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Ultimamente si fa un gran parlare dei cileni Demonic Rage. E a ragione, dico io, sebbene il loro album d’esordio “Venomous Wine From Putrid Bodies” sia uscito l’anno scorso per conto della minuscola conterranea Mushantufe Productions. Ma fatto sta che l’iper-impegnata Iron Bonehead ha avuto la bella pensata di ristampare recentemente l’album in versione vinilica, facendo così opera buona e giusta. Certo che quest’etichetta sembra ormai diventata la versione satanica del re Mida: (quasi) ogni cosa che tocca diventa istantaneamente un classico!
Il disco, comprendente otto pezzi per 32 intensissimi minuti, parte senza una dannatissima intro annichilendo subito i timpani dell’ascoltatore con “Repugnant Shapes In A Ritualistic Coven Of Death”, la canzone più violenta e blasteggiante del lotto. Con il passare dei pezzi, i Demonic Rage non dimostrano soltanto di menare come dei fabbri diabolici con tanto di cantante che ti divora l’anima attraverso dei grugniti cavernosissimi, ma anche di andare oltre. Questo a partire da “Evoking The Pestilence”, un brano doom che poi esplode, ineluttabile, dopo tre minuti con dei blast-beats scarnificanti. Ed è proprio in questo pezzo che si nota in modo più evidente che il death metal dei Demonic Rage è profondamente USA del tipo Incantation/Immolation, lo dimostrano certi riff isterici e stridenti che fanno male, anzi, malissimo.
Poco a poco, passati il grind sfrenato da 58 secondi di “Cadaver Christ’s Desecration” (forse un po’ inutile ma tant’è) e gli accenni di melodia e i momenti brutal death di “Everlasting Plagues Of Nauseous Wickedness” (eh sì, qua i titoli chilometrici sono all’ordine del giorno, fateci l’abitudine!), ci si rende conto che l’album è diviso in due parti ben distinte: la prima comprende pezzi generalmente più violenti e brevi (ma non per questo meno dinamici) mentre la seconda più complessi e lunghi (sui 5-6 minuti). Un’altra differenza fondamentale è che, se nella prima metà gli assoli sono praticamente banditi, nella seconda non solo ce ne sono tanti (come i tre della traccia n°5 – che ha un titolo di proporzioni assurde!) ma sono anche così tremendamente atmosferici da mettervi sul serio i brividi. In parole povere, il disco esplode piano piano, presentando ogni caratteristica senza correre e questo è un pregio rarissimo.
Probabilmente per questo motivo la canzone migliore è quella conclusiva, cioè “All Pest Shall Fall Over Me”, che secondo me è da considerare a tutti gli effetti un classico del death metal tutto, anche perchè ha una progressione verso il finale veramente con i controcojoni, ma di quelli dalle dimensioni epiche. Il pezzo è in pratica un ultra-doom mefitico per ben quattro minuti circa, una vera discesa nei recessi più perversi dell’Inferno che ti risucchia e ti umilia fino all’ultima goccia di sangue. Ma questo è solo un avvertimento. Infatti, grazie a uno stacco atmosferico e terrorizzante di chitarra solista, la canzone cresce a poco a poco in tensione fino a sparare dei blast-beats tempestosi con annesse chitarre un po’ black, facendo durare così tutto l’assalto per quasi sei minuti che ti polverizzano definitivamente. Un finale geniale concluso totalmente all’improvviso così da creare un silenzio terrificante molto più doloroso del rumore tanto amato dai Demonic Rage.
E dopo questo si capisce perchè “ultimamente si fa un gran parlare dei Demonic Rage”: perchè hanno tutto, complessità, violenza estrema, atmosfera, tempi lenti da paura, assoli, canzoni strutturalmente curatissime, insomma niente manca a questi cileni. Che pure non hanno creato praticamente niente di nuovo. No, non lo dico soltanto perchè propongono in fin dei conti un classico death metal anni ’90 ma perchè “Venomous Wine From Putrid Bodies” è composto più che altro dai vecchi pezzi del gruppo, roba che già suonavano dieci anni fa dopo essersi formati nel 2001, e quindi ci hanno messo ben 12 annate per pubblicare l’album d’esordio, però ammetto che un po’ più di brani nuovi non mi sarebbero dispiaciuti. A ogni modo, se l’anno scorso erano praticamente un terzetto (comprendente Raul Arancibia, ora in forze agli Horrifying, da me recensiti a fine 2013), ora sono un quintetto, guidato come sempre dal batterista Abhorer.
E’ grazie a questi gruppi se l’underground più estremo continua a vivere e combattere, ed è grazie a capolavori come “Venomous Wine From Putrid Bodies” che il death metal vecchia scuola riesce a mantenersi vivo e in piena salute, alla faccia dei detrattori!
Tracklist:
1 – Repugnant Shapes in a Ritualistic Coven of Death
2 – Evoking the Pestilence
3 – Cadaver Christ’s Desecration
4 – Everlasting Plagues of Nauseous Wickedness
5 – Sulphuric Congregation Towards the Holocaust of All Sacred and Holy
6 – The Fall of Nazarene
7 – Ancient Symbol to Summon Necrophagous Demons from the Deep
8 – All Pest Shall Fall Over Me
Line-up:
Satran – voce
Raul Arancibia – chitarre/basso
Abhorer – batteria/basso
FaceBook: https://www.facebook.com/pages/Demonic-Rage/166132640124492 (non ufficiale)
Etichetta Iron Bonehead Records – http://www.ironbonehead.de