Morbid Saint – Spectrum Of Death (1988)

Titolo: Spectrum Of Death
Autore: Morbid Saint
Genere: Thrash Metal
Anno: 1988
Voto del redattore HMW: 9,5
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I Morbid Saint, da poco riformatisi nel 2010 (e l’anno scorso hanno pure pubblicato un live album registrato a Beijing, in Cina!), sono un caso veramente unico nella storia del thrash metal. Nati addirittura nel 1982, rilasciarono l’album d’esordio “Spectrum Of Death” nel 1988, che purtroppo all’epoca passò pressoché inosservato anche perché pubblicato da una sì prolifica ma allo stesso tempo oscura etichetta messicana, cioè la Avanzada Metálica, colpevole di non aver promosso il disco in maniera adeguata.
Dopo il demo “Destruction System” del 1992, i nostri si sciolsero senza colpo ferire due anni dopo. Ma adesso arriva la parte bella: passano due decenni e i Morbid Saint diventano un gruppo di culto totale tanto che “Spectrum Of Death” è stato finora recensito su Metal-Archives per la bellezza di 19 volte, alla stregua di un qualsiasi “Master Of Puppets”! Anzi, ora trovi certi pazzi che definiscono l’album dei Morbid Saint come il miglior disco thrash metal di tutti i tempi! Affermazione che potrebbe apparire completamente folle ma poi scopri che questo sanguinario quintetto del Wisconsin era letteralmente adorato nientemeno che da Chuck Schuldiner dei Death, per i quali i nostri fecero molte volte da gruppo-spalla distruggendo il palco con delle esibizioni incendiarie. E a questo punto capisci che, forse, dietro a quella affermazione (apparentemente) folle si nasconde qualcosa di vero, altrimenti tutto questo entusiasmo stellare non si spiegherebbe affatto.
La prima cosa che dovete sapere di “Spectrum Of Death” è che è un disco di una violenza tale da ridicolizzare tranquillamente roba come “Reign In Blood” degli Slayer o “Darkness Descends” dei Dark Angel, tutti dischi che al suo cospetto suonano quasi melodici! Ecco, prendete ad esempio “Damien”, forse la canzone thrash metal più violenta e cattiva di sempre grazie soprattutto ai tupa-tupa esasperati del batterista e agli scioglilingua estremi di un cantante capace di vomitarsi l’anima sputando delle urla diaboliche e riverberate che sono una folle via di mezzo fra Jeff Becerra dei Possessed e Mille Petrozza dei Kreator. Massacro totale! E non è tutto perché alcune volte il riffing sa essere parecchio death metal, come testimonia la soffocante “Crying For Death”, seppur i Morbid Saint suonino comunque thrash metal puro, solo declinato in una veste un “pochino” più spietata del solito.
Ma attenzione: “Spectrum Of Death” non è solo violenza e basta. Eh sì, ragazzi, perché le canzoni dei Morbid Saint sono pure incredibilmente complesse. Lo confermano ampiamente le due canzoni da 7 minuti 7 dell’album, cioè “Assassin” e “Scars”. La prima è in pratica un capolavoro di techno-thrash metal nel quale, seguendo una struttura quantomai imprevedibile e “anarchica”, succede veramente di tutto tanto che, sorprendendo fino alla fine, vi sono anche dei tempi medi (e non solo) così groovy da far muovere il vostro bel deretano; la seconda invece rispetta uno schema più sequenziale e circolare ma comunque sempre di una complessità invidiabile, anche perché contiene un’intro pazzesca che, fulminea e schizofrenica come poche (pure quella della breve – solo 2 minuti e 20 circa – “Burned At The Stake” non scherza affatto), a un certo punto spiazza l’ascoltatore perché i due chitarristi se ne escono con un virtuosismo che è un miracolo che loro non si siano slogati le dita! Insomma, dal punto di vista tecnico i nostri se la cavano egregiamente, e in più il batterista s’inventa spesso delle partiture anti-convenzionali dando così a tutte le canzoni un’eccellente profondità.
Quindi, come potete capire, “Spectrum Of Death” è anche un album tremendamente vario, e lo è fino alla fine. Infatti, il pezzo che chiude questo martirio sonoro di immani proporzioni è “Beyond The Gates Of Hell”, che curiosamente è quello più lento visto che non contiene neanche una parte veloce, e per giunta presenta un riffing ora epico ora enigmatico. A suo modo, “Beyond The Gates Of Hell” è un brano melodico… strano per i Morbid Saint, vero?
Tutto questo (e di più) è “Spectrum Of Death”, cioè un capolavoro totale perché ha di tutto: brutalità a non finire, complessità, imprevedibilità, tecnica, intensità, fantasia, un cantante che mette LETTERALMENTE i brividi sparando pure delle linee vocali superbe, qualche parte groovy, assoli frenetici, un po’ di melodia che non guasta mai e almeno due canzoni da annali, cioè il tour de force “Assassin” e l’ultra-veloce “Damien” (la quale sintetizza tutte le caratteristiche sopraccitate in 2 minuti e 50 circa, presentando inoltre un riffing sì durissimo ma al contempo “melodico” durante il ritornello e degli effetti di riverbero al contrario un po’ disorientanti, ascoltare per credere!). E l’approccio è veramente originale e unico. Però certo che, anche se l’album dura solo 32 minuti per 8 pezzi (fra cui i 42 secondi della titletrack, che non è altro che un suggestivo intermezzo acustico tanto per far tirare il fiato), l’ascoltatore alla fine ne esce completamente distrutto, anche a causa di una produzione “pastosa” ma compatta e dalla batteria alquanto martellante che potrebbe non piacere a tutti. Eppure, adesso “Spectrum of Death” è venerato a destra e a manca e, alla luce di tutte queste considerazioni, magari non sarà IL capolavoro thrash metal di sempre ma, cacchio, poco ci manca davvero!

Tracklist:

1 – Lock Up Your Children
2 – Burned at the Stake
3 – Assassin
4 – Damien
5 – Crying for Death
6 – Spectrum of Death
7 – Scars
8 – Beyond the Gates of Hell

Line-up:

Pat Lind – voce
Jay Visser – chitarra
Jim Fergades – chitarra
Tony Paletti – basso
Lee Reynolds – batteria

Sito ufficiale: http://www.morbidsaint.com
ReverbNation: http://www.reverbnation.com/morbidsaint
Facebook: https://www.facebook.com/morbidsaintofficial

1 commento su “Morbid Saint – Spectrum Of Death (1988)”

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