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Paroxsihzem: contrazione di “Paroxysm”, cioè “parossismo”, un termine usato per indicare uno stato di massima esasperazione anche di tipo psicologico.
Insomma, un nome alquanto programmatico per questo gruppo tanto estremo quanto intellettualoide che nel 2012, dopo cinque anni di gavetta, se ne uscì con un omonimo album di debutto devoto sì al black/death metal bestiale à la Blasphemy ma dalle tematiche strane capaci di dedicare perfino una canzone ad “Aspettando Godot” di Samuel Beckett, uno dei capisaldi del Teatro dell’Assurdo! E quest’anno i Paroxsihzem sono tornati con l’EP “Abyss Of Excruciating Vexes”, uscito l’11 Marzo 2016 per l’ottima etichetta polacca Hellthrasher Productions.
Allora, i Paroxsihzem sono canadesi (e già qui…) e partono dal black/death metal bestiale tipico del loro Paese per declinarlo però in una versione parecchio personale. Questo perché lo suonano in modo folle, nervoso, dissonante attraverso per giunta una violenza appunto talmente parossistica e “ultra – fast” da far malissimo. Ecco, sentite che vi combina il batterista Abyss, capace di blast-beats insostenibili alternati di quando in quando da tempi medio-lenti anche non del tutto lineari. O sentitevi gli assoli rumorosi, impazziti di un Impugnor che, latore di un riffing isterico, si è messo anche nel ruolo di bassista. E sentitevi i grugniti bassissimi (accompagnati da qualche raro urlo) di puro marciume di Krag (che ha fra l’altro disegnato la bellissima copertina del disco!), che intanto si crogiola in tematiche crude e realistiche affrontando per esempio la lenta e inesorabile agonia da veleni radioattivi (“Bellicose Psychosis”) o gli effetti derivanti dal cosiddetto “The Hole”, cioè la cella di isolamento usata nelle carceri per i detenuti indisciplinati (“Isolation”), evitando così per l’ennesima volta i classici temi Satana e Guerra tipici del black/death bestiale, nonostante un classico look a base di maschere anti-gas, machete e cartuccere.
L’apice del disco lo si trova già nell’iniziale “Dillanties Torture”, sette minuti che si concludono in un modo delirante. Da menzionare anche “BZ Experiment”, i cui due minuti finali (comunque non totalmente efficaci) sono di totale paranoia in un senso quasi industrial; e la seguente “Isolation”, stranamente melodica in una direzione più black. Chiude la devastante cover di “Dead Cunt Maniac” dei francesi Arkhon Infaustus, affini ai Paroxsihzem sia in quanto a sensibilità (chiamiamola così…) che per aggressione sonora.
In soldoni, “Abyss Of Excruciating Vexes” è un buonissimo antipasto per un eventuale secondo album. Anche perché i Paroxsihzem, ora ridiventati un quartetto con l’innesto del bassista Abhorr, hanno reso ancor più personale la propria proposta. Ma attenzione: godetevi (se ci riuscite!) il disco in cuffia sia perché alcuni dettagli sono quasi impercettibili senza, sia per delle chitarre belle cavernose come, in fin dei conti, da tradizione del genere. Buona distruzione dei timpani!
Tracklist:
1 – Dillanties Torture
2 – Bellicose Psychosis
3 – BZ Experiment
4 – Isolation
5 – Dead Cunt Maniac (Arkhon Infaustus cover)
Line-up:
Krag – voce
Impugnor – chitarre/basso/voce
Abyss – batteria
BandCamp: http://paroxsihzem.bandcamp.com
Etichetta Hellthrasher Productions – http://www.hellthrasher-distribution6.home.pl