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10/06/2015 : Mastodon + The Raven Age (Estragon, Bologna)
I Mastodon sono di gran lunga una delle migliori metal bands formatesi dall’inizio del nuovo secolo. E’ davvero raro trovare una formazione tanto incensata sia dal pubblico che dalla critica ma la realtà è che, musicalmente, la formazione proveniente da Atlanta ha davvero una marcia in più.
Prima di commentare lo show degli attesissimi headliners dobbiamo spendere due parole per il melodic metal degli inglesi THE RAVEN AGE. Non siamo rimasti particolarmente impressionati dalla loro prova, nonostante l’idea di fondo di miscelare elementi di classic metal europeo con un approccio vocale che ricorda il nu e l’alternative metal di matrice statunitense non sarebbe neanche male. Quello che manca è il carisma, la cruda emozione provocata da brani che a tratti presentano anche riffs interessanti o linee vocali niente male per poi perdersi in un bicchiere, anzi, in un mare di noioso, piatto ed anonimo metal melodico.
Il timore è che l’unica segnalazione a piè pagina legata a questo gruppo possa restare la presenza nella line-up del chitarrista George Harris, il figlio di Steve Harris, “quel” Steve Harris. E’ una sorte simile a quella riservata alla sorella Lauren Harris, riuscita, casualmente, da assoluta sconosciuta, a suonare di supporto ad alcuni dei più grandi nomi del metal.
Ripetiamo, nella proposta sonora dei The Raven Age non tutto è da buttare, non lo è la voce del singer Michael Burrough né le chops di questi giovani musicisti, ma per svettare in mezzo alle tantissime formazioni che sgomitano nell’underground e per conquistarsi un posto al sole serve altro. Peraltro, ad un gruppo che fa delle melodie dark e dell’immagine piuttosto oscura ed in linea con lo stato decadente del nostro pianeta, forse tutto questo sole non farebbe nemmeno troppo bene.
Chi invece ha deciso di farsi ancora un tour attorno al sole sono i MASTODON, forti dell’ennesimo grande album, non a caso intitolato “Once More Around The Sun”, il settimo di una brillante discografia che deve ancora conoscere un primo vero e proprio passo falso. Un certo numero di fans puristi della prima ora non ha tanto gradito la graduale evoluzione del Mastodon sound, ora molto più melodico ed accessibile rispetto ai primi selvaggi lavori discografici, caratterizzati da ritmiche più frenetiche e vocals molto più aggressive, in linea con quelle usate dagli acts di sludge metal più violenti.
Se negli album di studio, ed in particolare dal capolavoro “Crack The Skye” in poi, la band della Georgia ha fatto passi da gigante per affinare le vocals, va detto che dal vivo le cose non vanno altrettanto bene. In particolare, Brent Hinds non sembra mai troppo a suo agio dietro il microfono, nonostante la sua voce profonda e nasale alla Ozzy sia molto gradevole su disco.
La splendida “Oblivion”, che prevede linee vocali distinte di Brent, del bassista Troy Sanders e del funambolico drummer Brann Dailor vede probabilmente quest’ultimo fornire la prestazione più convincente. Dal punto di vista scenico e della stage presence Sanders è il più scatenato dei quattro e si dimostra anche piuttosto solido nelle harsh vocals dei brani più vecchi, solitamente di sua competenza.
La coppia di chitarre formata da Hinds e Kelliher è assolutamente straordinaria per coesione e tecnica esecutiva, e questo era solo la prima data del tour europeo. Ampio risalto viene dato al nuovo disco, con i brani più catchy come la titletrack, “Halloween” ed il singolo “High Road” già piuttosto conosciuti. Ciò che colpisce maggiormente è il mix di tecnica pura, dinamismo, tiro e gusto compositivo che contraddistingue lo straordinario lavoro all pelli di Brann Dailor anche nei brani citati, apparentemente meno impegnativi dei vecchi classici. Parlando dei brani storici, una scheggia impazzita come “Bladecatcher” è un allucinogeno per le orecchie tra gli assoli mirabolanti ed una sezione ritmica che non perde un colpo mentre la furiosa “Aqua Dementia” ci ricorda l’originale commistione di brutalità in salsa epica che ha reso “Leviathan” un disco così speciale.
Sorprende l’assenza dalla scaletta di un classico come “Blood And Thunder” ma il sottoscritto è più che felice di ascoltare al suo posto il gran finale con la raramente eseguita “The Czar”. La lunga ed ipnotica composizione tratta dal già citato “Crack The Skye”, il mio (e non solo) album preferito dei Mastodon, è un trip da ricordare, il perfetto sigillo finale ad uno show musicalmente maiuscolo. Se negli ultimi quindici anni avete fatto altro o dato la preferenza ai vecchi classici, è il momento di rimediare con un bell’aggiornamento su questo quartetto di musicisti fenomenali che è riuscito a scrivere pagine grandiose nella storia del metal più recente.
Di seguito altre foto della serata, tutte realizzate da Massimo “Max Moon” Guidotti.
The Raven Age:
Mastodon: