Ahab (Cornelius Althammer)


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Gli Ahab sono un gruppo davvero particolare e per il momento unico nel vastissimo panorama heavy metal. Un panorama vasto tanto quanto l’Oceano, protagonista assoluto dei dischi del gruppo tedesco, che di fatto si autodefinisce “Nautic Doom Metal”. Il batterista Cornelius Althammer ci svela i segreti del nuovo “The Boats Of The Glen Carrig”, riusciremo a riemergere in tempo dal loro oscuro mare di note?

Diamo il benvenuto agli AHAB sul nostro sito. Siete qui per parlarci del vostro nuovo “The Boats Of The Glen Carrig”. Volete illustrarci il disco e descriverci eventuali cambiamenti nel vostro sound o nel modo di comporre?

Cornelius (Batteria): Grazie per averci invitato sul vostro sito! Il nuovo album è un po’ un mix di tutti gli altri: è sempre un po’ psichedelico come “The Giant”, molto heavy come “The Divinity Of Oceans” e ha qualcosa di quella componente “funeral”, che probabilmente conoscete, di “The Call Of The Wretched Sea”. Ci sono molti elementi jazz rispetto a prima. Ed è molto più mirato ai riff rispetto a “The Giant”.
In “The Divinity Of Oceans” e in “the Giant” ci sono alcune canzoni scritte dall’intera band e altre scritte da Daniel a casa. Questa volta è successo tutto all’interno della nostra sala prove, quindi non abbiamo cambiato il nostro modo di comporre. Abbiamo solo rafforzato il lavoro di gruppo.
Il nostro sound è cambiato quando i nerd dell’attrezzatura hanno comprato nuovi strumenti o effetti… O nuovi amplificatori, nuove batterie, eccetera… :) Non era nei nostri piani cambiare il nostro sound. Solo fare ulteriori passi avanti verso la perfezione. Abbiamo scelto lo stesso produttore ma uno studio migliore, come per “The Giant”. Secondo me, tutte le decisioni che abbiamo preso per “The Boats Of The Glen Carrig” sono state quelle giuste.

La vostra etichetta definisce la vostra musica come “nautic doom metal”. Come mai avete deciso di inventare un sottogenere così particolare?

In realtà “Nautik Doom Metal” è stata una nostra idea. Facciamo Doom. I nostri testi parlano del mare. Perchè non chiamarlo “Nautik Doom”? Non era nostra intenzione creare un nuovo sottogenere, è stato meramente uno scherzo che per caso è suonato bene. Alla Napalm Records è piaciuto, questo è quanto… Nessuna storia in particolare!

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Se non sbaglio “The Boats Of The Glen Carrig” è un romanzo di William Hodgson. Il vostro album è un concept su questo libro o solo alcune canzoni ne fanno riferimento?

Sì, è un concept album su “The Boats Of The Glen Carrig” di W.H. Hodgson. Ci siamo occupati dell’intero libro e abbiamo provato a riprendere i passaggi più memorabili come temi per le canzoni.

Come vengono scelti i temi che vengono trattati in ogni album? Se ne occupa una persona sola o tutta la band?

È sempre diverso. Questa volta un fan ci ha parlato del libro. Lo abbiamo letto tutti e alla fine abbiamo deciso di usarlo. Ci ha lasciato la classica sensazione che un libro deve trasmettere se è il “candidato giusto” per essere “ahabizzato”. Così abbiamo deciso tutti insieme quale sarebbe stato quello giusto. Ma i testi sono scritti unicamente da Christian.

Avete messo online da pochi giorni il video della canzone “Like Red Foam”. Questo però non sembra rientrare nelle tematiche degli Ahab, anzì è molto attuale (si vedono le immagini del “waterboarding”), come mai?

