poprio classico del thrash moderno più heavy allora ben venga la pesantezza del nuovo corso scelto dalla band ormai molti anni fa. E’ un peccato che la resa sonora del locale non sia ottimale e che fastidiosi cali di volume vadano a colpire in particolare la voce di Chuck a più riprese.

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La scaletta di questo tour punta soprattutto sugli ultimi lavori discografici con pezzi come “Rise Up”, “Native Blood”, “Three Days In Darkness” e “More Than Meets The Eye” in grande evidenza a prendere il posto di vecchi classici come “Alone In The Dark”, “Trial By Fire” o la novantiana “Low”. I tanti old schoolers presenti vanno però in brodo di giuggiole più per i vecchi classici “Into The Pit”, “Practice What You Preach”, “Over The Wall” ed un’acclamata “The New Order”. Oggi il thrash non sarà più il “nuovo ordine” del metal, la nuova frontiera, l’atmosfera degli anni ’80 non tornerà più ma questo sound è ancora dannatamente vivo e in grado di dare l’impressione di non sentire il peso degli anni essendosi adattato straordinariamente ad un ventennio di appesantimento dei suoni. Dopo anni di estremismi, make-up horror e messaggi antireligiosi che ormai suonano piuttosto demodè riscoprire il lato più “fun” delle scorribande thrash non ha fatto che ringiovanire l’intera scena heavy, agevolando anche l’avvento di nuove leve. A una legione di nuovi thrashers è ora affidato l’importante compito di tramandare alle generazioni future un sound che aspira all’immortalità artistica ottenuta solamente dai capolavori senza tempo.

Di seguito altre foto della serata, tutte realizzate da Massimo “Max Moon” Guidotti. 

Dew-Scented:

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Testament:

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