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20/09/2014 : Antropofagus + Unbirth + Devangelic + Bloodtruth + To Feed Of Flesh – Blue Rose Saloon Bresso (MI)
L’ultima data del “Brutality Over Europe Tour” – unica in Italia dopo le otto inizialmente previste tra Francia, Svizzera, Germania e Belgio (saltata per problemi tecnici)- fa capolino al Blue Rose Saloon di Bresso con un poker di bands italiane dedite a sonorità brutali, capitanate dai navigati genovesi Antropofagus. Giunti in loco veniamo a conoscenza dell’inserimento – solo per questa serata – degli Unbirth, band modenese con alle spalle un disco edito lo scorso anno. La serata, appetibile per gli amanti delle sonorità estreme dell’underground italico, ha segnalato un discreto afflusso ed il calore nei confronti dei gruppi che via via si alternavano sul palco non è mai venuto meno.
Spetta ai milanesi TO FEED OF FLESH dare fuoco alle polveri, freschi del rilascio di un EP d’esordio intitolato “Si Vis Pacem Para Bellum” edito da Rotten Cemetary. Il quartetto meneghino nella ventina di minuti a loro disposizione mostra grande impegno e voglia di divertirsi, seppure la loro proposta musicale necessiterebbe di un maggior lavoro di cesello, per poter uscire dagli stereotipi della brutal death metal band. Ad onor del vero bisogna dire che le prime canzoni sono state anche penalizzate da una resa sonora confusionaria, ma in corso d’opera si è arrivati ad avere un sound più che accettabile. “Swamp Of Broken Soul” chiude il breve set, tra qualche applauso in sala.
Avevo una discreta curiosità nei confronti dei BLOODTRUTH, combo perugino dedito ad un death metal brutale, ancorato alla tradizione dei ’90 ed abbinato saltuariamente a cori gregoriani. Nati come progetto parallelo di Paoli e Rossi dei Fleshgod Apocalypse, i Bloodtruth hanno dato vita – nel corso del tempo – ad una formazione coesa e affiatata (con l’uscita dei due membri dei F.A. impegnatissimi con la band principale), che col proprio lavoro si è procacciata il contratto con la Unique Leader, rilasciando pochi giorni orsono il full length d’esordio “Obedience”. La prova del gruppo umbro questa sera è stata assolutamente convincente, muscolare, precisa e a tratti entusiasmante.
I brani son ben costruiti e distinguibili l’uno dall’altro, grazie a delle linee di chitarra ispirate e funzionali, con una sezione ritmica possente e precisa. Pezzi quali “Suppurating Of Deception”, la velocissima e tritaossa “Summonic The Heretics”, l’ottima “Forswarn” dalla quale è stato estratto il video, sono un biglietto da visita di tutto rispetto che mette in mostra un gruppo che sa il fatto suo grazie ad un songwriting credibile ed ispirato e a mezzi tecnici di assoluto valore che fanno sì che la prova del combo perugino sia tra le migliori della serata. I cori gregoriani ci catapultano in “Coerced To Serve”, seguita da “March Of The Fools” e dalla titletrack “Obedience” che chiude una bella performance nella quale ha vinto il collettivo, con menzione d’onore per il drummer Giacomo Torti autore di una prova potente, chirurgica e tutt’altro che scolastica dietro le pelli. Gli applausi convinti da parte del pubblico sono il giusto premio per quanto si è visto sul palco. Ottima prova.
È il momento dei DEVANGELIC, gruppo laziale anch’esso fresco di nuova release – sotto il vessillo dell’americana Comatose Rec. – intitolato “Resurrection Denied”. Confesso con onestà che su disco il combo laziale non mi aveva particolarmente colpito, mentre questa sera, alla prova del fuoco sulle assi di un palco, i pezzi appaiono vitaminizzati grazie ad una bella attitudine live.
I Devangelic praticamente propongono interamente il loro full length d’esordio, passando in rassegna le varie “Crown Of Entrails”, “Eucharistic Savagery”, “Disfigured Embodiment”, “Apostolic Dismembering” e la brutalissima “Desecrate The Crucifix” con grande scioltezza.
Indubbiamente il quartetto romano vanta un buon feeling con i propri strumenti ed i suoni ben amalgamati fanno sì la “botta” sonora scatenata sia bella forte, il pubblico la percepisce e di conseguenza partecipa allo show.
