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Non conservo un grande ricordo degli Zeno Morf, combo norvegese di cui mi occupai nel corso del 2010 quando pubblicarono il loro secondo lavoro “Wings Of Madness”, un disco che aveva poco da dire e che destinai ad essere dimenticato in fretta. Sono trascorsi quattro anni da quel deludente full length ed ora la band si ripresenta al pubblico con il nuovo “Kingdom Of Ice”: uscito come autoproduzione nel corso del 2013, l’album segna il passaggio “in famiglia” dai ranghi di Karthago Records a quelli della Pure Steel Publishing che lo stampa ufficialmente, oltre a vedere una formazione ridotta a quattro elementi dopo la defezione del precedente vocalist – stando alle note biografiche il fondatore Erik Westerlund copre il doppio ruolo di cantante e chitarrista – e rinnovata con l’innesto del bassista Vidar Aas.
Osservando la cover prima di scoprirne i contenuti musicali, non ho potuto fare a meno di augurarmi che gli Zeno Morf fossero riusciti a produrre un album qualitativamente superiore rispetto al predecessore… i successivi ascolti hanno confermato che la direzione battuta è sempre quella di un heavy metal tradizionale con inserti power ma decisamente rivolto a sonorità europee: il sound si è complessivamente irrobustito e richiama, oltre agli onnipresenti maestri inglesi, le teutoniche influenze di Accept e Running Wild (questi ultimi soprattutto in certi passaggi di chitarra) a cui si aggiungono alcuni chorus alla Grave Digger.
Purtroppo il risultato ottenuto, anche se migliore se paragonato a “Wings Of Madness”, è ben lontano dall’essere memorabile. “Kingdom Of Ice” non offre grandi argomenti che gli permettano di distinguersi in modo netto dalla quantità di uscite che ogni giorno arrivano sul mercato: il disco è ben suonato, è onesto, sincero ed orecchiabile, rispetto a “Wings Of Madness” riesce anche a regalare qualche sussulto con brani come la pesantissima “Carved In Stone” con le sue cadenze doomeggianti, la potente e vigorosa “Hammersquad” (“Souls Of A Frozen Earth” è una piacevole intro strumentale dal sapore arcaico) e le atmosfere evocative della più classica “The Home Of The Brave”. Gli altri brani, a mio parere, non si discostano dalla normalità e, in casi come “Our Own Worst Enemy”, faticano a mantenere la presa sull’attenzione.
Altro aspetto leggermente affinato riguarda le vocals, tra i punti deboli del precedente platter: Erik Westerlund non possiede un timbro particolarmente affascinante, ma compie il suo dovere diligentemente cercando, inoltre, di metterci quella passione che mancava in passato, anche se in alcune occasioni mi ha lasciato la sensazione sgradevole di forzare un po’ oltre le sue possibilità. In conclusione, non credo che le sorti degli Zeno Morf cambieranno più di tanto con “Kingdom Of Ice”: un album accettabile ma assolutamente nella media di tantissime altre release, d’interesse per i fans della band e pochi altri.
Tracklist:
1. Souls Of A Frozen Earth
2. Hammersquad
3. Blackout
4. Kingdom Of Ice
5. Carved In Stone
6. The Home Of The Brave
7. Between The Light And The Dead
8. Lost
9. A Question Of Faith
10. Coming Home
11. Our Own Worst Enemy
12. Uncle Sam
Lineup:
Erik Westerlund – voce, chitarra
Johnny Soerensen – chitarra
Vidar Aas – basso
Trygve André Tvedt – batteria
MySpace: www.myspace.com/zenomorfmetal
Etichetta Pure Steel Publishing – www.puresteel-records.com