Voidcraeft – Ἕβελ (2015)

Titolo: Ἕβελ
Autore: Voidcraeft
Genere: Black Metal
Anno: 2015
Voto del redattore HMW: 5
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“Ἕβελ” è uno di quegli album che a primo impatto ti convincono un casino. In fin dei conti, dove trovi da un’altra parte un disco cantato in lingue come l’ebraico e la koinè (cioè un antico dialetto greco che è stato allo stesso tempo il primo dialetto comune nella storia della Grecia)? E dove ne trovi un altro ispirato al Nuovo Testamento (scritto originariamente proprio in koinè) e alla Bibbia ebraica? E ditemi, dove si trova un altro album liricamente incentrato (e qua prendo molto dalla presentazione del disco) su un esistenzialismo ebraico dove l’umanità, “ritratta come il soggetto di un Dio criptico che premia i malvagi e punisce i fedeli”, è costretta a vivere in un “mondo senza senso” a inseguire “cose vane e senza valore”, “in un infiito ciclo di nascita, sofferenza e morte” dettato dalle “leggi insensate” di un Dio a cui non importa veramente se esse vengano rispettate o meno? Ecco sì, il terzo album del prolifico Voidcraeft, autoprodotto in via digitale a fine 2015 ma ristampato su CD dalla I, Voidhanger Records il 5 Febbraio 2016 con la copertina curata da Francesco Gemelli, ha delle premesse molto buone… poi ascolti il disco e le cose cambiano un “pochino”. Ma vediamo nel dettaglio perché.
A primo impatto però, come già scritto, Voidcraeft convince. Convince perché il suo è un black metal dal riffing tremendamente dissonante, allucinato e arzigogolato. Ma, paradossalmente, l’assalto è frenetico e focalizzato moltissimo sui blast-beats (come dimostrato già dalla canzone d’apertura “Under The Sun” – attenzione che i titoli sono stati “inglesizzati” dalla ristampa) pur alternandoli fortunatamente con dei tempi meno sostenuti (come nella partenza stranamente doom di “Drunkeness And Sorcery”), i quali vengono sublimati in “I Am Nothing”, pezzo completamente privo di qualsiasi tempo veloce. E tutto ciò viene accompagnato dai rantoli gutturali del nostro senza proporre nessuna variazione di sorta.
Appunto, “nessuna variazione di sorta”. Il fatto è che, se il black metal moderno di Voidcraeft può risultare interessante e personale pur ispirato a quello dei francesi Deathspell Omega, dopo un po’ risulta invece troppo povero di idee. Anche perché gli otto pezzi per 38 minuti dell’album sono perlopiù piatti, freddi, senza climax veri e propri e non contengono nemmeno quelle trovate che li possano far essere memorabili. E invece sono discutibili anche gli stacchi di chitarra con annesse ripartenze introdotte immancabilmente da quei due classici colpi sul rullante.
Ecco, il nuovo album di Voidcraeft, un progetto talmente prolifico da contare un disco all’anno dal 2013 con in mezzo una marea di EP autoprodotti (mai nessun demo!); un album che purtroppo è stata un’occasione sprecata da parte di un musicista dalle potenzialità più che interessanti ma sfruttate malissimo, perlomeno in questo lavoro. Peccato, anche perché lasciava sperare per un risultato molto positivo. E purtroppo non salva la baracca neanche la produzione, con la batteria praticamente in secondo piano in un’opera dominata fondamentalmente dalla chitarra, vera e indiscussa protagonista del black metal di Voidcraeft. Anche se gli assoli sono totalmente assenti…

Tracklist:

1 – Under the Sun
2 – A Time to Die
3 – I Wound and I Heal
4 – Devastation and Desolation
5 – Drunkeness and Sorcery
6 – I Am Nothing
7 – On the Subject of the Bones of the Dead
8 – The Amen

Line-up:

Voidcraeft – voce/chitarre/basso/batteria

Sito ufficiale: http://voidcraeft.svart.nu
BandCamp: https://voidcraeft.bandcamp.com
Etichetta I, Voidhanger Records – http://www.i-voidhanger.com

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