Slayer – Hell Awaits (1985)

Titolo: Hell Awaits
Autore: Slayer
Genere: Thrash Metal
Anno: 1985
Voto del redattore HMW: 8.5
Voto dei lettori: 9.5/10
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“Hell Awaits”, secondo album degli Slayer, esce a marzo del 1985 per la Metal Blade Records. L’album si presenta malvagio, estremo e oscuro, sette canzoni di pura cattiveria rispetto al precedente lavoro “Show No Mercy”. I testi parlano di malvagità, vampiri (“At Dawn They Sleep”), di serial killer (“Kill Again”) passando ad un suono cupo che elogia le capacità di Dave Lombardo (primo album dove usa la doppia cassa) e al basso rimbombante di Tom Araya rispetto alla sezione delle chitarre. In poche parole “Hell Awaits” è il male in tutte le sue forme.
“Hell Awaits” traccia per traccia: si parte subito con la title track “Hell Awaits”: l’introduzione ha un messaggio subliminale, infatti se la si ascolta al contrario una voce demoniaca ripete “Join Us” (unisciti a noi) con in sottofondo la distorsione delle due chitarre che creano un’atmosfera inquietante e Araya che in growl urla “Welcome Back”. Il testo è scritto da King e parla di tematiche sataniche. Canzone Stupenda.
Passiamo alla seconda traccia, “Kill Again”: l’inizio è potentissimo, sembra un terremoto alla massima potenza grazie ai stop and go di King/Hanneman, alle rullate di Lombardo e al basso violento di Araya, che canta con voce molto cupa. Testo scritto da King, parla di un serial killer che va in giro uccidendo vittime innocenti per le vie di una città oscura.
Terza traccia, “At Dawn They Sleep”: l’inizio è fatto da prolungati fraseggi da parte delle due chitarre, la voce di Araya diventa molto cupa e la batteria di Lombardo non è veloce e non usa la doppia cassa. Il testo è scritto da King/Hanneman/Araya e parla di esseri volanti assetati di sangue.
Dopo questa traccia “lenta”, arriviamo alla quarta traccia, “Praise Of Death”: fin dall’inizio, le due chitarre macinano riff su riff, veloci, accompagnate da una colonna di nome Lombardo, i suoi colpi sono di una potenza allucinante. Araya è violentissimo sia di basso che di voce. Il testo è scritto da Hanneman e parla del passaggio tra la vita e la morte di un ragazzo che si ritrova morto, ma non si capisce la causa.
Giungiamo alla quinta traccia, “Necrophiliac”: un semplice fraseggio di chitarra introduce un riff veloce che entra subito in testa, i tempi di Lombardo sono martellanti e suonati alla velocità della luce, le chitarre si dividono per poi ritrovarsi in fraseggi palm muting. Testo scritto da King/Hanneman che parla di un uomo che si dirige verso una tomba, dove dentro c’è colei che viene chiamata “la prostituta di Satana”, con l’intenzione di stuprare il suo corpo per far nascere il figlio del male.
Passiamo alla sesta traccia, “Crypts Of Eternity”, per me la canzone più complessa e strutturale degli Slayer. Il testo viene scritto da King/Hanneman/Araya e parla della creatura del male che striscia sottoterra pronta ad invadere il nostro pianeta. Araya urla alla fine della canzone “l’oscurità copre il mio mondo, il mio regno, il mio dominio”.
Arriviamo a “Hardening Of The Arteries”, traccia che chiude l’album. Veloce, oscura, tra brevi stop e ripartenze. Testo scritto da Hanneman, parla della fine del mondo.
Giungiamo così alla fine di questo capolavoro della thrash Metal Band più famosa ancora oggi, gli Slayer.

Tracklist:

1) Hell Awaits
2) Kill Again
3) At Dawn They Sleep
4) Praise Of Death
5) Necrophiliac
6) Crypts Of Eternity
7) Hardening Of The Arteries

Line-up:

Tom Araya – Vocals, Bass
Dave Lombardo – Drums
Kerry King – Guitars
Jeff Hanneman – Guitars

Sito ufficiale: http://www.slayer.net
Facebook: https://www.facebook.com/slayer

Recensione realizzata da Gerardo di Slaytalian Army

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