Visualizzazioni post:1024
Oh, figli di Atene, scatenate la vostra furia!
Beh, i Deus Ignotus, che figli di Atene lo sono sul serio, ne hanno tantissima, anzi, forse troppa. Fatto sta che la Forever Plagued Records, giovane etichetta statunitense, ha pubblicato proprio quest’anno l’EP “Procession Of An Old Religion”, la nuova opera dei Deus Ignotus, un duo nato nel 2007 con all’attivo un album uscito nel 2012 per conto della francese Forgotten Wisdom Productions. L’EP, pur deludente, offre qualcosina di interessante, magari sorprendendo l’ascoltatore con delle soluzioni decisamente bizzarre.
Dopo l’intro, con un monologo di un uomo la cui voce viene gradualmente manipolata fino a renderla disumana, parte “Seven Tongues Of Encapturement” e sono legnate a non finire. Ecco, pensate che il batterista è sostanzialmente capace di andare solo in blast-beats come nemmanco i Black Witchery (oddio, non esageriamo!). Il cantante, purtroppo non così espressivo, ruggisce tirando fuori occasionalmente delle urla black tanto per gradire. Il riffing domina letteralmente la scena sputando riff su riff, spesso di tipo black metal anche se non ne mancano di più melodici o di più death, e ce n’è pure qualcuno “cervellotico” che mi ricorda i Terror Throne (eccellente realtà black USA), se non addirittura thrash (come nel finale miracolosamente rallentato di “Dogmatheist” – la canzone più lunga del lotto dati i suoi 4.20 minuti, dovuti anche a un’intro più atmosferica del solito – e dove c’è inoltre un brevissimo assolo vorticoso). Tutto questo viene suonato strutturando i pezzi in una maniera un po’ particolare, cioè rifiutando totalmente lo schema a strofa-ritornello a favore di una collezione ininterrotta di riff con qualche pausa/stacco con annessa ripartenza, talvolta efficace.
Però, sapete, da queste parti tutto gira sempre e solo intorno alle chitarre, che saranno pure abbastanza fantasiose ma, per il resto, gli altri strumenti non è che facciano granchè. Certo, talvolta la batteria s’inventa delle buone variazioni, ma sono così impercettibili da raccomandare caldamente di ascoltare il disco con le cuffie, anche perchè, a fronte di chitarre graffianti e ruggiti in primo piano e (quasi) senza effetti, il suono della batteria è purtroppo poco incisivo. E poi, diciamocela tutta, quel tipo di struttura sembra sul serio una mera collezione di riff, quindi consiglio ai nostri di “normalizzarla” un pochino di più, considerato inoltre che è triste sentir relegate solo per qualche secondo alcune felici intuizioni del chitarrista.
In sostanza, l’unico pezzo da salvare è “Putrid Empire”, cioè il più sperimentale e violento di tutti. Sperimentale perchè comprende un curioso rallentamento con una seconda chitarra malata e dissonante e voci un po’ stranianti. Violento perchè, proprio dopo tale rallentamento, c’è un’accelerazione ultra-scellerata dove la seconda chitarra si scatena vomitando un assolo lungo e caotico, contribuendo così a donare al brano una furia vicinissima agli stilemi, a me tanto cari, del black/death metal bestiale.
Ecco, se tutti i pezzi fossero stati come “Putrid Empire”, avrei gridato al miracolo… satanico!
Tracklist:
1 – Intro
2 – Seven Tongues of Encapturement
3 – Putrid Empire
4 – Blood of the Apostles
5 – Dogmatheist
Line-up:
Reshep – voce/chitarre/basso
Xolferoth – batteria
MySpace: http://www.myspace.com/deusignotus
Etichetta Forever Plagued Records: http://www.foreverplaguedrecords.com