Black Vul Destruktor / Et Verbi Sathanus – Apocalypse Towards Apocalypse (2014)

Titolo: Apocalypse Towards Apocalypse
Autore: Black Vul Destruktor / Et Verbi Sathanus
Genere: Bestial Black / Death metal
Anno: 2014
Voto del redattore HMW: 6,5
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Dopo il grandioso split da me recensito qualche mese fa fra gli Hades Archer e gli Slaughtbbath, entrambi gruppi mostruosi, oggi vi parlo di quello, ovviamente tutto sudamericano, fra gli argentini Black Vul Destruktor e i cileni Et Verbi Sathanus, pubblicato quest’anno dalla svedese Blood Harvest. Vi dico subito che questo è uno split meno riuscito di quello precedente, visto che fra le due formazioni non ci sono soltanto profonde differenze stilistiche ma anche qualitative (e non solo).

Partiamo da quei quattro guerrieri atomici dei Black Vul Destruktor che, nati nel 2006, sono il tipico gruppo talmente di culto che, senza neanche uno straccio di album, hanno già dietro le spalle ben due compilation, di cui una uscita proprio di recente. Dalle prime puzzolenti note di chitarra che aprono la traccia d’apertura “Sword Of Luciferian Light”, già si capisce cosa suonano i nostri e pochi secondi dopo si ottiene la definitiva conferma: black/death metal bestiale, cioè il (sotto)-genere che preferisco fra tutti quanti. Fatevi quindi coccolare da tempi serratissimi (ma che, almeno in questo pezzo, solo raramente sono dei veri e propri blast-beats), da un comparto vocale costituito da delle specie di urla rauche riverberate e accompagnate da qualche aberrante grugnito di rinforzo, da chitarre implacabili decisamente death che a tratti ricordano i Demoncy, un basso inesistente e una produzione sporchissima che nei momenti di maggior furia non permette all’ascoltatore di capire bene i riff. Ma “Sword Of Luciferian Light” è una canzone per certi versi strana, perché la sua prima parte, tutta veloce, è fondata molto su (troppe?) pause e praticamente su un solo infernale riff. Questo però è solo il preludio per una seconda parte che esplode caoticae che si espande per ben sei minuti.
La seconda canzone – “Void Of Darkness” – che dura la bellezza di quasi sette minuti, è la migliore del lato dei Black Vul Destruktor. Prima di tutto è molto più varia della precedente anche dal punto di vista ritmico (basti pensare che i primi due minuti sono lenti…), offrendo una struttura più complessa e ben tre assoli, spesso così atmosferici e vorticosi che ti danno la simpatica sensazione di essere risucchiato da un buco nero da incubo inenarrabile. Bella la conclusione del pezzo, affidata a un passaggio ultra-death metal minaccioso ma groovy.

Passiamo adesso agli Et Verbi Sathanus, che si sono formati addirittura nel 1997 con il nome di Gehinnon (cioè la Gehenna, il luogo dove nella Bibbia si dice che gli adoratori del dio Moloch sacrificassero in massa i bambini bruciandoli), sciogliendosi però nel 1998 salvo riformarsi nel 2001 come Et Verbi Sathanus. Determinati e testardi come lo spirito underground comanda, il trio cileno, guidato da sempre dal batterista Warrior Fucker, ha impiegato ben 12 anni per pubblicare l’album d’esordio “Satanae Pater Sanguinariv“, a cui ha fatto seguito questo split.
Rispetto ai Black Vul Destruktor, gli Et Verbi Sathanus sono letteralmente ossessionati dai blast-beats, tirando fuori canzoni da tre minuti semplici e senza assoli. Qui però non si tratta esattamente di puro black/death bestiale, visto che l’assalto risente parecchio del black metal svedese… e in “Gehinnor” c’è addirittura qualche melodia! E’ anche vero che dei grugniti cavernosi ma non troppo, enfatizzati da un buon effetto d’eco e alternati con delle scartavetranti urla black, dominano la scena. Ma il problema è che gli Et Verbi Sathanus, per quanto violentissimi, sono un po’ ripetitivi, soprattutto in “Holocaust In The Paradise”, che in sostanza ripete sempre le stesse cose. Le cose migliorano un pochino con la più death “Gehinnor”, caratterizzata fra l’altro da una marcetta militare che però forse viene ripresa troppe volte nel corso del brano (difetto, come già detto, tipico del gruppo).
In generale, avrete capito che mi sono piaciuti di più i Black Vul Destruktor (voto: 7,25… con i voti decimali non mi sono mai trovato bene!), capaci di coniugare perfettamente la furia estrema e caotica con dei toni oscuri e atmosferici. Gli Et Verbi Sathanus (voto: 5,25) non mi avevano impressionato in passato e continuano su questa strada, essendo praticamente senza idee (o meglio, ce le avrebbero ma non le sviluppano per niente bene) e gratuitamente ultra-violenti. A ‘sto punto dovrebbero imparare qualcosa dai compatrioti Hades Archer, per certi versi dei loro simili, solo decisamente più efficaci.

Tracklist:

Black Vul Destruktor:

1 – Sword of Luciferian Light
2 – Void of Darkness

Et Verbi Sathanus:

3 – Holocaust in the Paradise
4 – Gehinnor

Line-up:

Black Vul Destruktor:

Vultur – voce/basso
Tombcrusher – chitarra/voce
Xass – chitarra
Hate Obsessed – batteria

Et Verbi Sathanus:

Javier Leviante – voce/chitarra
Nuclear Vengeance – basso
Warrior Fucker – batteria

Black Vul Destruktor: http://black-vul-destruktor666.blogspot.com
Et Verbi Sathanus: http://etverbisathanus.bandcamp.com
Etichetta Blood Harvest – http://www.bloodharvest.se

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