Avete assolutamente ragione. Questo video è molto insolito, niente che vi sareste mai aspettati dagli AHAB. Prima di tutto eravamo consapevoli di non essere nelle condizioni di produrre un video stile Hollywood da 100.000€ con giganteschi mostri marini, navi che affondano e cose così. Perciò abbiamo pensato a qualcosa che fosse a metà strada. Nonostante il testo di “Red Foam (The Great Storm)” tratti il classicissimo tema dell’uomo contro la forza della Natura, il video in qualche modo deve esprimere l’impotenza dell’essere umano. Io non sono stato coinvolto nella sua creazione, semplicemente perché non sono molto bravo in queste cose. Non sono stato capace di contribuire con una sola idea.
Io stesso non so bene cosa pensare del risultato. Però è tutto molto bello e le performance degli attori sono piene di personalità. È sempre una questione di gusti. Lo considero come un tentativo. E dalla reazione delle persone potete vedere che ha funzionato solo in parte. Alcuni lo amano, altri lo odiano.

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In generale preferite trarre spunto dai racconti o dalle situazioni vere? Mi pare che già in “The Divinity Of Oceans” abbiate fatto riferimento all’episodio realmente accaduto alla baleniera Essex.

Beh… Una storia deve toccarci sul piano emotivo e dobbiamo sentire se è “ahabizzabile” o no. Quindi, alla fine non conta se è finzione o realtà.

Come avvengono i vostri live? Utilizzate scenografie particolari?

No, niente di particolare. Siamo solo una rockband. Ovviamente abbiamo un telone sullo sfondo e due con dei simboli nautici sopra, sempre se il palco è abbastanza grande. Un po’ di giochi di luce e un po’ di foschia sono, ovviamente, ben accetti…

Avete mai pensato di occuparvi, in futuro, degli scritti di Jules Verne?

Assolutamente sì! Avevamo pensato a Jules Verne anche per questo album. Amiamo i suoi racconti. Il problema è l’umore generale. Sfortunatamente, Verne generalmente non è abbastanza cupo per funzionare bene come base per un album degli AHAB.

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Mi pare ci siano edizioni particolari dell’album, volete descrivercele?

Nooooooo, per favore no!!! :D date un’occhiata allo store della Napalm Records per vederli. Ci sono così tante belle foto che, molto probabilmente, non sono in questa intervista. Quindi, qualsiasi cosa io possa dire è comunque meno significativa che guardare lo store online. A mio parere, questa volta la Napalm Records ha esagerato un pochino. Ci sono troppe versioni del nuovo album. Ma il successo ha un prezzo. Quindi non posso biasimarli per questo.
Nel nostro store online abbiamo dei cazzo di vinili neri! Fantastico, vero?

La copertina di “The Boats Of The Glen Carrig” è particolare, non sembra appartenere ad un album doom metal, come mai questa scelta?

Sin dall’inizio era chiaro che l’artwork sarebbe dovuto essere qualcosa di speciale in termini di colorazione. Alla fine è diventata una straordinaria opera d’arte. Ma se la guardi meglio non è così speciale. Mostra uno scenario sottomarino. Se illuminato, in fondo all’oceano scoprirete un paesaggio davvero molto colorato. Nell’artwork ci sono anche creature che, ovviamente, non esitono… Ma… Circa il 95% degli oceani non è stato ancora esplorato. Quindi, cosa ne sappiamo di chi ci vive?
Considerando questi fatti, l’artwork potrebbe essere molto più realistico di quanto abbiamo pensato al primo sguardo… O addirittura più di quanto intendesse l’artista.
Non è una copertina tipica per una band doom. Ma ognuno deve decidere per sè stesso se l’artwork è adatto alla musica.

Grazie mille per il tempo che ci avete dedicato. Chiudo con una domanda curiosa: vi piacerebbe suonare a una delle tante crociere metal sparse per il globo? Non pensate che, viste le tematiche che trattate (come minimo si parla di naufragio..) questo potrebbe inquietare gli organizzatori??

Posso parlare solo per mio conto. Chiaramente non suonerei in una crociera metal! Sembrerò ingenuo o all’antica, ma considero il doom come un’arte e non posso comprendere l’arte saltando dentro a una piscina, per esempio. Quindi non ho mai pensato che questo potrebbe preoccupare gli organizzatori. Ma ora che me lo fai notare… Probabilmente sì, haha!

Traduzione intervista a cura di Elisa Giacalone.

Sito ufficiale: www.ahab-doom.de
Facebook: https://www.facebook.com/AhabDoom
Etichetta Napalm Records – http://label.napalmrecords.com

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