Non sempre la tensione nelle composizioni rimane alta, infatti talora il riffing ed i tempi di batteria tendono a mostrare un po’ la corda e ad appiattirsi, causando un lieve calo di attenzione . Dal canto loro i quattro musicisti romani capitanati da Paolo Chiti ci mettono il loro impegno e la loro verve affinché lo show fluisca senza intoppi. Il tris composto da “Unfathomed Evisceration”, “Perished Through Atonement” e “Devouring The Consecrated” pongono fine al set dei Devangelic, che comunque si è assestato su livelli discreti.
Inseriti a sorpresa nell’affiatato calderone del “Brutality Over Europe Tour ‘14” i modenesi UNBIRTH hanno il compito certo non agevole di suonare prima degli Antropofagus e dopo gruppi che hanno dimostrato di saperci fare con gli strumenti. Il quintetto emiliano sale on stage con la giusta umiltà deciso a sciorinare al meglio gli estratti dal loro disco d’esordio – edito lo scorso anno – intitolato “Deracinated Celestial Oligarchy”.
Il death metal brutale degli Unbirth si lascia apprezzare grazie ad una componente tecnica importante, senza però mai riuscire ad assestare il colpo del ko, lasciando sempre l’ascoltatore nell’attesa di un sussulto, di un tocco di fantasia e maggior personalità che consentirebbe loro di fare un salto di categoria. Ci sono certamente degli elementi positivi, come ad esempio il drumming di Mirko Virdis e i passaggi intricati delle chitarre che certamente non sono da disdegnare. La quarantina di minuti loro concessi scorre senza un attimo di tregua, tra gli estratti dal loro disco “Crowding At The Edge Of Cosmos”, “Sterile Planets”, “Incestuous Warpath”, puntate dallo split con i Recreant “Unfed Thoughts” e una cover (“Pyaemia”) con gli astanti che hanno comunque apprezzato la proposta.
È il momento degli headliner, i genovesi ANTROPOFAGUS, che in cinquanta minuti scarsi hanno sublimato questa bella serata di musica estrema con una performance impressionante che non ha fatto prigionieri. Il quartetto ha messo a ferro e fuoco il locale grazie ad una prova tecnica ampiamente sopra le righe, pressoché priva di smagliature; inoltre dal punto di vista del feeling, della voglia e dell’empatia creatasi con l’audience definirla avvolgente e coinvolgente è riduttivo.
I nostri hanno attinto a piene mani dal secondo disco “Architecture Of Lust” con il tris costituito dalla titletrack, da “Eternity To Devour” e da “The Lament Configuration” che fanno subito capire che aria tira: suoni belli pieni, una band affiatata e determinata a fare più male possibile, sommati ad un’audience calda e attenta a quanto accade sul palco.
Tya tiene il palco con personalità, con i propri growls tinge il sound dei nostri di tinte rosso sangue, il lavoro della chitarra di Meatgrinder è sempre finalizzato a fare male ai padiglioni auricolari dei presenti, tessendo riffs taglienti e personali in continuazione; impossibile poi sottacere la prova mostruosa della sezione ritmica con Jacopo Rossi che intreccia le sue linee di basso con quelle di batteria di uno dei migliori esponenti della scena, Davide Billia (batterista in condivisione coi Septical Gorge, autori peraltro dell’ottimo “Scourge Of The Formless Breed” uscito in questi giorni), che per potenza, estro e fantasia applicata al brutal death metal teme ben pochi confronti.
Lo show procede con “Recollection Of Human Habits“ tratto dal seminale “No Waste Of Flesh”, seguito dalle telluriche “Sadistic Illusive Puritanism” e “Sanguinis Bestiae Solium”. Gli spettatori sono letteralmente annichiliti dalla prova dei genovesi, mentre dal palco Tya scherza anche con tutti i colleghi/amici con i quali ha condiviso questo minitour europeo.
“Loving You In Decay” presentata come la “ballad degli Antropofagus” e “Thick Putrifaction Stink” estratte dal primo disco fanno da prologo alla follia collettiva di “Demise Of The Carnal Principle”, che ha visto gran parte dei musicisti che hanno suonato questa sera prendere d’assalto il palco, facendo headbanging e smontando componenti del drumkit durante l’esecuzione del pezzo.
Abbiamo assistito ad una grande serata di metal estremo italiano e – qualora ce ne fosse ancora bisogno di ribadirlo – il sottobosco tricolore gode di buonissima salute, sia nei nomi storici, sia nelle nuove leve. Il “support” al movimento è d’obbligo.
Setlist Antropofagus:
Architecture of Lust
Eternity to Devour
The Lament Configuration
Recollection of Human Habits
Sadistic Illusive Puritanism
Sanguinis Bestiae Solium
Loving You in Decay
Thick Putrifaction Stink
Demise of the Carnal Principle