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15/06/2013 : Slayer – Gran Teatro Geox (Padova)
Francamente non riesco a commentare questo concerto degli SLAYER senza farmi prendere da un po’ della profonda tristezza che ha pervaso tutti i fans della storica band americana dopo aver appreso della morte di Jeff Hanneman. Non poteva essere un tour come tutti gli altri ed infatti questa serie di concerti si è trasformata in una sorta di Jeff Hanneman tribute. Nelle brevissime pause tra l’esecuzione dei diciotto brani in scaletta sono stati davvero molti i sentiti cori dedicati al compianto chitarrista ed il boato più roboante del concerto al Gran Teatro Geox è avvenuto in occasione dell’apparizione dietro al drumkit della formazione di un gigantesco backdrop dedicato a Jeff tutto da descrivere. In bella evidenza al centro la scritta HANNEMAN, e le diciture “Angel Of Death” e “Still Reigning” rispettivamente sopra e sotto, il tutto scritto come se si trattasse di un logo da bottiglia di birra, forse l’amico più inseparabile di Jeff.
Personalmente mi sarebbe piaciuto sentire qualche parola pronunciata da Tom Araya per ricordare l’amico di tante battaglie metalliche ma gli Slayer sono forse rimasti più fedeli al loro stile scegliendo di parlare solamente con la forza delle esplosive bombe thrash di “Angel Of Death”, “Raining Blood”, “War Ensemble” e “South Of Heaven”, alcuni dei pezzi più classici ed influenti della storia del metallo estremo tutti composti o coscritti da Hanneman negli anni d’oro della band. Gli Slayer possono probabilmente continuare la loro carriera discografica e concertistica anche con l’eccellente chitarrista Gary Holt e con il ritorno di Paul Bostaph alle pelli ma moralmente, per molti fans, gli Slayer veri non ci saranno più. Sarà tuttavia un peccato se molti non daranno una chance a questa formazione. Il primo motivo della mia affermazione ha il nome di Gary Holt, un talento fantastico alla sei corde, parla per lui l’intera carriera con gli Exodus ed una stage presence davvero grandiosa unita ad una tecnica che si adatta perfettamente allo Slayer style: assoli veloci e puliti, una fase ritmica davvero solidissima ed il classico tremolo picking tipico della formazione in bella evidenza. Il ritorno di Paul Bostaph è una garanzia di sicurezza per quel che riguarda la fase ritmica del gruppo, quella che forse ha fatto più scuola nell’ambito della musica metal più violenta (e non solo in ambito thrash) anche se Lombardo rimane sempre il drummer più influente della scena thrash.
La setlist è stata la solita collezione di hits della band con l’inserimento di qualche brano meno suonato dal vivo come “At Dawn They Sleep” da “Hell Awaits” ed una sontuosa “Hallowed Point” dal sempre molto saccheggiato “Seasons In The Abyss”.
Due parole brevissime anche sul Geox: l’inizio del concerto è stato penalizzato da volumi bassissimi, indegni per una formazione con l’indole sonora degli Slayer. Corretto il tiro la location si è mostrata piuttosto buona, peccato per la scarsa affluenza. Davvero ridicole le scene con membri della sicurezza del locale a richiedere che alcuni metallari si rimettessero la t-shirt prima ancora dell’inizio dello show perché nel Gran Teatro ci si comporta così. Probabilmente, qualche minuto dopo gli stessi professionisti avranno capito che “in battaglia” certi indumenti sono degli “optionals”. Meglio tardi che mai…
Tom Araya, pur non lanciando più le urla lancinanti di un tempo per tutta la durata del set, rimane un frontman di tutto rispetto e Kerry King è la solita war machine nella duplice fase di riffing e solista. Quel che manca a questa line-up ora è di dimostrare con un nuovo grande disco di essere degna dell’enorme eredità lasciata da Jeff Hanneman. Sarà lo studio album più importante della band da molti anni a questa parte, a maggior ragione perché l’old school thrash metal, ormai da più di un lustro, sta vivendo un ritorno in auge che è culminato tre anni fa con i primi storici concerti dei Big Four seguiti dal vivo da folle sterminate, l’ultima grande occasione per vedere sul palco il poker d’assi costituito dalla leggendaria line-up Hanneman-King-Araya-Lombardo.
R.I.P. Jeff.
Ecco di seguito altre foto della serata, tutte del nostro Massimo “Max Moon” Guidotti: