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04/12/2014: Pagan Størm Fest: Malnàtt + Ulvedharr + Blaze of Sorrow + Lou Quinse + ODR (Barrio’s Cafè, Milano)
Impossibile lasciarsi sfuggire questo evento pieno di band nostrane di tutto rispetto organizzato da Federico di Pagan Størm, la radio che, facendosi sentire sempre di più con news, interviste e recensioni, ce la sta mettendo tutta per promuovere e far conoscere miriadi di gruppi della scena metal (soprattutto pagan/folk, come suggerisce il nome stesso) nazionale e mondiale.
Accomunati da una grande passione per questo genere musicale, Federico e il resto della giovane crew che si occupa di portare avanti questo progetto hanno voluto togliersi anche un altro sfizio, ovvero organizzare un vero e proprio concerto con un bill piuttosto appetibile. Ovviamente la location non poteva essere altro che Milano, spesso meta di grandi concerti, perciò i ragazzi si sono dati da fare per trovare un locale che potesse essere adatto a questo primo esperimento.
Il Barrio’s, ad una prima occhiata, appare modesto ma accogliente. Non è esattamente il tipico locale dove ti aspetteresti di assistere ad un concerto metal, ma spesso le circostanze riescono a sorprenderci. E così è stato. Sono arrivata sul posto molto presto, insieme agli amici Blaze Of Sorrow e ho avuto modo di guardarmi intorno e fare pronostici: il pubblico sarebbe stato troppo cospicuo per la capienza del locale? Il prezzo del biglietto (10€) avrebbe fermato i più dubbiosi sulla riuscita della serata? Il concerto sarebbe stato all’altezza delle aspettative?
Innanzitutto durante i vari soundcheck è filato tutto liscio, il che è già un buon inizio. Ovviamente è sempre meglio evitare di arrivare troppo presto, proprio per non rovinarsi la sorpresa assistendo alle prove dei vari gruppi, ma questa volta è andata così. Almeno ho potuto assistere alla professionalità con cui gli organizzatori e le band hanno condotto questa “fase preparatoria”.
Ma veniamo al dunque: verso le 20.00, con puntualità, inizia a presentarsi il pubblico. Non riesce a riempire il locale come tutti avremmo sperato, ma è comunque un buon pubblico, soprattutto per il calore con cui accoglie gli eroi della serata.
I primi a rompere il ghiaccio sono i torinesi ODR: armati di grinta e flauto traverso riescono a creare l’atmosfera perfetta per dare il via alla serata. Da appassionata di folk metal quale sono, non posso fare altro che apprezzarli e quasi mettermi a canticchiare le melodie eseguite dal flauto traverso, strumento più classico che folk ma comunque ben amalgamato con le sonorità più estreme del resto della band, di cui va notata anche l’abilità del cantante di passare dallo scream al growl e al pulito senza difficoltà. Gran parte del merito della riuscita dei suoni va naturalmente al fonico, che dovrà dare il meglio di sè soprattutto di fronte all’abbondanza di strumenti e voci presentata dai LOU QUINSE, i quali entrano in scena subito dopo i concittadini.
Per riuscire a starci tutti sul palco del Barrio’s i LOU QUINSE devono stringersi, ma questo non frena il loro entusiasmo e senza esitazione danno il via alle danze, riscaldando il locale con il loro spensieratissimo folk metal ispirato alla musica tradizionale occitana (scelta originale soprattutto per quanto riguarda i testi, purtroppo difficili da distinguere nei live). Con l’incredibile vitalità data dagli strumenti folk e le strofe gridate a squarciagola la band riesce a costruire un’atmosfera degna del Fosch Fest, raggiungendo l’apice con il cavallo di battaglia “Calant De Villafranca”.
