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02/11/2013 : Arcturus, Riul Doamnei, No More Fear, Artaius – Tempo Rock, Gualtieri (RE)
Quando giungiamo all’interno del locale emiliano, gli Artaius hanno già concluso il loro set, ma i nostrani No More Fear sono appena saliti sul palco, con il loro bagaglio musicale fatto di death-metal piuttosto elementare, contraddistinto da momenti più melodici, altri più groove e addirittura inserti folk, il tutto condito dal growling old-style del singer: non impressionano però più di tanto, forse anche perché un po’ fuori contesto, vista la proposta della serata.
Subito dopo tocca ai Riul Doamnei che, nonostante il monicker rumeno, sono italianissimi e anche ben preparati sia sotto il profilo tecnico sia sotto quello scenografico; il palco infatti è ora adornato da due acquasantiere che poggiano su due colonnine in finta pietra e da pannelli raffiguranti Cristo in croce, inoltre i componenti della band si presentano in uniforme nera con bordature rosse.
Questa volta il genere proposto è un death-metal melodico arricchito dalle tastiere che può ricordare, in certi frangenti, il sound di band quali Dark Tranquillity, Dimmu Borgir e Behemoth.
Il pubblico ora appare infatti più coinvolto, complice anche il magnetico frontman, abile a ricoprire il doppio ruolo di cantante e chitarrista e con movenze sul palco da musicista live navigato.
Dopo i Riul Doamnei l’attesa per gli headliner si fa snervante: gli Arcturus sono attesi da un pubblico alquanto trepidante e quando fanno il loro ingresso sul palco è un trionfo.
Durante i primi pezzi l’acustica, pur non inficiando troppo la prestazione della band, non è ancora ottimale, ma i cinque mostrano un’ottima abilità live, offrendo al pubblico un lotto di song da leccarsi i baffi, tra cui gli unici (purtroppo) due estratti da “The Sham Mirrors”, ovvero “Ad Absurdum” e “Nightmare Heaven”.
I cinque sul palco si presentano avvolti da vesti medievali, a parte ICS Vortex, in tuta e occhiali da aviatore (o da saldatore?) e Hellhammer con la solita maschera bianca e mostrano una certa dinamicità nei movimenti, dando l’impressione di un reale coinvolgimento, mentre nel pannello sul fondo del palco vengono proiettate immagini spaziali in linea con il sound del gruppo.
Il singer rivela le sue doti di intrattenitore gigioneggiando spesso sul palco ma offrendo, alfine, una prestazione canora più che buona (soprattutto in un brano non facile come “The Chaos Path”), mentre il resto dei componenti sfoggia ottima tecnica, soprattutto il signore dietro le pelli che, oltre a far fede al soprannome, mostra anche una certa fantasia esecutiva.
Ottime le prestazioni del chitarrista Knut M. Valle (sovente immerso in una folle trance) e del più morigerato bassista Skoll, mentre pur sottolineando le buffe pose “folli” di Johnsen, bisogna ammettere che il suo lavoro dietro le tastiere si è udito poco per quasi tutta la durata del concerto, soprattutto nei momenti d’insieme.
“Alone” e “The Chaos Path” mandano in delirio buona parte del pubblico, così come tutti i brani tratti da “La Masquerade Infernale”, per molti il capolavoro degli Arcturus e la buona acustica, unita alla perizia dei musicisti sul palco, completano il quadro di uno show davvero coinvolgente.
Finale affidato a “Raudt Og Svart”, estratta dal primo album, nella quale ICS Vortex sfoggia pure un ottimo screaming e il pubblico ne approfitta per accennare un po’ di sano pogo.
Il gruppo se ne va, ma quello che resta è il ricordo di un buon concerto di metal originale, strano, a tratti sfuggente, ma intenso e certamente lungi da certe banalità.
Per molti, ma non per tutti.
Setlist Arcturus:
Evacuation Code Deciphered
Ad Absurdum
Nightmare Heaven
Deception Genesis
Alone
The Chaos Path
Demon Painter
Painting My Horror
Master Of Disguise
Hibernation Sickness Complete
Shipwrecked Frontier Pioneer
Raudt Og Svart