Distant Past – Utopian Void (2014)

Titolo: Utopian Void
Autore: Distant Past
Genere: Heavy Metal
Anno: 2014
Voto del redattore HMW: 6,5
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I Distant Past giungono sul mercato con la loro ultima fatica su Pure Steel Records. É il primo lavoro degli svizzeri che ho l’opportunità di ascoltare, ma scovando qualche nota biografica vengo a conoscenza di un passato già costellato di ben tre opere (due demo ed un full-lenght), le quali mi risultano tutte autoprodotte. Il gruppo è attivo fin dal 2002 e vede in Christof Schafer, Alain Curty e Adriano Troiano gli elementi presenti fin dagli esordi. La presenza alla voce di Jvo Julmy, ex Emerald, è un’ulteriore conferma del legame a doppio filo che unisce le due band, dato che Troiano è bassista di entrambe le formazioni e Alex Spicher, attuale batterista degli Emerald, siede dietro le pelli nelle tracce 1 e 7 di “Utopian Void”. Jan Zwiebel, membro ufficiale, si occupa dei pezzi 4, 5, 8 e 9; mentre Andy Bächler completa la girandola di batteristi con il suo contributo ai brani 2, 3, 6 e 10.
Tutto il disco attinge a piene mani dalla tradizione heavy metal degli anni ’80 con qualche spruzzata di thrash (vedasi in particolare “On The Edge”, ma anche “Sceptre” e “The Hell Of Verdun”). Sicuramente tra i nomi che saltano all’orecchio compare subito quello degli Iron Maiden (“Kingdom Of Shadows” valga per tutte, con il suo attacco che ricorda le atmosfere di “No Prayer For The Dying”). L’album gode di una buona capacità compositiva, che consente ai pezzi di essere sufficientemente vari ed elaborati pur mantenendo l’immediatezza tipica dell’heavy più tradizionale. Tra i brani che mi hanno convinto maggiormente spiccano “Sceptre”, “Kingdom Of Shadows”, “Helpless” e “The Hell Of Verdun”. Quest’ultimo narra le vicende della battaglia di Verdun, combattuta tra tedeschi e francesi durante la Prima Guerra Mondiale. Continuata quasi per un intero anno (da febbraio a dicembre del 1916), è ricordata per il peso avuto sulle sorti della guerra e per l’enorme quantità di morti che produsse. Merita una menzione speciale “Signs Of The End”, dal ritornello davvero trascinante, che a mio avviso riesce a conquistare la palma di miglior pezzo del disco nonostante compaia tra le tracce bonus.
Fin qui i pregi di “Utopian Void”, la cui forza risiede, come detto, nella buona qualità del songwriting e nella prestazione delle due chitarre e di Troiano. Tuttavia non trovano spazio vere hit capaci di controbilanciare la poca originalità di un disco molto derivativo; la prova di Jvo Julmy è buona ma non impeccabile e la batteria ha un suono ed un tiro che non convince del tutto. Ci troviamo di fronte al classico album piacevole, che si lascia ascoltare, ma che non cambierà le sorti del nostro amato Metallo e che pertanto è consigliato soprattutto ai die hard fans dell’heavy metal classico.

Tracklist:
01. A Day of Darkness
02. Sceptre
03. On the Edge
04. Faces
05. Kingdom of Shadows
06. Helpless
07. Guided by the Stars
08. Breath – The Spell
09. The Illusion
10. The Hell of Verdun
11. Signs of the End (bouns track)
12. Touched by the Gods (bonus track)

Line-up:
Jvo “JayJay” Julmy – voce
Adriano Troiano – basso e tastiere
Christof Schafer – chitarra
Alain Curty – chitarra
Jan “The Onion” Zwiebel – batteria

Guests:
Al Spicher – batteria
Andy Bächler – batteria
Cornelia “Connus” Curty – violino
David Luterbacher – assolo di chitarra

Sito ufficiale: http://www.distant-past.ch/
Etichetta Pure Steel Records – http://www.puresteel-records.com/

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