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L’ascesa degli Eluveitie nell’ultimo decennio ha avuto dell’incredibile. La band elvetica, esordiente ufficialmente con “Spirit” solo nel 2006, grazie soprattutto al successo del disco successivo “Slania” è stata in grado di canalizzare l’attenzione della massa su di sé, forte anche dell’appoggio di un potente colosso come la Nuclear Blast. A due anni dal discusso ma riuscito “Helvetios”, il gruppo capitanato dal polistrumentista Chrigel torna a richiamare l’attenzione con il nuovo “Origins”, un disco impostato in maniera pressoché identica al suo predecessore. Ci sono le introduzioni, gli intermezzi, le narrazioni, c’è la medesima grafica scarna in copertina e soprattutto rimane immutato l’approccio musicale: un death metal melodico di scuola europea su cui si stendono tappeti intricati di flauti, arpe, ghironde, violini e quant’altro, che garantiscono al combo l’etichetta di ‘folk metal band’.
Da una parte quindi, negli ultimi anni, gli Eluveitie sembrano aver intrapreso una direzione leggermente più estrema rispetto a quanto fatto su un ottimo disco come “Slania”, pur non rinunciando in alcun modo alla ‘specializzazione’ folk a cui ci hanno abituato fin dagli esordi. Il risultato, anche in questo caso, è un disco che, pur nella sua bontà, sembra non essere mai in grado di esplodere, sempre sull’orlo del decollo, alla ricerca di quel ritornello o di quella soluzione musicale in grado di cambiare davvero le carte in tavola, ma senza mai riuscire realmente nel suo intento. Un album quindi che non è destinato ad essere ricordato come un grande passo avanti per il combo d’oltralpe, ma piuttosto una – comunque piacevole – testimonianza del consolidato equilibrio che gli svizzeri sembrano aver raggiunto.
Un esempio rappresentativo di cosa attendersi dal nuovo “Origins” può essere desunto da songs come le furiose “Inception” o “The Silver Sister”, tasselli di folk/melo-death giocati su buone strutture chitarristiche ad elevate velocità esecutive. Non mancano ritornelli vincenti come dimostra il mood epico dell’opener “The Nameless” o della conclusiva “Carry The Torch”, così come non mancano le comparsate dedicate all’altra colonna portante della band, Anna Murphy, che di tanto in tanto si disimpegna dalla sua amata ghironda per dedicarsi alle corde vocali. La Murphy ed il suo timbro squillante si rendono quindi protagonisti nel singolone da classifica “The Call Of The Mountains” (degna erede di “A Rose For Epona”), brano tanto ruffiano quanto capace di incollarsi nella mente, che piaccia o meno, e nella più ricercata ed interessante “Vianna”. Il singolo “King” spazza via ogni dubbio sulla qualità del disco: un brano ben costruito e vincente sotto ogni aspetto, tanto nel malinconico refrain quanto nelle sue intense parti strumentali. Probabilmente il picco più alto raggiungo in “Origins”.
A parte il notevole contributo della new entry al violino Nicole Ansperger, nessuna particolare innovazione accompagna il nuovo tassello dei pionieri del folk metal svizzero, che ci regalano un solido e monolitico esempio di come intendere il folk metal moderno. “Origins”, disco di un mezzo gradino superiore al precedente “Helvetios”, ripropone quindi una formula consolidata e funzionante e nonostante alcuni momenti dal taglio estremo siano forse troppo enfatizzati o forzati, ci dimostra una band in forma e con qualcosa di valido ancora da dire e da dimostrare.
Tracklist:
01. Origins
02. The Nameless
03. From Darkness
04. Celtos
05. Virunus
06. Nothing
07. The Call of the Mountains
08. Sucellos
09. Inception
10. Vianna
11. The Silver Sister
12. King
13. The Day of Strife
14. Ogmios
15. Carry the Torch
16. Eternity
Line-Up:
Chrigel Glanzmann – Vocals, Flutes, Uillean Pipes, Mandolin, Harp & Bodhran
Anna Murphy – Vocals & Hurdy-gurdy
Ivo Henzi – Guitars
Rafael Salzmann – Guitars
Päde Kistler – Flutes & Bagpipe
Nicole Ansperger – Violin & Cello
Kay Brem – Bass
Merlin Sutter – Drums
Sito ufficiale: www.eluveitie.ch
Facebook: www.facebook.com/eluveitie
Etichetta Nuclear Blast – www.nuclearblast.de