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La mitologica NWOBHM ha partorito una miriade di band, a cavallo tra anni ’70 ed anni ’80. Solo una ha raggiunto lo status di superstar a livello planetario, qualcuna ha avuto una buona carriera, altre hanno portato avanti quasi in sordina la loro musica, moltissime sono durate lo spazio di un singolo per poi sparire nel nulla. In queste righe andiamo a parlare di una formazione sconosciuta ai più, le cui vicende iniziarono a Cleveland (area del Nord-Est inglese, Middlesbrough è la città più grande) nel 1976 con il nome di Ice, monicker abbandonato quattro anni dopo a favore del definitivo Black Rose. Una nutrita discografia composta da due full lenght e diverse altre release tra demo, split ed EP usciti tra il 1981 ed il 1987 ci permette di collocare la band tra quelle decisamente attive, per lo meno fino allo scioglimento del 1989.
Il ritorno sulle scene avviene diciassette anni dopo, quando si mettono al lavoro per registrare il terzo full length “Cure For Your Disease” a seguito del quale i Black Rose tornano anche ad esibirsi live. Recentemente sono arrivate sul mercato ben due compilation dedicate alla band: questo spazio lo riserviamo a “Loveshock”, l’ultima in ordine di tempo (2013), pubblicata in CD e vinile limited dalla tedesca High Roller Records.
La compilation – oltre a due brani rimasti finora inediti e posti a fondo tracklist – raccoglie registrazioni realizzate nel biennio ’81/’82 e ci consegna una band dedita ad un heavy metal primigenio e molto dinamico, a cui vanno aggiunte le influenze di un energico hard rock, per un risultato che mi richiama alla mente Judas Priest e Jaguar, ma anche un pizzico di Savage ed AC/DC per la vivacità trasmessa. Più grezzi e diretti in brani come “Biker” e “Killer” (estratti dal primo demo registrato in presa diretta), i Black Rose sfoderano il meglio con “Ridin´ Higher” e “Sucker For Your Love”, sempre aggressive ma più curate sia nella forma finale che nella registrazione. In generale, i pezzi sfoggiano un certo brio ed un buon impatto ma suonano abbastanza simili tra loro e, con l’eccezione delle due appena citate, non sono particolarmente memorabili: canzoni ben più che oneste ma lontane dall’essere esaltanti, il che contribuisce a spiegare le difficoltà incontrate all’epoca dai Black Rose nel trovare un’etichetta che li mettesse sotto contratto. Uditi i suoi contenuti, non mi sento di collocare questa compilation nella categoria “recuperi fondamentali”, ma va anche detto che “Loveshock” può rappresentare un interessante documento sonoro per i malati cronici di New Wave Of British Heavy Metal.
Tracklist:
1. Alright On The Night
2. Biker
3. Ready, Aim, Fire
4. Killer
5. Loveshock
6. Raising Hell
7. Knocked Out
8. Ridin´ Higher
9. No Point Runnin’
10. Sucker For Your Love
11. Red Light Lady
12. Love On The Line
13. Dead And Buried
Line-up:
Steve Bardsley – voce, chitarra
Kenny Nicholson – chitarra (dalla traccia 1 alla 6)
Chris Watson – chitarra
Marty Rajn – basso
Mick Thompson – basso (traccia 7 e dalla 11 alla 13)
Charlie Mack – batteria (dalla traccia 1 alla 6)
Mal Smith – batteria
Sito ufficiale: www.blackroseuk.co.uk
Facebook: www.facebook.com/Black-Rose-UK
Etichetta High Roller Records – www.hho-records.de