Questo, però, non è semplicemente un festival folk metal e per dimostrarcelo gli organizzatori hanno portato sul palco le band più disparate: ecco che arriva il turno dei BLAZE OF SORROW (nei live un quartetto ma in origine una one man band creata dal cantante chitarrista, a cui si è recentemente unito il batterista), i quali riescono a capovolgere completamente le sorti della serata proponendo il loro atmoshperic black metal dalle tinte malinconiche. Il pubblico smette di saltare e rimane in silenzio, rapito dall’intensità quasi poetica delle melodie e dalla serietà di questi quattro ragazzi avvolti dal fumo artificiale. I testi dei brani si riducono a poche parole (che, come nel caso dei Lou Quinse, è davvero un peccato non riuscire a comprendere appieno): la protagonista è in tutto e per tutto la musica, capace di evocare eterni tramonti, ricordi lontani e visioni dell’aldilà, come suggeriscono i titoli di alcuni brani (“Eterno Tramonto”, “In Memoria” e “Dall’Aldilà”).
Dopo questo momento suggestivo, l’atmosfera si trasforma di nuovo: con l’arrivo degli ULVEDHARR il pubblico si desta dall’estasi per dare il via al pogo e all’headbanging sfrenato, impossibili da trattenere di fronte all’incredibile energia sprigionata dal death metal della band bergamasca. Gli stessi membri della band non riescono a stare fermi un attimo, accompagnando i propri pezzi con movimenti violenti e sincronici che li porteranno in un inevitabile bagno di sudore, trofeo di guerra degno dei migliori live. Come da tradizione, il pubblico non può trattenersi dall’invadere il palco durante “Onward To Valhalla” per avvicinarsi al microfono e contribuire con i cori. Non mancano inoltre brani tratti da “Ragnarök”, l’ultimo lavoro della band partorito dalla Nemeton Records pochi giorni fa. Osservando gli stendardi ai lati del palco, è sorprendente leggere “Death Metal since 2011”: non ci si aspetterebbe che una band formatasi così recentemente abbia già ricevuto tutto questo consenso, guadagnandosi anche l’affetto di tutto il pubblico del Pagan Størm Fest, che alla fine dell’esibizione cerca di trattenerla all’urlo di “Ulvedharr! Ulvedharr! Ulvedharr!”.
E così arriva il momento dei bolognesi MALNATT, headliner della serata. Si presentano con le loro maschere da teschio per dare un tocco macabro all’esibizione e scatenano subito l’inferno con la potenza del loro originalissimo black metal che ha ormai abbandonato le influenze folk degli inizi. Portano sul palco del Pagan Størm Fest soprattutto l’ultima fatica, “Principia Discordia” (del 2012), di cui spiccano in particolare “Manifesto Nichilista” e “Don Matteo”. I brani, scanditi con potentissima precisione dalle pelli di Lerd, si alternano con gli ironici sproloqui di Porz, che continua a chiedersi come mai il pubblico non si sia ancora stufato e riesce a fare perfino uno scherzoso riassunto della serata definendo i primi due gruppi “tanti strumentini con cui si balla e si canta”, i Blaze Of Sorrow “capelli nella nebbia”, infine “gli Ulvedharr li ho visti da dietro” (aspettando nel camerino) e concludendo con il fatto che i Malnàtt si potevano tranquillamente evitare. Verso metà concerto tutti i membri si tolgono le maschere, per permetterci finalmente di vedere i volti dell’energico quartetto e soprattutto gli inconfondibili baffi di Porz. Nonostante voglia mandare tutti a casa, il pubblico non gli dà ascolto e si lancia in un pogo scatenato per continuare degnamente la serata, che si conclude con “Pornokrator” e con una soddisfazione generale.
Che dire, a mio parere un evento ben riuscito, anche se mi aspettavo un pubblico molto più numeroso. Ma per essere il primo esperimento dei ragazzi della redazione di Pagan Størm Radio direi che un grosso applauso se lo sono meritati, soprattutto per la passione che hanno messo nell’organizzare questo evento che di sicuro a loro avrà fruttato poco o niente (anzi, sicuramente sono andati in perdita). Mi auguro che questo sia solo l’inizio di un lungo percorso che si dimostrerà sempre più importante per il supporto della scena metal del nostro paese.
Infine un doveroso ringraziamento va a Matteo Damiani di Pagan Størm per le foto della serata. Eccone altre di seguito.
ODR:
Lou Quinse:
Blaze Of Sorrow:
Ulvedharr:
Malnàtt: