Embalmer – Emanations From The Crypt (2016)

Titolo: Emanations From The Crypt
Autore: Embalmer
Genere: Brutal Death Metal
Anno: 2016
Voto del redattore HMW: 9
Voto dei lettori:
Ancora nessun voto. Vota adesso!
Please wait...

Visualizzazioni post:1174

Fateci caso: la Hells Headbangers Records supporta quasi sempre, andando praticamente sul sicuro, le due seguenti tipologie di gruppi: quelli con una certa reputazione nell’underground più zozzo ed estremo; o quelli sì relativamente nuovi ma composti da veterani dal peso rilevante della scena. Ma supporta spesso anche gruppi di lunghissima data che però non sono stati fortunati negli anni d’oro del genere di riferimento, vivendo così oggi una seconda giovinezza. Ecco, a tal proposito penso ai cileni Atomic Aggressor (fantastico il loro debutto “Sights Of Suffering” del 2015!) o, visto che ci siamo, agli Embalmer da quella stessa Cleveland, Ohio, che poi è il quartier generale della suddetta etichetta.
Eccoci arrivati al punto: gli Embalmer, nati persino nel 1989 come Corpse Grinder per poi assumere l’anno dopo il moniker attuale, hanno avuto una storia travagliatissima ricca sia di interminabili avvicendamenti in formazione che di scioglimenti con relativi ritorni, fra cui il più recente (e che continua per fortuna tuttora) ha avuto luogo nel 2005 e si è ormai dimostrato il più fruttuoso vista l’uscita di due album pubblicati l’uno a distanza di dieci anni dall’altro, l’ultimo dei quali risponde al titolo di “Emanations From The Crypt” uscendo il 1° Aprile in formato digitale per conto della Hells Headbangers Records, dopo che questa ristampò l’anno scorso il loro seminale EP del 1995 “There Was Blood Everywhere”. Ma che bel brutale pesce d’Aprile, ragazzi!
Violentissimo. Ecco come suonano gli Embalmer! Il loro è infatti un brutal death metal dove l’inossidabile Roy Stewart (l’unico membro originale rimasto) butta giù palazzi macinando blast-beats terrificanti anche per tutta una canzone praticamente secondo una spietata ottica grindcore. Le chitarre sono isteriche, chirurgiche e cavernose facendo emergere di quando in quando degli assoli che sono delle vere e proprie schegge impazzite (come tutto il resto, in fondo). Il basso – ma naturalmente! – non è che abbia tutta ‘sta voce in capitolo in mezzo a questo macello sonoro di così rare dimensioni. E infine Paul Gorefiend alterna dei grugniti da lavandino otturato (cioè il cantato principale), che il buon Chris Barnes dei bei tempi andati ne sarebbe stato fiero, con delle urla scartavetrate come da tradizione del genere. E tutto questo viene vomitato in canzoni brevi solitamente da due minuti (ma anche meno) dove non solo la violenza raggiunge talvolta livelli parossistici difficili da reggere (sentite “Reduced To Human Scum” e poi ne riparliamo!) ma anche una puzza… oh signori, una puzza di morto che la senti veramente mentre ascolti l’album, si spera tutto d’un fiato, eh! Insomma, chiamatelo anche death/grind, se vi pare, ma la sostanza rimane quella: la più pura, metodica violenza.
Ma gli Embalmer sono qualcosa di più. Merito per esempio proprio di Roy Stewart, che tramite delle variazioni nervose riesce a rendere più profondi pezzi come l’iniziale “Dead Female Stalker” (ricca di blast-beats, come dire?, “a marcetta militare” fantastici!) offrendo così, a poco a poco mentre si ascolta il disco, una prova sorprendentemente fantasiosa (ovviamente, sempre secondo i limiti del genere). E infatti, a fronte di pezzi insostenibili come il duo iniziale “Dead Female Stalker”/”I Am The Embalmer”, c’è una splendida titletrack che aumenta sempre più o meno in velocità partendo da un doom nauseabondo. Poi c’è “The Casket Calls”, altro pezzo da tre minuti che è di fatto quello più lento e atmosferico tanto da essere privo di qualsiasi tempo veloce. E poi, giusto prima dell’outro, ci sono i quattro minuti e mezzo di “They Can Smell Our Blood”, pezzo in zombie-style che proviene dal primo album e si sente perchè è la più varia e dinamica dal punto di vista ritmico tanto da proporre un tempo medio groovy molto thrashy oltre a presentare un riff principale dalle ascendenze perfino black metal. E, alla fine, scopri che la tracklist è varia non stancando veramente mai, anche perché, va bene che l’album dura “solo” 31 minuti per 12 pezzi, ma se non si tirava un po’ il fiato tutta la violenza suddetta sarebbe stata inefficace e noiosa.
Ma in fin dei conti, gli Embalmer ci avevano avvisati: il nuovo album sarebbe stato decisamente più violento del precedente “13 Faces of Death”, un mezzo passo falso secondo Roy Stewart e soci. E di fatto, gli Embalmer sono riusciti nell’intento partorendo pezzi fantastici come la titletrack, la nevrotica “The Coroner’s Report” (sentite il lavoro di batteria, please!) e “They Can Smell Our Blood”, anche se non mi piace particolarmente il finale delirante di “The Apocalyptic Rains”.
In parole povere, se volete comprare “Emanations From The Crypt”, disponibile dal 22 Aprile nei formati CD, vinile e cassetta, avete la mia benedizione.

Tracklist:

1 – Dead Female Stalker
2 – I Am the Embalmer
3 – Emanations from the Crypt
4 – The Coroner’s Report
5 – The Undead Exaltation
6 – The Casket Calls
7 – Procession of Bones
8 – Botched
9 – Reduced to Human Scum
10 – The Apocalyptic Rains
11 – They Can Smell Our Blood
12 – The Graveyard Fog (outro)

Line-up:

Paul Gorefiend – voce
Steve Pedley – chitarra
Brian Baxter – chitarra
Joe Wunderle – basso
Roy Stewart – batteria

FaceBook: https://www.facebook.com/embalmerofficial
ReverbNation: http://www.reverbnation.com/embalmerohio
Etichetta Hells Headbangers Records – http://www.hellsheadbangers.com

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.